«Con il provvedimento del 2 settembre, l’Agenzia delle Entrate si è dimenticata degli accordi presi con noi». Cosi Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, che prosegue: «Nei mesi passati, dopo l’introduzione nel cosiddetto Decreto Anticrisi di norme poco ponderate sul controllo delle organizzazioni sociali, si era dato avvio a un tavolo di confronto tra il Forum del Terzo Settore, l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia per le ONLUS. L’obiettivo era quello di tenere insieme l’esigenza di trasparenza e rigore e la volontà di non danneggiare le associazioni con vincoli burocratici eccessivi (specie per le piccole organizzazioni). Dal lavoro comune era uscito un testo di proposte di modifica condiviso che avrebbe dovuto essere presentato come emendamento migliorativo della legge. Ciò purtroppo non è accaduto».
Con un’improvvisa decisione, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il Modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali, un testo particolarmente gravoso per le organizzazioni sociali, sia per lo stile burocratico e ridondante – molti dati richiesti sono già in possesso delle Pubbliche Amministrazioni – sia per gli strettissimi tempi concessi per la sua riconsegna (telematica, tanto per gradire, quasi a mostrare la totale noncuranza per le piccole organizzazioni sociali).
“È ben curioso constatare – dichiara ancora il portavoce del Forum – che il ministro del Welfare, nel suo Libro Bianco [“La vita buona nella società attiva”, N.d.R.], non ha esitato a definire il Terzo Settore “punto di forza del modello sociale italiano”, mentre l’Agenzia delle Entrate lo giudica un soggetto da trattare alla stregua di un super evasore. Sembra infatti che l’assunto da cui sono partiti i dirigenti dell’Agenzia sia la “presunzione di colpevolezza” di tanta parte della società civile italiana, lasciando alle organizzazioni l’onere di provare il contrario. Ma questo è un grave errore: il Terzo Settore, infatti, ha tutto l’interesse a garantire trasparenza e legalità ed è pronto a fare la sua parte purché non si soffochi la libera azione sociale con vuoti gravami burocratici». «Per questo – conclude Olivero – ci aspettiamo immediati segnali di ripresa del confronto». (Paola Scarsi)