La Sicilia non merita tutto questo

«Forse non siamo stati sufficientemente chiari - si chiede l'ANFFAS Sicilia - nell'illustrare all'Assemblea Regionale Siciliana la situazione grave e intollerabile in cui versa la popolazione con disabilità della nostra Regione?». Questa e altre domande retoriche non possono trovare risposte, ma far soltanto crescere la rabbia e lo sconforto di fronte agli ultimi sviluppi riguardanti la Manovra Finanziaria Siciliana, con una discutibile "pioggia" di contributi destinati a soggetti del tutto eterogenei, azione successivamente bloccata dal Commissario dello Stato

In primo piano dito puntato, sullo sfondo faccia sfuocata di personaDa una parte i contributi distribuiti “a pioggia”, «a soggetti del tutto eterogenei», in modo tale «da suscitare infiniti dubbi», dall’altra «l’intervento “calmieratore” del Commissario dello Stato che, duole dirlo, ha trattato l’assemblea parlamentare siciliana, massima espressione della “voce del popolo” democraticamente eletta, come un gruppo di dilettanti intenti ad un gioco di società, paternamente ripresi da un’amabile sorvegliante».
Sono due le denunce presenti in una nota ufficiale diffusa dall’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), in riferimento alla “pioggia record” di contributi (ben 78 milioni di euro) che la Manovra Finanziaria approvata il 30 aprile scorso dall’Assemblea Regionale Siciliana aveva deciso di destinare a 253 fra enti, associazioni e centri studi. Un provvedimento – come ricordato dalla stessa ANFFAS – bocciato nei giorni scorsi dal prefetto Alberto Di Pace, commissario dello Stato per la Regione Sicilia, il quale aveva dichiarato che esso «compromette il principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione, non consentendo neppure, per almeno 47 sussidi l’individuazione certa dei destinatari della provvidenza pubblica».

«La Sicilia – secondo l’ANFFAS – non merita tutto questo. La Sicilia e i cittadini con disabilità siciliani hanno diritto a scelte – politiche, è vero, perché politica è la comparazione e il bilanciamento dei diversi interessi – che siano però congrue e attente alle più autentiche esigenze della popolazione». Il comunicato arriva poi alla questione fondamentale, presentata con una serie di quesiti retorici, pienamente giustificati dalla gran mole di comunicazioni e documenti elaborati nei tempi più recenti dall’ANFFAS e da altre associazioni siciliane (e più volte ripresi anche su queste colonne).
«Forse – si scrive infatti – non siamo stati sufficientemente chiari, e con noi tutti gli altri soggetti che operano nel sociale e per la disabilità in particolare, nell’illustrare all’Assemblea Regionale la situazione grave e intollerabile in cui versa la popolazione con disabilità in un momento in cui ancora si parla di “far partire” i Piani di Zona previsti dalla Legge 328/00, in cui ingenti risorse stanziate – alcune centinaia di milioni di euro, secondo quanto reso noto dai componenti uffici – restano non spese da parte di Distretti e Comuni, in cui i fondi della cosiddetta “quota indistinta del 6%”, già messi a bando per ben due volte sono stati dirottati ad altre finalità ancorché nell’area del sociale – e in cui le liste d’attesa per bambini cui spetterebbero una diagnosi e un intervento precoce si allungano anche fino a 2 anni?».
«Ma si ha l’idea – continua l’ANFFAS Sicilia, tornando alla questione dei “finanziamenti a pioggia” – di quanto 50.000 euro, ossia una delle tante quote distribuite ai vari enti, possano essere preziosi per ovviare alle pecche e alle omissioni per le quali oggi – nonostante atti legislativi di grande pregio come il Piano Triennale a favore delle Persone con Disabilità della Regione Siciliana – ai cittadini disabili ancora non perviene alcun valido servizio? O quante ore di servizi di sostegno alla famiglia e alle persone possano essere fornite con quella cifra, tramite associazioni e altri enti non profit realmente operanti, laddove case famiglia, centri diurni, assistenza domiciliare e servizio educativo domiciliare restano ancora di là da venire?».
«Ecco perché – conclude il comunicato – senza entrare nel merito delle singole scelte e volendoci sottrarre a un’indecorosa “guerra fra poveri”, dobbiamo tuttavia dire che questo suscita realmente un grande sconforto a chi non ne avrebbe proprio per nulla bisogno». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ANFFAS Sicilia, tel. 091 511735, info@anffasicilia.net.
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