Marche e Fondo Sociale: passare dalle parole ai fatti

«Dagli impegni a parole sul ripristino del Fondo Sociale Regionale, si deve passare subito a fatti concreti e a numeri precisi. All’appello mancano circa 30 milioni e quelli vanno trovati, se non si vuole che i Comuni taglino i servizi, servizi, per altro, già largamente insufficienti rispetto ai bisogni». Lo scrivono al Presidente, alla Giunta e al Consiglio delle Marche, le organizzazioni della Campagna Regionale “Trasparenza e diritti” e del CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela)

Dito puntato di un uomo«Abbiamo bisogno di certezze. All’indomani dell’approvazione della Proposta di Legge di Rendiconto 2014 dello scorso 7 agosto, avevate affermato che in quel provvedimento erano stati trovati i soldi per rifinanziare il Fondo Sociale Regionale, così da assicurare ai Comuni l’erogazione dei servizi sociali. Successivamente, però, ci sembra che il linguaggio sia progressivamente mutato e che i riferimenti al finanziamento del Fondo Sociale siano stati sempre più sfumati».
Lo scrivono le tante organizzazioni delle Marche che compongono la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela) al presidente della Regione Luca Ceriscioli, nonché alla Giunta e al Consiglio, chiedendo appunto di mantenere l’impegno assunto nei mesi scorsi – di cui avevamo ampiamente riferito anche su queste pagine – rispetto al ripristino del Fondo Sociale Regionale per il 2015. «Arrivati a pochi mesi dalla fine dell’anno – scrivono infatti le Associazioni – non è più tollerabile tergiversare. La Regione deve dare certezze rispetto alle quote di finanziamento da assicurare ai Comuni, così da poter assicurare l’erogazione integrale dei servizi sociali».

«L’assessore regionale al Bilancio Fabrizio Cesetti – si legge ancora nel documento – ha affermato a più riprese che il finanziamento avverrà “secondo i reali fabbisogni”, un’affermazione, questa, che se presa davvero sul serio, dovrebbe significare l’aumento della quota regionale, tanti sono i bisogni insoddisfatti. Ma così come è stata formulata, essa può evocare invece un’altra possibilità, quella cioè di giustificare una diminuzione del finanziamento sulla base di una supposta valutazione del bisogno (che sarebbe dunque inferiore). Tanto più che queste stesse affermazioni si accompagnano a una prassi ben conosciuta e non rassicurante, quella cioè di accompagnare a queste dichiarazioni risorse finanziarie che però non attengono a competenze regionali, come ad esempio gli oltre 11 milioni del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze o quelle riguardanti il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali».

«La richiesta è chiara – concludono Trasparenza e diritti e il CAT Marche – abbiamo bisogno di certezze, che per essere tali necessitano di impegni, in tempi brevissimi, su numeri precisi. Se questo non accadrà, da qui a poco gli utenti dei servizi ricominceranno a sentire la pressione dei Comuni riguardo ai tagli e facilmente si passerà dalla possibilità alla certezza. Un’incertezza intollerabile, che rende estremamente difficile la quotidianità di migliaia di famiglie. All’appello mancano circa 30 milioni e quelli devono essere trovati, se non si vuole che i Comuni taglino i servizi, servizi, per altro, già largamente insufficienti rispetto ai bisogni». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti. trasparenzaediritti@gmail.com.

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