Come stanno cambiando le politiche sociali in Italia?

Stanno andando decisamente - secondo il Secondo Rapporto Nazionale Auser su "Enti Locali e Terzo Settore" - verso l'erogazione di trasferimenti monetari temporanei alle famiglie piuttosto che a migliorare le dotazioni finanziarie per il sistema dei servizi sociali reali (mense scolastiche, pasti per gli anziani, servizi domiciliari, inserimenti socio-lavorativi e occupazionali ecc.). Il documento verrà presentato a Roma il 12 maggio e non vi si risparmiano le critiche alle misure anticrisi e di welfare promosse dall'attuale Governo

Disegno di tante figurine affiancate, che rappresenta le politiche socialiCresce la domanda di assistenza nei Comuni che in misura sempre più crescente affidano all’esterno (cooperative e associazioni del Terzo Settore), la gestione dei servizi sociali e alla persona. Nel 2007, infatti, il 47,4% della spesa comunale finalizzata all’assistenza  – era il 46% nel 2006 – è stata impiegata dai Comuni per affidare all’esterno la gestione di interventi e servizi sociali.
In particolare, nel periodo ottobre 2008-aprile 2009 i Comuni hanno indetto 232 selezioni pubbliche per appaltare a imprese sociali e associazioni la gestione di servizi per una spesa prevista di 52,9 milioni di euro.

Sono solo alcuni dei dati emersi dal Secondo Rapporto Nazionale dell’Auser – la principale organizzazione italiana impegnata sul fronte della terza età – riguardante appunto Enti Locali e Terzo Settore,  che verrà presentato martedì 12 maggio a Roma (Centro Congressi Frentani, Sala Accademia, Via dei Frentani, 4, ore 9.30-13).
Il documento ha preso in esame  le caratteristiche dei bandi per l’affidamento  dei servizi alla persona di un campione di Comuni con più di 30.000 abitanti, facendo risultare anche come siano ancora troppe le gare al massimo ribasso, a discapito della qualità e dell’efficienza dei servizi e più in generale come sia ancora troppo diffusa la mancanza di regole certe e criteri condivisi.
Nella maggior parte dei  bandi esaminati, ad esempio, risulta mortificata la capacità progettuale del Terzo Settore. Viene inoltre evidenziata la mancata applicazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale [la “sussidiarietà orizzontale” si ha quando attività proprie dei pubblici poteri vengono svolte da soggetti privati o comunque esterni all’organizzazione della Pubblica Amministrazione su suo mandato, N.d.R.].

Tra le altre novità di questa seconda edizione del Rapporto Auser, da segnalare anche l’analisi di come sono cambiate le politiche sociali nel nostro Paese. Dalla social card al bonus famiglie, fino alle misure di contrasto all’emergenza abitativa, le politiche sociali sono andate nella direzione di erogazione di trasferimenti monetari temporanei alle famiglie piuttosto che a un miglioramento delle dotazioni finanziarie per il sistema dei servizi sociali reali (mense scolastiche, pasti per gli anziani, servizi domiciliari, inserimenti socio-lavorativi e occupazionali ecc.), attivati nelle Regioni attraverso i Piani di Zona gestiti dagli Enti Locali con la partecipazione del Terzo Settore.
Tante le perplessità espresse dall’Auser stessa sulle misure anticrisi e di welfare adottate dall’attuale Governo. Con l’ultima Manovra Finanziaria, ad esempio, si riducono le voci di spesa sociale gestite localmente e il “taglio” più consistente riguarda il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che si riduce del 50% rispetto al 2007 nella quota destinata a Regioni e Comuni.

Alla presentazione di Roma, introdotta da Michele Mangano, presidente nazionale dell’Auser e curata da Francesco Montemurro, parteciperanno anche Cristiano Gori dell’IRS (Istituto per la Ricerca Sociale) e dell’Università Cattolica di Milano, Alessandro Montebugnoli dell’Università La Sapienza di Roma, Loreto Del Cimmuto di Legautonomie e Arturo Bianco dell’ANCI Nazionale (Associazione Nazionale Comuni Italiani). (Giusy Colmo)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa e Comunicazione Auser, tel. 06 84407725, ufficiostampa@auser.it.
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