Ad Haiti è quanto mai necessario ridurre la vulnerabilità dei minori

Ad esprimere infatti ancora una volta grave preoccupazione per l'esposizione dei bambini haitiani ad abusi, violenza e traffico, è l'organizzazione internazionale Terre des Hommes - direttamente impegnata nel Paese centroamericano colpito dal catastrofico sisma del 12 gennaio scorso - che oltre a sottolineare come siano davvero pochi i minori rimasti completamente soli a causa del terremoto, ritiene anche quanto mai necessario che riaprano al più presto scuole e asili, anche in strutture temporanee, luoghi protetti che possono diventare punti privilegiati per il ricongiungimento familiare

Una bambina haitiana nel campo di Waaf Jeremie (foto di Terre des Hommes)Ancora una volta Terre des Hommes – organizzazione non governativa internazionale che si occupa di aiuto diretto all’infanzia in difficoltà nei Paesi in via di sviluppo – ha espresso grande preoccupazione per l’esposizione dei bambini haitiani ad abusi, violenza e traffico.
«Con l’ennesimo episodio dei trentatré bambini trasportati nella Repubblica Dominicana – ha dichiarato infatti Raffaele Salinari, che di Terre des Hommes è presidente – si confermano le falle nella protezione istituzionale dei minori. Appare quindi importante che la comunità internazionale e le agenzie umanitarie supportino il governo e la società civile haitiana per ridurre al minimo la vulnerabilità dei bambini al traffico. Nell’immediato riteniamo indispensabile che riaprano al più presto scuole e asili, anche in strutture temporanee, che sono luoghi protetti e possono servire da punti privilegiati per il ricongiungimento familiare».

«Occorre ribadire – continua Salinari – che sono davvero pochi i minori rimasti completamente soli a causa del terremoto e che quindi possono avere i requisiti per essere adottati». Nella confusione generale delle prime ore dopo il terremoto, infatti, molti genitori hanno perso di vista i figli, o li hanno creduti morti, ma con il passare dei giorni, essi sono riusciti, attraverso la rete sociale di vicini e parenti, a ritrovare i bambini.
Un esempio tra tanti: a Les Cayes – dove confluiscono centinaia di sfollati dalla capitale Port-au-Prince – Terre des Hommes ha accolto e curato Klossome, una donna di 28 anni che ha perso un piede a causa del crollo della casa. I vicini l’avevano fatta portare a Les Cayes perché sapevano che lì aveva la madre, che l’avrebbe seguita perché lei aveva una brutta ferita ed era in stato confusionale. Era convinta che i suoi due figli fossero morti, ma qualche giorno dopo i vicini sono riusciti a trovare anche loro e mandarli a riabbracciare la madre.

Oltre alla vigilanza delle istituzioni nazionali e internazionali, occorre dunque – come già detto – che riaprano al più presto anche scuole e asili, pur in strutture temporanee all’interno delle tendopoli, in modo da avere luoghi protetti in grado di accogliere il maggior numero possibile di minori e far riprendere loro le abitudini quotidiane.
«Da parte nostra – conclude Salinari – stiamo pianificando interventi a lungo termine per assicurare ai bambini di Haiti istruzione, assistenza sanitaria e un posto sicuro in cui vivere anche dopo la prima emergenza. Per questo Terre des Hommes si sta attivando già da adesso per rafforzare il programma di Sostegno a Distanza dei bambini più bisognosi, forma di solidarietà che rispetta il principio di sussidiarietà nell’interesse superiore del minore e aiuta concretamente le loro famiglie, mettendo in moto un circolo virtuoso che porta a un grado maggiore di sviluppo». Terre des Hommes ritiene inoltre che sia importante conservare il rigore che ha connotato finora l’Italia nelle pratiche di adozione internazionale, soprattutto in paesi in emergenza, come è il caso di Haiti. (R.P.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Terre des Hommes Italia (Rossella Panuzzo), tel. 02 28970418, ufficiostampa@tdhitaly.org (per richiedere subito il sostegno a distanza di un bambino di Haiti, si può cliccare qui)
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