Quattordici video tutorial (“videoguide”) e un’applicazione per dispositivi mobili (App), ideati per supportare la formazione dei lavoratori con disabilità intellettiva nel settore dell’ospitalità (alberghiero e ristorazione): sono questi i prodotti presentati qualche giorno fa in contemporanea a Roma, Milano, Porto e Madrid – come avevamo anticipato anche nel nostro giornale – nel corso di uno dei passaggi fondamentali del progetto continentale OMO (ove OMO sta per On My Own… at work), avviato nel settembre del 2014, come avevamo riferito a suo tempo, iniziativa che si avvale del finanziamento della Commissione Europea nell’àmbito del Programma Erasmus + Key Action 2 (Cooperation for Innovation and the Exchange of Good Practices – Strategic Partnerships) e di cui l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) è capofila, guidando i partner EDSA (European Down Syndrome Association), Fondazione Adecco Italia, Fundacion Adecco, APPT21 (Associação Portuguesa de Portadores de Trissomia 21), Axis Hotéis & Golfe, Sol Meliá Italia e le Università di Bologna e Roma Tre.
La App è già disponibile gratuitamente su smartphone o tablet (su Play Store per i sistemi Android e su Apple Store per la versione Ios), con la funzione di ricordare compiti, strumenti e modalità di azione relativi alla mansione da svolgere. I video tutorial, invece, hanno l’obiettivo di illustrare esempi di corretta relazione tra il tirocinante e i colleghi di lavoro e il modo migliore per svolgere le varie mansioni.
«La finalità – spiegano dall’AIPD – è quella di rendere maggiormente indipendente il lavoratore con disabilità intellettiva e guidare anche i formatori nel settore alberghiero verso il modo migliore per instaurare un corretto rapporto professionale. Nel corso della prima fase di OMO sono stati realizzati questi prodotti con l’aiuto di tirocinanti con disabilità intellettiva che a Porto, Lisbona, Milano, Roma e Cagliari hanno lavorato nel settore alberghiero e della ristorazione. Obiettivo finale del progetto, nel 2017, sarà quello di ampliare l’offerta di posti di lavoro con la creazione di una rete europea di alberghi e ristoranti che promuovano l’inclusione lavorativa di persone con disabilità intellettive tramite tirocini e assunzioni. Per questa ragione, l’iniziativa è partita in contemporanea in Italia, Spagna e Portogallo».
«Questa è una giornata importante per noi – ha esordito durante l’incontro di Roma Paola Vulterini, ideatrice e responsabile di OMO per l’AIPD – perché vediamo la realizzazione di un’unità di forze tra diversi Paesi, in termini pratici e condivisibili. Avere infatti un rete di aziende nel settore dell’ospitalità che assumano e permettano di fare tirocini a persone con disabilità intellettiva è un obiettivo che rende il Vecchio Continente un’Europa che garantisce a tutti i lavoratori una reale mobilità e anche alle persone con sindrome Down. Ad oggi, ricordo, sono 8 le agenzie formative coinvolte, 20 gli alberghi e 32 i tirocinanti con disabilità intellettiva tra Italia e Portogallo, ma il numero è destinato a crescere».
A Roma erano presenti anche Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD, Matteo Leporelli, Flavia Peruzzini e Andrea Corradi, tre tirocinanti con sindrome Down che stanno partecipando al progetto, Gilda Schiavoni, coordinatrice della sperimentazione per l’AIPD sia in Italia che in Spagna e in Portogallo, Enrico Palladino, tutor AIPD, Giorgio Tocchi, manager dell’Hotel Roma Aurelia Antica e Cristiano Sarro, tutor in cucina.
«Per noi OMO è molto importante – ha dichiarato Grillo – perché ha coinvolto tre nazioni, approcciando il mondo del settore alberghiero in maniera organica e strutturata. Si tratta di un progetto che ci dà speranza di trovare posti di lavoro per un maggior numero di persone con sindrome di Down e questo apporto tecnologico ci aiuterà senz’altro a incrementare il processo».
«Ho lavorato all’Hotel Roma Aurelia Antica – ha raccontato dal canto suo Corradi – come aiuto cuoco. Tagliavo verdura, formaggi e frutta e preparavo gli ingredienti per cucinare. Avevo tanti colleghi ed era divertente mangiare con loro, assaggiare le cose preparate, per vedere se erano buone. I colleghi sono importanti perché mi aiutano a capire quali sono le cose importanti da fare. In cucina usavo il tablet che mi diceva cosa dovevo fare per lavorare: per fare la pasta alla carbonara mi ricordava quali ingredienti dovevo usare, quando andavo a cercare in frigo basilico, rosmarino o prezzemolo, mi aiutava a distinguerli grazie alle fotografie presenti sulla App».
Secondo Palladino, poi, «l’uso della tecnologia ha permesso un miglior rapporto tra tutor e tirocinante, il primo non più percepito come “controllore” e “carceriere”, ma come formatore e riscontro positivo sul proprio lavoro».
Ma come funziona concretamente la App? «Si basa su tre canali comunicativi – ha spiegato Schiavoni -, testo scritto in alta comprensibilità, immagini e video. Personalizzabile, il supporto tecnologico organizza il lavoro tagliandolo sul profilo del lavoratore, con una sezione Lavoro settimanale fatta dei contenuti, delle azioni da svolgere e degli strumenti che si utilizzano nella propria mansione. Attualmente sono presenti otto ruoli lavorativi, tra cui aiuto cuoco, cameriere ai piani, di sala, colazione, servizio spiaggia».
Anche per i rappresentanti dell’Hotel Roma Aurelia Antica, infine, l’esperienza è stata molto positiva: «Abbiamo avuto quattro tirocinanti nella nostra struttura – ha sottolineato infatti Tocchi – e per tutti è stata un’esperienza di crescita importante sia umana che lavorativa».
«All’inizio è stato difficile impostare il rapporto professionale – ha raccontato infine Sarro, tutor di Andrea Corradi – perché Andrea è molto simpatico e abbiamo mescolato amicizia e lavoro. Poi abbiamo imparato: lui è veramente una risorsa, ha sempre voglia di fare e ha dimostrato di saper fare, mi ha aiutato a crescere!».
Da ricordare in conclusione che durante l’evento vi è stato anche un collegamento con i contemporanei convegni a Milano, Madrid e Porto. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna; Mara Fiorelli).
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