Prende il via in queste settimane Vado al museo, un progetto della Fondazione Dopo di Noi di Bologna – impegnata in particolare nei confronti di persone con sindrome di Down o altre disabilità intellettive (se ne legga nel box in calce) – che intende coinvolgere un gruppo di giovani per stimolarne l’acquisizione di autonomie nell’àmbito della gestione del tempo libero, attraverso l’elaborazione di percorsi di visita ad alcuni musei del capoluogo emiliano.
L’iniziativa riguarda esattamente cinque strutture del Sistema Museale dell’Università di Bologna (Museo di Palazzo Poggi; Museo di Zoologia; Museo Geologico “Giovanni Capellini”; Museo di Mineralogia “Luigi Bombicci”; Orto Botanico ed Erbario) e ha come partner ufficiale proprio quest’ultimo Ateneo.
A partire dal prossimo mese di ottobre, dunque, i giovani coinvolti parteciperanno a incontri divulgativi gestiti dagli insegnanti che il Sistema Museale dell’Ateneo bolognese metterà gratuitamente a disposizione e poi visiteranno i musei scelti.
«Ma non è finita – spiegano dalla Fondazione Dopo di Noi – poiché le visite saranno solo l’inizio di un percorso che consentirà poi ai partecipanti di elaborare la loro esperienza attraverso la realizzazione di una guida a fumetti, che li porterà a lavorare a fianco di disegnatori e sceneggiatori professionisti dell’Associazione Mirada di Ravenna, portandoli in seguito a organizzare loro stessi le visite guidate». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: coordinamento.pedagogico@dopodinoi.org.
La Fondazione Dopo di Noi di Bologna
Si tratta di una ONLUS che offre informazione e sostegno ai genitori di persone con disabilità, cercando di dare una risposta alla loro preoccupazione più grande: «Chi avrà cura del nostro figlio disabile quando noi non ci saremo più?». In tal senso, a partire dal 2002 è stata offerta informazione e sostegno a più di trecentocinquanta famiglie, coinvolgendo in vari progetti oltre cento giovani con disabilità.
Dopo di Noi ONLUS si occupa in particolare di persone con disabilità intellettiva e con sindrome di Down, impegnandosi in un lavoro complesso, orientato all’individuazione di soluzioni coerenti e coordinate tra loro.
Le attività si articolano in tre aree principali: sperimentazione di progetti abitativi; percorsi individualizzati e sostegno ai genitori; consulenza e informazione giuridica.
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