Mara vuole votare, e tanti altri insieme a lei

La “vicenda-simbolo” di Mara, donna spagnola con disabilità intellettiva, cui la Corte Costituzionale del proprio Paese ha negato il diritto di voto, coincide con quella di altre centinaia di migliaia di cittadini europei con disabilità intellettiva, la maggioranza dei quali continua a non esercitare il proprio diritto di voto, in aperta violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

Mano di persona che mette una scheda elettorale nell'urna«La maggioranza delle persone con disabilità intellettiva – aveva dichiarato a suo tempo su queste stesse pagine Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – non esercita ancora il proprio diritto di voto per mancanza di informazione, consapevolezza ed educazione al voto. Gli stessi familiari, amici e operatori di riferimento non conoscono i loro diritti o non hanno fiducia nelle loro capacità di esercitarli. Spesso, inoltre, le informazioni sono inaccessibili e non c’è attenzione da parte delle Istituzioni nei confronti di questi cittadini».
Si tratta di un problema che – come riferisce Inclusion Europe, l’organismo che dà voce alle persone con disabilità intellettiva del Vecchio Continente e alle loro famiglie, mettendo insieme sessanta diverse organizzazioni in trentasette Paesi – riguarda centinaia di migliaia di cittadini europei e che in questi giorni sta vivendo una vera e propria “vicenda-simbolo” in Spagna, con la storia di Mara, giovane donna con disabilità intellettiva, cui la Corte Costituzionale ha negato appunto il diritto di voto, impedendole, sostanzialmente, di avere voce in capitolo sul futuro della sua Nazione.

«Si tratta di una decisione inaccettabile – viene sottolineato da Inclusion Europe, la cui componente spagnola, l’Associazione Plena Inclusión, ha promosso in questi giorni a Madrid una manifestazione di protesta, per chiedere una modifica della Legge corrente – che oltre a negare a Mara il diritto di partecipazione al processo democratico del suo Paese, è in aperta violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [ratificata dalla Spagna il 3 dicembre 2007, secondo Paese europeo a farlo, N.d.R.], che all’articolo 29 recita: «Gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a: (a) garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, […] compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette».

Su tali temi, lo ricordiamo, oltre alla citata AIPD è fortemente impegnata nel nostro Paese anche l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), che aderisce a Inclusion Europe e che in questi ultimi anni ha promosso l’importante progetto denominato Io Cittadino, Strumenti per la piena partecipazione, cittadinanza attiva e Self Advocacy delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, da noi ampiamente presentato.
Tale iniziativa, cofinanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha realizzato il percorso necessario allo sviluppo e all’avviamento del primo Movimento Italiano di Self-Advocacy (“autorappresentanza”), composto da persone con disabilità, al fine di garantir loro opportunità, supporti ed empowerment (crescita dell’autoconsapevolezza), per l’affermazione del diritto all’autodeterminazione, alla partecipazione e all’inclusione nella società, ovvero per la piena valorizzazione del loro ruolo attivo di Cittadini. (S.B.)

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