Curare una cataratta oppure comprare un paio di occhiali, fondamentali per corregge una miopia è pura “routine” in una parte del mondo (Europa, America del Nord), mentre resta un’assoluta rarità nell’altra area del globo (Africa, America Latina e Asia in primis). La carenza di questi semplici servizi e strumenti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), diventa un fattore di rischio per milioni di bambini che vivono nei Paesi in Cerca di Sviluppo.
Oggi, 8 ottobre, Giornata Mondiale della Vista, di cui parliamo ampiamente anche in altra parte del giornale, CBM Italia – Sezione Nazionale della principale organizzazione non governativa impegnata in vari Paesi del mondo nella lotta alle forme evitabili di cecità e disabilità delle cui iniziative abbiamo già avuto più volte occasione di occuparci – rilancia Apriamo gli occhi, campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, in accordo con le raccomandazioni dell’OMS per l’eliminazione della cecità evitabile.
«Ad oggi – spiegano da CBM Italia – la marcia della cecità infantile prosegue a un ritmo impressionante: ogni minuto un bambino diventa cieco. Eppure basterebbe una diagnosi precoce per curare le principali cause della cecità e delle patologie oculari. Secondo l’OMS, nel 40% dei casi, le cause che determinano la cecità infantile sono curabili con interventi mirati. Se non si interviene tempestivamente, il 60% dei bambini che diventano ciechi muore entro un anno dal momento in cui ha perso la vista».
Fino al 24 ottobre, dunque, in corrispondenza di questo, che è il Mese della Vista, è possibile sostenere la campagna Apriamo gli occhi (il numero è 45506), per contribuire a sostenere i progetti di lotta alla cecità di CBM nei Paesi in Cerca di Sviluppo in cui il fenomeno è più acuto.
Quest’anno si punta in particolare a quindici Paesi (Bolivia, Brasile, El Salvador, Etiopia, Haiti, India, Kenya, Nepal, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia), tra Africa, America Latina e Asia, attraverso diciannove ospedali e cliniche oculistiche mobili, con l’obiettivo di raggiungere 13.000 persone, intervenendo con 7.000 operazioni chirurgiche per ridare la vista a bambini e adulti e fornendo 6.000 paia di occhiali da vista, per correggere i difetti refrattivi. (S.B.)
«Apri gli occhi, Mac!»
«Apri gli occhi, Mac, è andato tutto bene. Prova a guardare… ora ci vedi!»: con queste parole Fil, la madre di Mac, ha tenuto la mano emozionata a suo figlio, mentre gli venivano tolte le bende dagli occhi. Vicino a loro, i medici e gli infermieri che lo avevano seguito durante l’operazione di cataratta a entrambi gli occhi.
La storia di Mac era iniziata mesi prima, quando andando a scuola si era accorto di vedere molto poco. Mac ha 6 anni, vive in un villaggio del Kenya ed è affetto da cataratta congenita bilaterale. Mentre infatti la cataratta nei Paesi Occidentali colpisce soprattutto gli anziani, nei Paesi in Cerca di Sviluppo è diffusissima tra i bambini ed è la principale causa di cecità.
Mac vive con la madre e i fratelli in un villaggio isolato del Kenya. Quando una delle cliniche oculistiche mobili organizzate da CBM lo trovò, Mac era in casa, avvolto nel buio della solitudine.
Nelle comunità più povere e carenti di servizi oculistici, essere colpiti da cataratta per un bambino significa spesso non avere la possibilità di uscire di casa, andare a scuola, costruirsi un futuro. Significa essere condannati alla povertà.
Mac è stato portato all’Ospedale Kikuyu, sostenuto da CBM, situato a circa 15 chilometri da Nairobi, centro di riferimento per le cure oculistiche per tutta l’Africa Orientale. La struttura è specializzata nella cura delle patologie visive infantili; l’anno scorso ha effettuato oltre 72.000 screening alla vista, 3.000 operazioni di cataratta e distribuito 7.835 occhiali da vista.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Paola De Luca (paola.deluca@cbmitalia.org).
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