Da una parte, come riferisce il quotidiano «Corriere delle Alpi» del 4 agosto scorso, il sindaco di Belluno Jacopo Massaro dichiara di essere in attesa «che la commissione ministeriale appositamente convocata trovi una soluzione al problema, ad esempio introducendo una deroga per i cani appositamente addestrati», dall’altra parte alcune persone con disabilità visiva ribadiscono che «tutti i cani guida sono preparati per salire le scale mobili» e che «non serve nessuna integrazione: basta applicare la legge». Donde l’esposto presentato da quelle stesse persone ai Carabinieri di Feltre (Belluno), con la richiesta all’autorità di pubblica sicurezza di mediare il loro dissidio con l’Amministrazione Comunale bellunese e con la Società Bellunum.
È ferma a questo punto la questione riguardante la scala mobile di Lambioi, che porta al centro storico di Belluno – da noi seguita più volte in questi mesi – divenuta una sorta di “simbolo” della battaglia, da parte delle persone con disabilità visiva, per il libero accesso insieme al proprio cane guida, ovunque ci si trovi.
Il momento più “caldo”, lo ricordiamo, si era avuto a fine maggio, quando un gruppo di persone con disabilità visiva, provenienti da varie città d’Italia, si erano recate insieme ai loro cani guida ai piedi di quella scala mobile, chiedendo di salire, nel rispetto delle Leggi, e con il pacifico intento dimostrativo «di far vedere che gli animali sono perfettamente in grado di prendere le scale mobili in tutta sicurezza, oltre che per rivendicare la libertà di movimento e il rispetto della dignità».
Ciò aveva portato al blocco dell’impianto, da parte della Società Bellunum che lo gestisce, e anche all’arrivo della Polizia, lasciando comunque la situazione al punto di prima, tra polemiche varie e preannunciate azioni legali.
Nel successivo mese di luglio, poi, il Sindaco di Belluno aveva annunciato la costituzione di «una commissione tecnica mista (ministero dei trasporti / ministero della salute) per studiare come certificare l’addestramento di quei cani in grado di salire sulla scala mobile di Lambioi in totale sicurezza per sé e per gli altri». Gli aveva risposto Massimo Vettoretti, presidente dell’UICI di Treviso (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), sottolineando ancora una volta che «non servono Commissioni per applicare leggi esistenti».
Come sempre, quindi, non mancheremo di aggiornare i Lettori sugli sviluppi della vicenda, senza però dimenticare, nemmeno in questo caso, di citare innanzitutto l’ottima guida realizzata dall’Associazione Blindsight Project, intitolata Tutto sul cane guida (e i suoi amici umani), che esordisce così: «La prima cosa da non dimenticare mai è che il cane guida che accompagna la persona disabile della vista (cieco o ipovedente) non può essere separato dallo stesso in quanto considerato “ausilio per persona disabile”; è quindi tutelato dalla legge (n. 37 del 1974, integrata dalla Legge n. 60 dell’8 febbraio 2006 pubblicata nella G.U. n. 52 del 3 marzo 2006), che garantisce OVUNQUE SENZA LIMITAZIONE l’ingresso GRATUITO al cane guida che accompagna disabile visivo anche dove i cani normalmente non sono ammessi […]».
E ricordiamo infine ai Lettori anche l’ampio approfondimento elaborato per il nostro giornale da Fabrizio Marini dell’UICI di Roma, che con solidi argomenti aveva spiegato come per «i ciechi e gli ipovedenti usufruire di scale mobili, rampe mobili e tapis roulants senza l’uso della vista non sia mai stato un problema, né mai lo sarà». (S.B.)
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