Tutti i film devono essere audiodescritti

E invece, come denuncia l’Associazione Blindsight Project - impegnata da una decina d’anni per far sì che il cinema, la TV e lo spettacolo in genere siano realmente accessibili a tutti, in particolare proprio grazie all’audiodescrizione - ancora oggi questa opportunità riguarda poche opere, anche per l’indisponibilità di certe case di produzione a spendere cifre relativamente modeste
Audiodescrizione di un film
Persone con disabilità visiva che si avvalgono dell’audiodescrizione di un film

«Quanti film in TV sono accessibili alle persone con disabilità visiva? Quanti arrivano accessibili al cinema, ovvero ben pochi!». Sia la provocatoria domanda che l’amara risposta arrivano da Massimiliano Bellini di Blindsight Project, l’Associazione che lavora ormai da anni per far sì che il cinema, la TV e lo spettacolo in genere siano realmente accessibili a tutti, in particolare grazie all’audiodescrizione, che consente di abbattere le barriere sensoriali in favore delle persone con disabilità visiva.
Lo spunto arriva dalla denuncia lanciata nei giorni scorsi in Facebook da Carlo Cafarella, amministratore delegato di MovieReading, la App che lavora sulle audiodescrizioni dei film e che, come avevamo riferito qualche tempo fa, aveva ottenuto nel dicembre scorso, dalla casa di distribuzione Medusa, la possibilità di audiodescrivere film di grande popolarità, come Quo vado di Checco Zalone e Chiamatemi Francesco di Daniele Luchetti. «Avevamo chiesto di replicare quell’esperimento – ha scritto Cafarella – rendendo accessibili anche i film Tiramisù con Fabio De Luigi e Forever Young con Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli e Teo Teocoli, ma ci hanno risposto che ai Produttori (rispettivamente Colorado Film e Wildside) piacerebbe farlo, ma che non hanno budget e quindi non possono contribuire ai costi come da noi richiesto (2.000 euro in totale per entrambi i film)».

«Se per una manciata di euro – commenta Bellini – i produttori non danno le copie dei film a MovieReading, quelle opere saranno accessibili solo se – una volta uscite dai cinema e disponibili in DVD – qualcuno ci metterà i soldi di tasca propria, come ha fatto la nostra Associazione per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, caricando poi il tutto in MovieReading, con audiodescrizione e anche sottotitoli. Questa è infatti l’accessibilità sulla quale siamo impegnati ormai da una decina d’anni, con numerose battaglie vinte, anche a livello di Festival come quello di Roma o pensando alla recente convenzione ottenuta grazie al lavoro nostro e dell’Associazione CulturAbile, tramite la quale un film al mese distribuito da RAI Cinema/01 verrà audiodescritto e pubblicato in MovieReading».
Lapidaria la conclusione: «Se un produttore non vuole spendere 1.000 euro per rendere accessibile la propria opera, spesso sostenuta con denaro pubblico, perché noi ciechi senza accessibilità dobbiamo pagare il canone RAI obbligatoriamente nella bolletta elettrica?». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@blindsight.eu.

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