Con un silenzioso “colpo di mano” il Governo ha varato e già fatto pubblicare in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 30 marzo 2010, il cui effetto immediato cancella sostanzialmente da oggi, 1° aprile, le tariffe postali agevolate per l’editoria.
«”Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali di cui ai Decreti Ministeriali del 13 novembre 2002 e del 1° febbraio 2005 – evidenzia in una nota il Forum del Terzo Settore – continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010″: questo il sintetico testo dell’articolo 1 del Decreto, nel cui secondo e ultimo articolo si può forse intravvedere qualche esiguo margine di soluzione. Vi si scrive infatti che “con successivo Decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui periodi dell’anno 2010, in caso di sopravvenuto accertamento di disponibilità finanziarie nell’ambito del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri».
«Auspichiamo – afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – che venga immediatamente avviata la verifica di tali disponibilità finanziarie e che non venga quindi a decadere l’unico sostegno di cui gode l’editoria del Terzo settore, uno tra i segmenti più importanti della comunicazione sociale del nostro Paese. A tal fine chiediamo un confronto immediato».
Dal canto suo l’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) ha a propria volta espresso grande disappunto, con una lettera inviata ai sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, a firma del presidente Francesco Saverio Vetere. «Il decreto con cui il Ministero dello Sviluppo Economico dispone la sospensione fino al 31 dicembre 2010 delle agevolazioni postali per l’editoria – vi si legge tra l’altro – rappresenta un fatto di inaudita gravità e potenzialmente idoneo a decimare concretamente un settore già in grave crisi come quello dell’editoria medio-piccola. Disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa ottenere un risultato che solo la volontà espressa dal Parlamento avrebbe potuto ottenere: la fine di questa forma di sostegno all’editoria». (S.B.)
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