Che la solidarietà virtuale diventi solidarietà autentica

di CoorDown ONLUS*
Un buon modo per dimostrare nei fatti lo sdegno verso chi ha voluto aprire in Facebook una pagina - poi oscurata - intitolata "Giochiamo al tiro a bersaglio con i bambini down" sarebbe ad esempio quello di incontrare e conoscere le persone con sindrome di Down, di scoprire i progetti delle tante associazioni italiane che lavorano sul territorio, di dedicare qualche ora del proprio tempo come volontari. E il 21 marzo prossimo, la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down - dedicata quest’anno all’inserimento scolastico - potrebbe essere la prima occasione giusta

Bimba con sindrome di Down a scuolaIl 21 febbraio, l’Agenzia AdnKronos ha lanciato la notizia riguardante un «Nuovo gruppo choc su Facebook: “Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down” – si scriveva – pagina folle, aperta da utenti anonimi, con centinaia di iscritti» [si legga il testo integrale cliccando qui, N.d.R.].
Nel lancio erano riportate tra le altre le dichiarazioni di Sergio Silvestre, presidente del Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down ONLUS (CoorDown), e di Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità.
La notizia è stata ripresa da molte altre testate, anche televisive, ed è stata immediata e sdegnata la protesta del popolo della rete e di tutta l’opinione pubblica. Il gruppo di risposta su Facebook che chiedeva l’immediata chiusura della pagina ha raggiunto in brevissimo tempo decine di migliaia di iscritti e la stessa volgare pagina sotto accusa è stata oscurata nella tarda serata.
Vogliamo dunque fare ordine tra i diversi aspetti della vicenda e rispondere alle molte domande, anche alla luce delle telefonate che in questi giorni hanno tenuto costantemente occupati gli operatori del CoorDown e delle associazioni che ne fanno parte.

Esprimiamo soddisfazione, innanzitutto, per le numerose voci di indignazione per l’accaduto e per i tanti attestati di affetto. Vogliamo ringraziare non solo gli amici, per diverse ragioni solitamente vicini alle persone con sindrome di Down, ma anche chi, pur non avendo mai avuto contatti con le associazioni, ha voluto, in questa occasione, far sentire una voce di civiltà e sensibilità.
Crediamo fortemente nella libertà di espressione, anche in rete. Crediamo, allo stesso tempo, nella ferma necessità di condannare episodi del genere e nell’importanza di agire immediatamente affinché siano repressi sul nascere.
Non bisogna, tuttavia, restare vittime di questi stessi episodi, come spesso succede quando, nell’urgenza di creare e diffondere notizie – spesso imprecise e incomplete – si fa il gioco dei “troll” e cioè di coloro i quali, al solo scopo di provocare e attirare l’attenzione, costruiscono in rete (e in particolar modo sui social network) pagine ad hoc, infarcite di dichiarazioni e affermazioni che definire incivili e deliranti è dir poco.
È utile anche precisare che molte delle persone iscritte lo hanno fatto al solo scopo di esprimere sdegno verso la pagina e solidarietà alle persone con sindrome di Down. Come per altro sottolineato con precisione in diversi blog, ci sono una serie di azioni più utili del commentare (ad esempio segnalare la pagina, senza bisogno di iscriversi), proprio per non fare il gioco di questi provocatori senza cervello, evitando al tempo stesso che venga minacciata la libertà (quella autentica, però) di espressione in rete.

È stato un segnale di grande importanza che la società civile (anche quella del popolo della rete) si sia immediatamente attivata con fermezza per prendere le distanze da queste insidiose provocazioni e per unirsi compatta alla campagna di sensibilizzazione e alla cultura della diversità sulla quale il CoorDown sta lavorando da tanti anni.
Sarebbe un bellissimo traguardo, a questo punto, se una parte – anche piccola – delle migliaia di persone che hanno espresso solidarietà “virtuale” alla nostra causa, volesse sostituire al facile gesto di un click davanti al computer un’azione nel mondo reale. Quella cioè di incontrare e conoscere le persone con sindrome di Down, di scoprire i progetti delle tante associazioni italiane che lavorano sul territorio, di dedicare qualche ora del proprio tempo come volontari. E trasformare così la solidarietà virtuale in una solidarietà autentica, quella utile a garantire l’esistenza quotidiana delle associazioni e il sostegno di cui hanno bisogno le persone con sindrome di Down.

Il prossimo 21 marzo, quindi, sarà la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, dedicata quest’anno all’inserimento scolastico dei bambini e adolescenti con sindrome di Down. È l’occasione giusta per un gesto concreto. Le associazioni saranno felici di darvi il benvenuto. Vi aspettiamo!

*Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle Persone con la Sindrome di Down.

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