Clownterapia, arteterapia e pet therapy (“terapia con gli animali”) rappresentano un aiuto efficace ai percorsi di cura e per questo devono essere svolte da chi ha un’adeguata preparazione, soprattutto se si parla di bambini: è stato questo il messaggio lanciato alla Conferenza Internazionale sulle “coterapie in ospedale”, svoltasi il 10 maggio scorso ad Ancona [se ne legga la nostra presentazione, N.d.R.], a conclusione del progetto europeo MUSA – ove tale acronimo sta per MUSic performing and creative Arts professions involved in healthcare – condotto da realtà di riferimento nel settore provenienti da Italia, Turchia, Lettonia, Polonia e Regno Unito e coordinato dalla Fondazione Salesi di Ancona.
«Abbiamo sempre creduto nelle “coterapie” – ha sottolineato per l’occasione Anna Rita Settimi Duca, direttrice operativa della Fondazione Salesi – e ci auguriamo che le linee guida emerse dal progetto vengano recepite, perché è fondamentale che questi interventi siano realizzati da personale adeguatamente formato. Su questo terreno operiamo all’interno dell’Ospedale Pediatrico Salesi da oltre dieci anni, in raccordo con l’équipe medica; ora stiamo per avviare nuovi progetti di musicoterapia che riguarderanno in particolare gli adolescenti affetti da epilessia, i bambini con disturbi neuromuscolari e quelli che hanno subito interventi al cuore».
Nel corso della Conferenza del 10 maggio, i vari rappresentanti istituzionali hanno messo in evidenza l’importanza di integrare le “coterapie” nelle strutture ospedaliere. Michele Caporossi, direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, ha fatto riferimento al futuro del Salesi: «Ripartiamo con una tessitura nuova – ha dichiarato – composta non solo da medici e psicologi, ma anche da chi lavora nello sviluppo delle coterapie». Dal canto suo, Emma Capogrossi, assessore alla Sanità del Comune di Ancona, ha voluto sottolineare il ruolo pionieristico svolto dall’Ospedale Salesi in questo campo e l’intenso lavoro degli ultimi anni. Per Fabrizio Volpini, infine, presidente della Commissione Sanità nel Consiglio Regionale delle Marche, «le “coterapie” devono uscire da una prospettiva sperimentale ed entrare in maniera continuativa nel processo terapeutico, ed è auspicabile che la Regione assuma un ruolo nella creazione della governance su questo».
Il meeting ha visto confrontarsi esperti di respiro internazionale nel campo delle “coterapie”, che hanno illustrato i risultati del progetto il quale, in due anni di attività, si è dedicato alla definizione dei profili professionali, tracciando lo stato dell’arte nei diversi Paesi partner e raccogliendo informazioni e studi scientifici prodotti su questo terreno. Un patrimonio, questo, accessibile a tutti grazie al portale del Progetto MUSA, dove saranno presto disponibili anche opportunità di formazione e lavoro, in un’ottica di mobilità europea.
Un incontro, quindi, che ha rappresentato un momento centrale di confronto tra esperienze e buone pratiche, per dare voce alle evidenze scientifiche, sensibilizzare sugli effetti delle “coterapie” e favorire lo scambio professionale.
Va ricordato, infine, che il partenariato di MUSA è formato dalla Fondazione Salesi di Ancona – che come detto lo ha coordinato – insieme all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, all’AIM (Associazione Italiana Professionisti della Musicoterapia) di Firenze, alla Yildirim Beyazit University di Ankara (Turchia), alla Latvia Music Therapy Association di Liepaja (Lettonia), alla Facoltà di Pedagogia e Psicologia dell’Università di Bialystok (Polonia) e al College Grŵp Llandrillo-Menai di Rhos on Sea (Regno Unito). (Isabella Tombolini)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: isabella.tombolini@alceomoretti.it.
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