L’idea di installare alcune giostre inclusive ad Asti non rappresenta, per la piccola città piemontese, un evento unico e irripetibile, ma nasce sulla scia di iniziative già avviate, come l’Albergo Etico, gestito direttamente da persone con sindrome di Down e il Progetto Città Etica, il tutto con l’obiettivo di arrivare ad avere una “Città Etica a livello internazionale”, non limitandosi a considerare l’aspetto tecnologico, ma guardando soprattutto all’aspetto umano.
In primo luogo era necessario far diventare tutta la città inclusiva, e per questo si è voluto migliorare l’intero centro abitato, facendo in modo che le difficoltà legate alla disabilità fossero superate da fatti concreti che migliorassero le condizioni degli individui, comprendendo la libertà e l’autonomia del movimento.
E quindi, affinché il centro cittadino diventasse accessibile, nel corso del tempo l’Assessorato per le Politiche Sociali ha agito per eliminare le barriere architettoniche che ostacolavano la visita dei vari musei e il Comune ha offerto gratuitamente delle pedane ai negozi che ne fanno richiesta.
In parallelo si è pensato di agire sui parchi cittadini, per creare spazi dove i disabili potessero interagire nelle diverse occasioni, senza doversi sentire profondamente condizionati dalle barriere.
Il Parco Lungo Borbore è stato il primo spazio verde cittadino ad ospitare, già nel 2015, una giostra accessibile alle persone con disabilità. Per quanto poi riguarda il Parco Bramante, è stato fondamentale l’apporto degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale Giobert (corso per geometri), che hanno partecipato al concorso nazionale I futuri geometri progettano l’accessibilità, promosso da FIABA (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche), con il patrocinio di due Ministeri (Infrastrutture e Trasporti; Lavoro e Politiche Sociali), del Consiglio Nazionale Geometri e della Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti.
Per l’area verde cittadina del parco sono stati progettati percorsi dell’olfatto, utilizzando diverse essenze vegetali e percorsi dell’udito, servendosi di campane eoliche a diverse altezze; e ancora, aree picnic in prossimità di grandi alberi e una zona gioco bimbi. I tavoli prevedono uno spazio adatto alle sedie a rotelle e a completamento del sistema informativo, sono state collocate mappe tattili e con codice QR attraverso cui è possibile collegarsi al sito del Giobert e vedere la simulazione del percorso multisensoriale dalla prospettiva di una carrozzina.
Si tratta dunque di un vero e proprio parco multisensoriale, dotato di giochi idonei a rispondere alle esigenze di tutte le disabilità (con aree rivolte ai diversi sensi, ideali anche per gli autistici, oppure con le giostre inclusive e attrezzature per non vedenti e ipovedenti) e in contemporanea si cerca un luogo per giochi di società, dove utilizzare la cosiddetta Computer Game Therapy, a fini di riabilitazione delle patologie del pensiero, del linguaggio e della relazione.
Si può perciò certamente parlare di una delle prime strutture del genere in Italia, la prima in Piemonte, in una piccola città come Asti, dalle grandi potenzialità turistiche, tutte da incrementare, con un bel centro storico che merita di essere valorizzato e visitato, ciò che succederà sempre di più, anche grazie ai musei accessibili.
Da segnalare inoltre che per merito del loro lavoro così accurato e completo, gli studenti del Giobert hanno ricevuto un premio a Roma all’Archivio di Stato.
La realizzazione del progetto ha per altro interessato le scuole di ogni ordine e grado, con il contributo concreto anche da parte dei bambini delle scuole primarie, e grazie al denaro raccolto con i loro mercatini di Natale, sono state acquistate le giostre.
Tra gli altri soggetti che hanno partecipato, gli Alpini – sempre molto disponibili e solidali verso le attività sociali – in occasione della loro Adunata Nazionale, svoltasi nel maggio dello scorso anno proprio ad Asti, hanno realizzato i basamenti necessari ad ospitare due giostre inclusive: la Carosello dove si gira in tondo e la Grenoble con cui si va in altalena. Finalmente, dopo l’inaugurazione avvenuta nel novembre dello scorso anno, i bambini con disabilità possono divertirsi insieme ai compagni, senza sentirsi isolati.
Se poi in generale si vuole essere più “prosaici”, quando si pensa alla disabilità non bisogna considerarla solo come una continua fonte di spesa, ma è indispensabile avere il coraggio di cambiare angolazione; infatti, se un territorio è usufruibile da più persone, può diventare una possibile fonte di reddito e quindi l’accessibilità può trasformarsi in stimolo e risorsa.
Componente del Coordinamento del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), nel cui sito la presente nota è già apparsa con il titolo “Asti Città Etica”. Viene qui ripresa – con alcuni riadattamenti al diverso contesto – per gentile concessione.
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