Questa è omissione di atti d’ufficio!

Lo dichiara l'avvocato dell'associazione romana Viva la Vita ONLUS, denunciando il drammatico caso di una donna affetta da sclerosi laterale amiotrofica, che versa, insieme alla sua famiglia, in uno stato di abbandono e incuria totale. «Se in un contesto come quello italiano - aggiunge il presidente della stessa Associazione - in cui la popolazione invecchia e i malati cronico-critici come quelli di SLA vivono più a lungo, non si investe seriamente in politiche socio-assistenziali, lo Stato è reo di abbandono e di morti annunciate»

Mano di persona affetta da sclerosi laterale amiotroficaL’associazione romana Viva la Vita ONLUS denuncia in un comunicato stampa lo stato di drammatico abbandono e incuria in cui versa una donna affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) a Ostia (Roma). «Viviamo in una casa popolare di neanche 50 metri quadri – racconta la figlia Alessandra – in cinque con mia madre immobile in un letto con la sua bombola di ossigeno vicina al gas della cucina. Abbiamo richiesto un nuovo alloggio e un aiuto dai servizi sociali e la risposta è stata di attendere qualche anno… io sono ai limiti del crollo!».

Come detto, la signora Maria Di Marcantonio, sessantenne, è affetta da SLA, la grave patologia neurodegenrativa progressiva che costringe tutto il corpo a una progressiva e inesorabile immobilità, lasciando la mente perfettamente lucida. A meno di un anno dalla diagnosi, la signora è già immobile nel suo letto con l’ossigeno e nutrita per via artificiale. Vive in una casa popolare con la figlia Alessandra, il genero e due nipoti minorenni. La casa è talmente piccola che il letto in cui vive è in cucina – l’ambiente più grande – con la bombola di ossigeno vicina ai fornelli del gas. Non ha la carrozzina elettrica perché inutile, non riuscirebbe comunque a passare nelle altre stanze e il bagno per lei è totalmente inaccessibile. Riesce ancora a parlare, ma il suo eloquio è divenuto incomprensibile e quando anche la parola l’abbandonerà del tutto, la sua mente sarà totalmente prigioniera in un corpo immobile.

«Sono ai limiti delle forze – è l’accorato appello della figlia Alessandra – e prossima al crollo psicofisico. Se non cambierà nulla non so cosa accadrà… oltre alla fisioterapia e a un accesso al giorno di pochi minuti di un’infermiera non abbiamo nulla. Io oramai sono bloccata in casa ad assistere mia madre, non posso allontanarmi neanche un minuto e le notti sono pressoché in bianco. Viviamo con lo stipendio di mio marito che non ci consente, assolutamente, di permetterci una badante. Una mano me la danno i miei figli, ma sono minorenni e non posso far pesare su di loro un’assistenza così gravosa».
«L’anno scorso – continua Alessandra – ho richiesto un nuovo alloggio popolare più grande, almeno adeguato alla condizione di mia madre, ma non ho ancora ricevuto risposte. La buona notizia è che a gennaio del 2009 i Servizi Sociali del Comune hanno accettato la domanda per l’assistenza, ma mi hanno prospettato attese che possono arrivare fino a tre anni…».

«È gravissimo – dichiara il presidente di Viva la Vita ONLUS Mauro Pichezzi – che un caso di SLA in fase avanzata non sia seguito da nessun centro ospedaliero qualificato, ma è ancor più drammatico che la signora sia letteralmente abbandonata a se stessa. Il già esiguo Fondo Nazionale per le Politiche Sociali si dimezzerà nel 2011, il Fondo per le Non Autosufficienze nel 2010 non esisterà più: questa è la risposta del Governo ad un’urgenza che è divenuta una vera e propria emergenza sociale. Se in un contesto come quello italiano – in cui la popolazione invecchia e i malati cronico-critici come quelli di SLA vivono più a lungo – non si investe seriamente in politiche socio-assistenziali, lo Stato è reo di abbandono e di morti annunciate».
«Ci sono tutti gli estremi per configurare un reato di omissione d’atti d’ufficio nei confronti di chi sarebbe tenuto alla presa in carico della signora – aggiunge Chiara Madia, avvocato penalista di Viva la Vita ONLUS – e siamo pronti a procedere per le vie legali». (Simonetta Tortora)

Ufficio Stampa Associazione Viva la Vita ONLUS, tel. 338 9506833, ufficiostampa@wlavita.org.
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