«Queste sono norme che possono segnare in modo determinante la qualità didattica e, prima ancora, l’effettiva inclusione degli alunni e studenti con disabilità. Sulla rilevanza di questo momento sentiamo tutto il sostegno, ma anche la preoccupazione, di migliaia di famiglie. Abbiamo quindi vissuto e condotto questo confronto con particolare determinazione e fermezza, anche perché le premesse e le proposte sono molto lontane dai princìpi e dalle soluzioni che perseguiamo da sempre».
A dichiararlo è stato Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), subito dopo l’incontro della stessa Federazione con le Commissioni VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e XII (Affari Sociali) della Camera, che congiuntamente stanno esaminando gli Schemi dei Decreti Attuativi della Legge 107/15 (La Buona Scuola) per i relativi pareri.
Le osservazioni della FISH su quei testi, per altro, contenute in una dettagliata memoria, non riguardano solo lo Schema di Decreto sull’inclusione (Atto del Governo n. 378), ma anche altri tre testi, vale a dire l’Atto di Governo n. 377 sulla formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, il n. 380 sulla scuola dell’infanzia e il n. 384 sulla valutazione e la certificazione delle competenze, che tutti stanno facendo discutere molto in queste settimane, come ben testimoniano anche le varie opinioni prodotte sul nostro giornale (se ne legga l’elenco nella colonnina a destra degli Articoli correlati).
«Non abbiamo espresso solo osservazioni, critiche e suggerimenti a tutto tondo – spiega Falabella -, ma anche richieste che riteniamo irrinunciabili per poter considerare questi provvedimenti per lo meno non in contrasto con la Costituzione Italiana e con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Vista quindi l’ampiezza degli aspetti sollevati e il dettaglio dei rilievi, abbiamo raccolto la disponibilità da parte delle relatrici delle Commissioni a ulteriori confronti di approfondimento».
Entrando nel dettaglio degli elementi sollevati, la delegazione della FISH ha posto una serie di questioni particolarmente pressanti: dalla richiesta di partecipazione di tutti gli attori (persone con disabilità, famiglie, enti locali e sanitari), alla formulazione del profilo di funzionamento e alla quantificazione delle risorse per un’effettiva inclusione, fino alla concreta realizzazione della continuità didattica per l’alunno con disabilità, in particolare riguardo ai docenti di sostegno.
È stata chiesta inoltre la declinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in tema di inclusione scolastica, senza trascurare la determinazione del tetto massimo inderogabile di ventidue alunni per classe di ogni ordine e grado, in presenza di un alunno con disabilità grave o di due con disabilità non grave. E ancora, il riconoscimento del ruolo educativo degli asili nido (0-3 anni), con l’esplicitazione del diritto all’istruzione precoce dei bambini con disabilità di età da 0 a 6 anni, con priorità di accesso. Richieste forti, infine, hanno riguardato anche la formazione iniziale sulle didattiche inclusive per tutto il personale scolastico, e in particolare per i docenti curriculari di scuola secondaria.
«Ci sentiamo – conclude Falabella – e speriamo non ingenuamente, in una posizione di forza: abbiamo infatti dimostrato al contempo capacità tecnica nel proporre soluzioni sostenibili e la presenza politica che deriva dalle istanze di migliaia di famiglie. Ci auguriamo pertanto che prevalga quella ragionevolezza necessaria a modificare i Decreti proposti e a riaprire il confronto». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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