A Parma è scattata l’ora dei diritti: tutti «a scuola» di Convenzione

Particolarmente significativo il Concorso-Progetto denominato appunto "È l'ora dei diritti", che ha cercato di diffondere il più capillarmente possibile, nelle scuole della città emiliana, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. E la giornata delle premiazioni agli studenti, ha sottolineato l'assessore comunale Giovanni Paolo Bernini, «non dev'essere un momento di conclusione, ma un ulteriore slancio per continuare a realizzare nelle scuole momenti di sensibilizzazione e inclusione»

Un'immagine relativa alla premiazione del 28 maggio al Teatro Europa di Parma«La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – dichiara Giovanni Paolo Bernini, assessore all’Agenzia Disabili del Comune di Parma – è l’atto più importante a livello internazionale che finalmente pone la questione della disabilità alla base dei diritti umani, creando una vera rivoluzione culturale. Noi siamo  assolutamente convinti dell’importanza della ratifica, anche nel nostro Paese, di questo Trattato che apre una tappa storica destinata a segnare una nuova epoca nella quale le persone con disabilità avranno in tutto il mondo gli stessi diritti e le stesse opportunità».
In tal senso va anche ricordato che già nell’ottobre del 2007 il Consiglio Comunale di Parma aveva approvato all’unanimità un Ordine del Giorno riguardante appunto l’applicazione della Convenzione.

Oggi, per dare ulteriore sostanza a tali concetti, particolarmente significativo ci sembra il Concorso-Progetto denominato È l’ora dei diritti, voluto dal Comune di Parma, in sinergia con l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Università, l’ANMIC locale (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e la Cooperativa Sociale Eidé (Esperienze Innovative di Educazione), con un obiettivo comune: promuovere anche nella scuola “culture” capaci di costruire società inclusive, che offrano a tutte le diversità umane la possibilità di essere tutelate e valorizzate e di contribuire a uno sviluppo inclusivo basato sulla pace e la giustizia sociale, valori che parlano a tutti i popoli del mondo.
«Consapevoli dunque – spiega l’assessore Bernini – dell’importanza di una comunicazione e di una diffusione ampia ed efficace di questa “pietra miliare” – la Convenzione appunto – a tutti i cittadini e non solo ai diretti interessati, per un ineludibile mutamento culturale, sapendo inoltre che la scuola è un veicolo importantissimo ed efficace per sensibilizzare e avvicinare i bambini, i ragazzi e le loro famiglie a questo documento, abbiamo accolto la richiesta con entusiasmo e in collaborazione con l’Università e l’ANMIC, abbiamo stampato 15.000 copie del testo della Convenzione per proporre un  percorso “guidato” di avvicinamento e comprensione del Trattato».

Il progetto è iniziato circa un anno, fa con la presentazione della Convenzione a tutti i dirigenti scolastici e insegnanti referenti dell’area disabilità delle scuole di Parma, agli studenti delle scuole secondarie, alle associazioni e a tutta la cittadinanza. L’iniziativa si è poi sviluppata nel corso dell’anno scolastico che sta per chiudersi, creando nelle scuole superiori momenti di incontro e di presentazione della Convenzione agli studenti e agli insegnanti.
Il 28 maggio scorso, infine, presso il Teatro Europa, la premiazione degli elaborati prodotti nelle classi che hanno partecipato al progetto, all’interno della stessa giornata in cui sono stati rappresentati gli spettacoli Ridere piangere liberi di… fare finta di piangere lacrime vere (a cura degli Studenti dell’IPSIA, con la collaborazione di F. Tragni, F. Ferri, L. Menta e S. Manici, all’interno del laboratorio teatrale attivato nel Progetto Free Space) e Partir bisogna… (a cura della Cooperativa La Bula, nell’ambito del laboratorio teatrale condotto da I. Gerbella e F. Tragni, all’interno del Progetto Oltrelavoro e Tempo Libero del Consorzio di Solidarietà Sociale, finanziato dalla Fondazione Cariparma).

«Oggi siamo qua per soffermarci sul percorso intrapreso – ha dichiarato in tale occasione l’assessore Bernini – sulla restituzione che i ragazzi e gli insegnanti hanno dato; non è un momento di conclusione di un progetto, ma speriamo che sia un ulteriore slancio per continuare nelle scuole a realizzare momenti di sensibilizzazione e inclusione. Abbiamo voluto diffondere la conoscenza della disabilità per cambiare l’opinione sociale sulla stessa, partendo dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, nel tentativo di educare gli adulti di domani, per creare coscienza e consapevolezza verso un nuovo approccio della disabilità fondato sui diritti umani».
All’evento erano presenti all’evento anche Emilia Caronna, in rappresentanza dell’Università di Parma e Alberto Mutti dell’ANMIC. Ben volentieri riprendiamo integralmente, qui in calce, l’elaborato di Alessandro Costantino della 3D del Liceo Pedagogico di Parma, che si è aggiudicato il primo premio del Concorso. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Servizio Politiche per Disabili del Comune di Parma, tel. 0521 218012, b.squarcia@comune.parma.it.

 

Lettera di Alessandro Costantino*
(Primo premio al Concorso È l’ora dei diritti)

Sono certo che è “l’ora dei diritti”, e questo richiamo dà l’idea della scarsa attenzione che si ha nei riguardi di chi ha difficoltà a dimostrare di esistere, per le altre abilità c’è sempre tempo, c’è sempre una qualche banale riunione, fatta di persone come insegnanti che poco sanno del mondo dei disabili.
Eh sì perché il mondo dei diversi è parallelo a quello dei normodotati, non si incontrano mai o quasi, tranne quando stupiti ci si rende conto che i normali sono anche diversi gli uni dagli altri e i diversi da tutti, una legge quasi matematica, bisognerebe inventarsi una nuova proprietà, a chi appartiene quel mondo e a quale l’altro.
C’è una differenza di genere, i disabili sembrano appartengano al genere neutro, va bene per definire chi tutto sommato c’è a questo mondo, ma non deve essere molto ingombrante, c’è ma non deve chiedere troppo, c’è ma basta poco per accontentarli, c’è ma sempre in modo trasparente.
Un diverso è un diverso, è faticoso trovare nuove strategie, siamo abituati a quelle convenzionali, spicce, sempre uguali, io sono spigoloso, non dico molto se uno è superficiale, sono autistico per definizione, dovrei essere a rendimento zero, eppure è bastata un po’ di pazienza, una professionalità che sa osservare e si mette a servizio ed ecco che io prendo corpo, sono un genere maschile che è sempre diverso, ma che si esprime, si angoscia, si dimena a dire che ci sono anch’io e con me altri mille sommersi, altri nascosti e reclusi in stanze vuote e prive di stimoli, prive di coerenza, di voglia di rimettere tutto in discussione, di provare, provare e riprovare riinventandosi, un nuovo modo di comunicare, di dare spazio e voce a chi è sempre sommerso da un chiacchiericcio vacuo e senza colore, che è la cosa più importante, calore, colore, comunicabilità, parole chiave, parole di uno spessore enorme, che spesso sono lasciate cadere nel vuoto, i diversi sono come i normodotati hanno modalità diverse, ma persone, che sanno osservare quanto poco ospitale sia la nostra società, fatta di alta tecnologia, ma di poca curiosità intellettuale e sperimentarsi con i diversamente abili fa comprendere che la parte migliore di tutti deve essere tirata fuori e donata, fare dono è importante come considerli, capirli e dare loro possibilità.
Disabilità è uguale a versatilità ecco il mio slogan, diversabilmente capaci di accogliere.

*3D, Liceo Pedagogico di Parma. 

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