Il disegno è un gioco che colora il mondo

di Elisa Rossoni*
Il disegno non come oggetto da valutare, correggere o interpretare, ma come esperienza giocosa, utile a vivere un momento di piacevolezza e benessere, ognuno con le proprie disabilità e i propri bisogni particolari: è questo il concetto-base da cui si parte allo “Spazio Gioco” dell’Associazione milanese L’abilità, nel quale sono tanti i bimbi che lasciano “tracce di gioco per colorare il mondo”
"Spazio Gioco" dell'Associazione L'abilità di Milano
Bimbi che lasciano “tracce di gioco per colorare il mondo” allo “Spazio Gioco” dell’Associazione L’abilità di Milano

«Disegnare è un gioco», suggerisce Arno Stern, l’educatore tedesco ideatore del Closlieu, laboratorio dedicato a partecipanti di ogni età, luogo protetto e circoscritto, dove poter sperimentare la libertà di lasciare tracce di sé su un foglio al riparo da giudizi classificanti e imbriglianti, da sguardi condiscendenti o interpretanti.
Il disegno, sempre secondo Stern, non è esclusivamente un esercizio per sviluppare la motricità fine e le capacità grafo-motorie, non è solo un «mezzo di formazione culturale» e di avvicinamento all’arte, non è una «pura e incondizionata manifestazione della fantasia infantile», come aveva sottolineato l’artista e designer Bruno Munari, creatore dell’omonimo “Metodo”. Quando infatti disegna, il bambino è immerso, come nel gioco, nella piacevolezza di un’attività concentrata e seria che gli consente di sperimentare abilità emergenti, seguendo il suo ritmo interiore, di dare forma alla creatività, di trasformare il reale tracciandolo su un foglio bianco.

Allo Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità di Milano, proponiamo il disegno come attività ludica attraverso cui i bambini possono sostare per esperire un momento di piacevolezza e benessere, senza l’incombenza di una valutazione, l’aspettativa di un successo o la produzione di un “lavoretto”.
Affinché ogni bimbo possa partecipare a questa esperienza in modo autonomo e divertente, è necessario però istituire e strutturare un setting adatto ai bisogni particolari di ciascuno. Colorare su un tavolo luminoso, ad esempio, può favorire l’attenzione, la concentrazione e la curiosità, stimolando i bambini a rimanere seduti e a mantenere il contatto oculo-manuale. Il colore e la luce si mescolano in un gioco di effetti che incantano e invitano alla continua sperimentazione e invenzione di tracce sempre nuove e differenti.
Con i bambini che mantengono la tendenza all’esplorazione orale, si possono utilizzare colori commestibili, fatti con semplici ricette con i coloranti alimentari. Il citato tavolo luminoso, inoltre, è uno strumento che può essere utilizzato, in particolare con i bambini ipovedenti, perché stimolati dal contrasto visivo.
Dipingere su una cornice in plexiglass, fatta costruire appositamente da un falegname, può favorire invece un’esperienza di gioco condiviso, l’inseguimento visivo, l’imitazione, mentre la pittura in verticale permette ai bimbi con problemi visivi e/o motori una maggiore vicinanza all’oggetto, mantenendo una postura corretta.

Per ampliare le possibilità e le esperienze ludiche, utilizziamo strumenti differenti per ridipingere le pareti: spugne impregnate di tempera, spazzolini da denti, pettini, guanti mangiapolvere o spruzzini che creano nuvole da cui si dipanano rivoli di colore.
Ai bambini che presentano ipotonia e difficoltà a impugnare una matita, proponiamo l’uso di pennelli o pastelli a cera da dita, per permetter loro di disegnare in autonomia, accrescendo così l’autostima e la fiducia in se stessi. A quelli invece con difficoltà psico-motorie complesse, proponiamo giochi di stimolazione sensoriale, che consentano di vivere un’esperienza di piacere e di percezione di sé e del proprio corpo.
E ancora, ai bimbi che non amano sporcarsi, anche a causa di deficit sensoriali, proponiamo la pittura su tablet o su una tovaglietta da colorare con acqua.
Ai bambini, infine, che presentano difficoltà nella comprensione verbale, proponiamo un setting strutturato che consenta loro di capire visivamente, anche con i simboli della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), il disegno che devono colorare.

A queste proposte ne seguono altre ancora, tutte volute per far sì che il disegno non sia considerato unicamente come un oggetto da valutare, correggere o interpretare, ma possa diventare, per tutti e per ciascuno, un’esperienza giocosa per colorare il mondo.

Pedagogista e coordinatrice dello Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità di Milano.

Varie immagini a corredo ed esplicazione di quanto descritto nel presente approfondimento sono presenti nel sito dell’Associazione L’abilità. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@labilita.org.

Share the Post: