Sono già 4.500 le firme raccolte in tre giorni da Terre des Hommes Italia – organizzazione da sempre impegnata nella protezione dell’infanzia – dopo il lancio nei giorni scorsi della petizione con la quale si chiede la modifica della norma che rende impossibile la registrazione all’anagrafe dei figli dei migranti irregolari.
Ora, in vista dello spostamento al 22 giugno prossimo del termine per la presentazione degli emendamenti al testo del cosiddetto “Pacchetto Sicurezza” – ancora fermo al Senato per la sua approvazione definitiva – tale petizione (raggiungibile cliccando qui) è stata rilanciata.
Secondo Terre des Hommes, infatti, vi è una norma del citato “Pacchetto Sicurezza” – vale a dire del Disegno di Legge 733-B – contenuta nell’articolo 45, che modificando il Testo Unico sull’Immigrazione approvato con il Decreto Legislativo 286/98, rischia di negare il diritto all’esistenza per migliaia di bambini migranti in Italia, in quanto renderà impossibile per i genitori migranti irregolari l’iscrizione all’anagrafe dei propri figli dopo la nascita. Questo perché dovranno presentare insieme ai loro documenti il permesso di soggiorno.
«Questi bambini – sottolinea Raffaele K. Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes – diventeranno invisibili per le istituzioni italiane, non potranno accedere all’istruzione primaria e, in mancanza di una minima tutela, potranno diventare oggetto di abuso, sfruttamento, tratta, pedo-business e vittime della criminalità organizzata».
«Esprimiamo poi la nostra forte preoccupazione – continua Salinari – anche in merito all’ipotetica possibilità di ottenere un permesso provvisorio di soggiorno per la durata della gravidanza e il primo anno del bambino, in quanto esistono oggettive difficoltà per ottenerlo, visto che occorre anche fornire un domicilio che molti non hanno o non possono dare [lo stesso “Pacchetto Sicurezza” – va ricordato – introduce pene fino a tre anni per chiunque dia alloggio a uno straniero privo del permesso di soggiorno, N.d.R.], oltre all’introduzione del reato di clandestinità che non favorirà certo l’uscita allo scoperto dei migranti irregolari in attesa di un bimbo. Già la cronaca ha evidenziato come questo clima di criminalizzazione abbia mietuto vittime tra gli esseri più vulnerabili, quali donne e malati. I prossimi, purtroppo, saranno i bambini, in violazione al diritto fondamentale per ognuno di loro di avere un nome e ricevere protezione, riconosciuto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia ratificata dall’Italia». (S.B.)
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