In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale il Consiglio Nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), insieme alla dirigenza della Sezione Italiana dello IAPB, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.
Per l’occasione, il presidente nazionale dell’UICI Mario Barbuto ha voluto ricordare l’impegno della propria Associazione e il «diritto ad avere diritti», ovvero «il diritto allo studio per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, oggi divenuto un po’ meno certo, a causa di una normativa instabile che, dopo il superamento delle Province, non attribuisce chiarezza di competenze e disponibilità di risorse tali da poter assicurare a ogni allievo e a ogni allieva non vedente la presenza del proprio assistente pomeridiano post-scolastico, indispensabile per ridurre lo svantaggio iniziale dovuto alla cecità. E anche il diritto al lavoro, nello spirito della Costituzione Italiana, per soddisfare quell’anelito di uguaglianza e di emancipazione civile che anima ciascuno di noi. Senza lavoro, infatti, non si ha libertà, non vi è indipendenza personale, mancano i presupposti per una vera integrazione nella vita sociale di tutti. E da ultimo, ma non ultimo, il diritto alla cultura, rispetto al quale proprio in questi giorni vediamo una delle nostre “perle”, il Museo Tattile Statale Omero di Ancona a rischio di interruzione dei finanziamenti, 500.000 euro annui che darebbero alla struttura marchigiana la possibilità di continuare le attività, riconosciute di grande interesse e qualità anche dalla comunità internazionale».
«Sapete bene, sapete meglio di me – ha dichiarato il presidente Mattarella, nel corso del suo intervento – che una vera inclusione delle persone con disabilità, e ancora di più per quelle con disabilità visiva, passa attraverso alcuni nodi centrali. In modo particolare, ci è stato ricordato poc’anzi, con decisione, che vi sono nodi essenziali che riguardano i temi dell’istruzione, del lavoro e della prevenzione. L’istruzione è strumento essenziale per l’integrazione e dev’essere messa in opera dalla prima infanzia. Purtroppo ci sono ancora molte barriere per una fruizione piena della didattica, basti pensare all’accesso alle aule, alla scarsezza di audiolibri o di libri in Braille, alle lavagne e via dicendo. Il lavoro è lo strumento fondamentale: rende autonomi, consente di vivere un’esistenza libera e dignitosa e di realizzare le proprie aspirazioni. Il lavoro permette di superare lo stato di povertà, un pericolo incombente per molti non vedenti o ipovedenti. Le nuove tecnologie, i supporti informatici, offrono oggi enormi opportunità. Su questo è necessario investire, chiamando a raccolta le intelligenze del Paese. La strada per il superamento delle barriere passa infatti necessariamente anche dagli strumenti. Il diritto al lavoro è riconosciuto e tutelato dalla nostra Costituzione ed è quindi compito delle Istituzioni renderlo effettivo, anche per coloro che posseggono capacità lavorative ridotte, o diverse».
«Di grande rilievo – ha proseguito il Capo dello Stato – è poi il tema della ricerca e della prevenzione. Le statistiche ci dicono che quasi l’80% delle minorazioni della vista possono essere curate o prevenute. Non ci si deve mai stancare di sottolineare quanto importanti siano per il nostro Paese gli investimenti per la ricerca, una ricerca che deve anche riguardare le malattie visive, insieme alle altre naturalmente».
«Ho ascoltato con attenzione le indicazioni e assicuro il mio impegno per seguirne la soluzione», ha concluso Mattarella, che ha voluto anche invitare la cittadinanza «ad avere attenzione, rispetto e dignità nei confronti di chi è disabile, perché non vi è cecità peggiore di chi chiude gli occhi davanti alle difficoltà degli altri».
Dal canto suo, Barbuto ha voluto esprimere un ulteriore desiderio condiviso, ovvero «che la Giornata Internazionale dei nostri Diritti possa essere celebrata ogni giorno e non solo una volta all’anno, il 3 dicembre. E ci piacerebbe che fosse celebrata onorando in concreto le nostre richieste di potere studiare, lavorare, vivere da esseri umani liberi, pari tra pari, cittadini tra i cittadini». (C.G. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).
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