Anche l’Umbria si prepara a varare una legge sulla vita indipendente delle persone con disabilità, risultato, questo, che è il frutto da una parte dell’impegno delle Associazioni di persone con disabilità aderenti a FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), dall’altra dell’apertura dimostrata dai vertici della Regione e delle Aziende Sanitarie, come si legge nel sito del Centro per l’Autonomia Umbro (che è anche la sede della FISH Regionale): «Sono arrivati segnali concreti per poter ritenere che ci siano le volontà e le premesse per vedere nel sistema di welfare umbro l’introduzione di innovazioni necessarie a garantire diritti fondamentali ancora oggi non concretamente esigibili».
In un recente incontro con Imolo Fiaschini, dunque, direttore dell’Azienda USL Umbria 2, le Associazioni hanno proposto di aderire al progetto denominato Superare le resistenze, portato avanti a livello nazionale dalla FISH, che ha l’obiettivo di definire quando una struttura residenziale o semiresidenziale per persone con disabilità possa essere definita “segregante” e quindi destinata alla chiusura o, quanto meno, non meritevole di sostegno pubblico.
Anche dal fronte della Regione, poi, i segnali «fanno auspicare un deciso passo in avanti in direzione del diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità», come spiegano sempre dal Centro per l’Autonomia Umbro, ricordando l’impegno dell’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini ad avviare da subito un percorso partecipato per la stesura e l’approvazione, entro i prossimi due mesi, delle Linee Guida sulla Vita Indipendente e del Regolamento Attuativo per il cosiddetto “Dopo di noi”.
«L’obiettivo immediato – concludono dal Centro – sarà quello di avviare, quanto prima, le sperimentazioni dei progetti personalizzati ai quali sono destinate le seguenti risorse: 1 milione di euro provenienti dai bandi già finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la vita indipendente, cui si aggiungono circa 2.300.000 euro del Fondo Sociale Europeo e 1.350.000 euro previsti nel recente Decreto che finanzia il primo anno della Legge 112/16, nota come norma sul “Dopo di Noi”». (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e, per la segnalazione, Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa).
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…