Quando i bambini raccontano la disabilità

Un'esperienza utile e importante - come tutte quelle che guardano alla sensibilizzazione nel mondo della scuola - si è avuta con il concorso denominato "Disabilità ed handicap. I bambini raccontano...", promosso dall'Associazione x disabili gravissimi Claudia Bottigelli di Torino, rivolgendosi per questa volta a una sola scuola, ma con la prospettiva di allargarlo ad altre sin dal prossimo anno. Quindici i temi ritenuti più significativi e bimbi premiati con dei libri

Disegno pubblicato nella locandina del concorso organizzato a Torino dall'Associazione Cludia Bottigelli«Una bella esperienza – racconta Marina Cometto, presidente dell’Associazione x disabili gravissimi Claudia Bottigelli di Torino – voluta per cercare di far parlare i bambini sull’argomento della disabilità. Abbiamo iniziato con una sola scuola, ma ci sono buone possibilità che il prossimo anno, in collaborazione con il Comune di Torino, ci si rivolga anche ad altre scuole».

E a giudicare dal contenuto del tema primo classificato – quello di Matteo, che frequenta la quarta elementare alla Scuola Roberto D’Azeglio di Torino e che in calce pubblichiamo integralmente – è stata davvero un’esperienza significativa quella del Concorso Associazione Claudia Bottigelli, denominato Disabilità ed handicap. I bambini raccontano…, che ha vissuto la propria fase conclusiva qualche giorno fa, con la consegna dei premi presso la stessa Scuola D’Azeglio, consistenti in alcuni libri vinti dai quindici elaborati giudicati più significativi da una commissione composta da insegnanti, genitori, una giornalista e la già citata Marina Cometto. Prossimamente i temi verranno anche rilegati insieme ad altri in un piccolo volume.

L’Associazione Claudia Bottigelli è nata dalla necessità e dalla volontà di attirare l’attenzione sulle persone che presentano gravissime limitazioni della integrità fisica e mentale. «Purtroppo – ha scritto Marina Cometto – la legislazione italiana ha ancora molte lacune per quanto riguarda i disabili gravissimi, totalmente non autosufficienti, né si è mai veramente preso in considerazione il fatto che quando la disabilità è gravissima e prevede un’assistenza assidua e continua è la famiglia al completo ad essere disabile. È necessario dunque prevedere azioni di sostegno veramente innovative per permettere a ogni componente della famiglia di non essere penalizzato a livello sociale dal fatto di avere un congiunto disabile gravissimo, cosa che invece oggi ancora succede. Anche per questo ho creato l’Associazione insieme ad alcuni amici, per cercare di sostenere le famiglie coinvolte in questi problemi». (S.B.)

 

Disabilità e integrazione…….parliamone
(Matteo, classe quarta elementare della Scuola Roberto D’Azeglio di Torino)

Guardare da una finestra e sapere di non poter più uscire, oppure non poter vedere nemmeno la finestra.
Sentire un cinguettio e non vedere l’uccello, vedere un bambino e non poter sentire le urla del gioco.
È  come andare ad una opera senza vedere i ballerini, oppure senza sentire la musica.
È come non poter nemmeno arrivarci è come non poter nemmeno chiedere il biglietto.

Avere un corpo e non poterlo usare… È molto difficile vivere una vita così.
C’è chi vive su quattro ruote come una macchina. Ma l’uomo non è una macchina….deve vivere libero, senza alcun ostacolo.
Dovremmo andare incontro alle persone disabili, aiutarle, come alcuni di noi stanno già facendo.
Molte volte l’aiuto è solo un abbraccio, un sorriso, una stretta di mano, un venirsi incontro per trovare la pace.

Le cause della disabilità nascono da: malattie e incidenti molto gravi; oppure queste disabilità ci sono dalla nascita.
Queste persone sono spesso maltrattate o prese in giro per la loro disabilità; ma tutti potevano o potranno essere disabili.
Secondo me i disabili provano molta tristezza e paura perché certe persone li maltrattano.
Mettiamo anche in evidenza che i disabili, non sviluppando delle loro parti del corpo, possono svilupparne altre.
Mio nonno, ad esempio, ci vede molto poco, ma ha una memoria molto lunga e fa il pianista.

Molti disabili dipendono da altre persone che li aiutano.
Loro desidererebbero avere una vita normale, come cercano di fare.
Speriamo che prima o poi ce la facciano! 

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