«È tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione»: così il secondo comma del primo articolo della Legge 4/04 – nota anche come “Legge Stanca” – che prescrive appunto come le Pubbliche Amministrazioni, gli Enti Pubblici e le aziende private concessionarie di servizi pubblici debbano assicurare il diritto d’accesso ai servizi informatici, a partire dai siti web.
Ebbene, il nuovo portale web della RAI consente di usufruire della programmazione radiotelevisiva in tempo reale e di un’estesa selezione di materiali di archivio video e audio anche – per quanto riguarda la radio – in formato podcast.
Si tratta di un portale elegante, molto ricco, ma anche pieno di barriere per chi ci vede poco o per niente, per chi si muove con difficoltà sulla tastiera del computer, per chi non dispone di attrezzature informatiche potenti e aggiornate. E questo è un limite grave, che esclude tante persone interessate ai contenuti, spesso pregevoli, che ad esempio RadioRai produce e mette in onda e online.
Una legge dello Stato, quindi, viene ignorata proprio da un Ente Pubblico, mentre basterebbero poche pagine ausiliarie in formato testuale per agevolare la navigazione web a ipovedenti, disabili e più in generale a chi deve ricorrere a computer obsoleti. Poter usufruire della radio attraverso internet offre infatti a tutte queste persone – e non solo a loro – un’importante occasione di arricchimento. Grazie al web i radioascoltatori possono registrare i programmi della RAI, riascoltarli in momenti diversi, abbonarsi alle trasmissioni preferite.
Le barriere tecnologiche di un sito così complesso, una grafica che non può essere facilmente convertita in comandi vocali, vanificano questi vantaggi e allontanano da ciò che dovrebbe essere di tutti.
Di fronte a tale problema, un gruppo di appassionati ascoltatori della radio – fedeli fruitori di questo mezzo sul web – ha scritto a RaiNet e ai vertici RAI per segnalare la grave anomalia, ricordando ai responsabili del sito che la presenza web di un Ente Pubblico non può – per legge – trascurare le fondamentali esigenze dei disabili e di chi non può permettersi computer troppo costosi.
Ora questa lettera è diventata una petizione online che può essere letta e sottoscritta da tutti.
Il testo della petizione
In occasione del lancio della nuova interfaccia web della Community del portale RAI – uniformata al “look and feel” introdotto per il sito istituzionale dell’emittente pubblica – desideriamo esprimere tutta la nostra perplessità in relazione alla totale assenza di riferimenti a interfacce di accesso alternative e semplificate, a basso contenuto grafico.
La versione precedente della Community, che a quanto comunicato dagli amministratori, dovrebbe restare online ancora per qualche mese, prevedeva una possibilità di visualizzazione “a bassa risoluzione” (solo testuale) in ottemperanza a precise leggi che regolano l’accessibilità per ipovedenti e portatori di disabilità motorie (“Legge Stanca” del 9 gennaio 2004).
Nella nuova interfaccia della Community RAI non abbiamo trovato traccia di analoghe possibilità, malgrado – solo per citare uno dei tanti problemi – la presenza di numerosi utilizzatori non vedenti che seguono fedelmente il sonoro dei programmi radiotelevisivi e i “podcast” della radiofonia RAI.
Nell’homepage del nuovo portale mancano i riferimenti a punti di ingresso ad alta accessibilità e questo in un impaginato complesso che mette a dura prova le capacità dei software per la navigazione vocale utilizzato da molti ipovedenti.
Purtroppo l’accesso all’intero portale Rai.tv risulta oggi molto più complesso a causa delle opzioni tecnologiche adottate da parte dei realizzatori. Questo problema riguarda chiunque, disabile o meno, non sia equipaggiato con computer e browser di ultima generazione. Con buona pace dell’universalità di un servizio fin troppo irto di ostacoli. Ci sembra una situazione grave e inaccettabile.
Chiediamo ai vertici RAI una risposta sul mancato rispetto di una precisa normativa vigente e un adeguato intervento correttivo.
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