La Salute non può diventare un lusso per pochi

«Se non vogliamo abbassare le soglie della qualità dell’assistenza sanitaria, le criticità vanno affrontate, ma tagliare non è la soluzione»: è questo il giudizio di Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Dossetti, sulla recente intesa in Conferenza Stato-Regioni, riguardante il Servizio Sanitario Nazionale, tutta basata, secondo la stessa Associazione Dossetti, «solo su tagli, riguardanti ogni settore, e senza alcun investimento»

Immagine sfuocata di operatori sanitari in un ospedale

«Questa intesa è un vero e proprio attacco alla salute e alla tenuta stessa della Sanità Pubblica. Niente investimenti, solo tagli, ancora una volta, su personale, strutture, farmaceutica e disposivi medici. Se l’obiettivo di questo provvedimento era stimolare la produttività, assistiamo invece a una manovra che riduce ancora di più i servizi per i cittadini. È inconcepibile che nel 2015, nel contesto economico nel quale viviamo, curarsi sia diventato un lusso per pochi. È dei giorni scorsi la notizia della più recente indagine ISTAT da cui risulta che il 6,8% della popolazione, ossia ben 4 milioni di persone, vivono in condizioni di povertà assoluta. Non possiamo permettere che un cittadino debba affrontare un viaggio per potere avere accesso a cure e farmaci: la formula del cosiddetto “turismo sanitario” è solo un eufemismo per indicare quello che è spesso, di fatto, un “viaggio della speranza”. È impensabile che la salute dipenda dal luogo di nascita».
Non usa mezzi termini, l’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: I Valori”, per esprimere la propria negativa presa di posizione, nei confronti della recente intesa in Conferenza Stato-Regioni, sulle Misure di razionalizzazione e di efficientamento della spesa del Servizio Sanitario Nazionale.
«Sulla Sanità – aggiunge la nota dell’Associazione – si insiste a procedere con prassi obsolete, sterili, risultato di un federalismo fallimentare che da un lato vede la mancanza di una strategia armonica a livello centrale, dall’altro l’incapacità di molte Regioni di gestire in maniera efficiente la spesa, con deficit paurosi e piani di rientro problematici e formali, spesso conseguenza di ingerenze della malapolitica. Il verdetto dei giorni scorsi, emesso dal Procuratore Generale della Corte dei Conti sui bilanci regionali è esemplare in tal senso. Dopo quattordici anni dalla Legge Costituzionale che ha dato vita a questa struttura, assistiamo alla compresenza di ventuno Sistemi Sanitari Regionali differenti, in territori con diverso gettito fiscale e autonomia nell’organizzazione dei servizi».

«Siamo al limite della sostenibilità dei princìpi che regolano il Servizio Sanitario Nazionale – dichiara Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Dossetti – ed è il momento di riprendere le redini di questo settore che è sempre stato un “fiore all’occhiello” del nostro sistema sociale. Come Associazione, riteniamo sia l’ora di avviare una nuova fase di accurata programmazione, stabilità normativa e rapidità di accesso ai farmaci innovativi, superando le stratificate frammentazioni regionali e riequilibrando i poteri e le competenze tra Stato e Regioni». «Se non vogliamo abbassare le soglie della qualità dell’assistenza sanitaria – conclude – le criticità vanno affrontate, ma tagliare non è la soluzione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@dossetti.it.

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