A Roma, davanti a Palazzo Montecitorio, una persona in carrozzina staziona ininterrottamente ormai da due mesi davanti alla Camera dei Deputati; è dal 27 aprile, infatti, che Lorenzo Milano, torinese, sta portando avanti una forma estrema di protesta, che sta mettendo seriamente a rischio le sue condizioni di salute generali.
Nato nel 1950 e colpito da poliomielite nel 1952, Lorenzo Milano è una persona insulinodipendente e cardiopatica che ha iniziato proprio dal 27 aprile un sit in contestuale a uno sciopero dei farmaci dagli esiti ormai serissimi. «I valori della glicemia sono compresi fra 60 e 120 – ci ha informati durante un lungo colloquio che abbiamo avuto con lui nei giorni scorsi – mentre io ho testimoniato con una foto che ho inviato nel Palazzo alle nostre spalle che sono arrivato sino a un valore di 591. Ho avuto uno sbalzo glicemico, e non è stato l’unico, da 591 a 78. Potete comprendere cosa può significare».
Ma quali sono le ragioni che hanno spinto Lorenzo a una forma di protesta così estrema? Innanzitutto la rivendicazione dell’urgenza di innalzamento della pensione per le persone con disabilità cui viene riconosciuto un contributo mensile pari nel suo caso a 253 euro, e non l’indennità di accompagnamento.
«253 euro al mese sono niente – dice Lorenzo – è un’elemosina che se la moltiplichi per tredici mensilità e la dividi per 365 giorni ti dà un reddito di 9 euro al giorno. Per uno come me, che per le sue patologie è obbligato fare tre pasti al giorno, è una cosa indegna. Indegna quando un’amministrazione come quella di Torino fissa la soglia minima vivibile a 540 euro».
La seconda richiesta che Lorenzo pone al Parlamento come condizione sine qua non per interrompere questo sciopero dei medicinali riguarda la disponibilità delle istituzioni «a cambiare le regole con le quali viene stabilito che tu, persona con disabilità, sei autonomo a svolgere gli atti quotidiani della vita».
Su questo tema Lorenzo si accalora in maniera particolare, in quanto a seguito di una visita di controllo della Commissione Medico-Militare di Torino, si è visto revocare i benefici della Legge 104/92 e l’indennità di accompagnamento, precedentemente riconosciutagli da una Commissione dell’ASL di competenza, insieme all’invalidità del 100%.
«Quel giorno – racconta – mi fecero le quattro fatidiche e assurde domande: ti vesti da solo? Ti alletti da solo? Ti fai da mangiare da solo? Ti lavi da solo? Se tu, come ho fatto io nel 1997, rispondi a tutte e quattro sì, vieni considerato in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita. Ora, è vero che io cucino da solo, ma se l’uovo che mi cucino non me lo prendi dallo scaffale in alto come me lo porto a casa? Se la spesa non me la porti a casa, io – stando in carrozzina – o spingo le ruote o spingo i sacchetti. Se mi alletto da solo e non ho nessuno che mi lavi e stiri le lenzuola, dormo nella sporcizia per un anno? E si potrebbe continuare a lungo».
Non rientra attualmente nelle richieste che Lorenzo sta ponendo al Parlamento, ma è di certo un fattore scatenante di questa tenace protesta il fatto che – dopo l’assegnazione da parte della Commissione Emergenza Abitativa di Torino di un alloggio popolare nel 2004 – proprio in questi primi mesi del 2009 gli sia sia stato imposto di lasciare tale abitazione, a seguito di accertamenti che avrebbero riscontrato – cosa che Lorenzo nega fermamente – che lui non risiedesse più da tempo in quella casa.
Stupisce – e anche noi della redazione di Superando siamo effettivamente venuti a conoscenza di questa iniziativa solo da pochi giorni – il silenzio dei media. A parte infatti qualche redazione locale, un articolo curato dal quotidiano «Liberazione» e un servizio del Tg5, inserito nella rubrica L’indignato speciale, e nonostante si tratti di una zona ad altissima densità di giornalisti, nessun professionista della comunicazione si è avvicinato, anche a microfoni spenti, per chiedere informazioni su questa protesta.
«C’è stata proprio qui una manifestazione di giornalisti, saranno stati un’ottantina – constata con ironia Lorenzo – e mi sono detto: sono giornalisti, mi sembra di ricordare dai tempi in cui ero pubblicista che il giornalista vada alla ricerca delle notizie; quando avranno finito con la loro manifestazione si interesseranno quindi alla mia vicenda, dopo aver letto che sono qui dal 27 aprile senza medicinali. E invece nessuno si curato di me, neanche i loro colleghi che stavano coprendo questo evento con riprese e interviste».
Allo stesso modo i parlamentari – pochissimi – che passando di lì si sono fermati in queste settimane per avere un contatto con Lorenzo, hanno dimostrato un interesse breve e superficiale.
Di maggiore sostanza l’attenzione dimostrata dalla Segreteria della Camera, dalla quale Lorenzo aveva ricevuto rassicurazioni riguardo alla presa in considerazione delle sue istanze, cosa che lui stesso ha potuto constatare. L’incontro, però, pianificato proprio per l’avvio di questa settimana, che sarebbe stato auspicabile generasse un confronto positivo in grado di permettere l’interruzione di questo pericoloso sciopero, non c’è però ancora stato.
Da quello che abbiamo personalmente constatato, le condizioni di salute di Lorenzo sono molto serie e crediamo che qualsiasi azione istituzionale che possa mettere fine a questa protesta sia ormai urgente e non più procrastinabile.
Di certo torneremo ad occuparci di questa vicenda, ma confidando già da oggi che il signor Milano possa varcare quella soglia aperta che guarda ormai da due mesi e che le sue istanze siano ascoltate con la dovuta attenzione. (Giuliano Giovinazzo)