L’adesione della Regione Marche alla Convenzione ONU

Ha dato i propri frutti il prezioso lavoro svolto ormai da tempo da un gruppo di Associazioni delle Marche, se è vero che il Consiglio Regionale ha approvato una mozione che impegna la Giunta Regionale ad aderire formalmente ai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. A questo punto, di fronte a parole e ad atti formali tanto importanti, dovranno anche seguire azioni concrete, che portino segnatamente a finanziare nella giusta misura i vari interventi di cui si parla in quella mozione
Consiglio Regionale delle Marche
Il Consiglio Regionale delle Marche

Le basi – come avevamo riferito a suo tempo – erano state gettate lo scorso anno, con alcuni incontri che avevano coinvolto direttamente anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli e quello del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo.
A volere fortemente tale percorso, era stato un gruppo di organizzazioni guidato da Zero Gradini per Tutti di Porto San Giorgio e composto da AISA (Associazione per la Lotta alle Sindromi Atassiche), AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), Croce Azzurra, Voce del Cuore per la Chirurgia, Fondazione Paladini e UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
Il risultato era stata l’affermazione della volontà, da parte dei rappresentanti istituzionali, di aderire in maniera formale alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, tramite una specifica mozione.

Quella mozione, votata dal Consiglio Regionale, è ora diventata realtà (se ne legga a questo link il testo integrale) e impegna appunto la Giunta Regionale, «in attuazione ai principi della Convenzione Internazionale sui diritti delle persone con disabilità: a promuovere l’informazione, la sensibilizzazione e la formazione al fine di favorire una nuova cultura sulla disabilità che ponga i principi base della Convenzione a fondamento delle scelte politiche in tutti i settori di intervento; ad includere le politiche in favore delle persone con disabilità in tutti i settori dell’azione politica; a sviluppare politiche di inclusione attiva delle persone con disabilità nella vita sociale anche attraverso appositi progetti di inserimento lavorativo; a sottolineare il ruolo fondamentale della scuola e delle altre agenzie educative e di mass media nella promozione della cultura dell’inclusione e delle piena realizzazione dei diritti di tutti; a promuovere, presso tutti gli Assessorati, un’azione mirata a implementare la consapevolezza che è responsabilità di ciascuno rendere effettiva l’inclusione dei soggetti in difficoltà e l’abbattimento di tutte le barriere sia fisiche che culturali [grassetti nostri in questa e nella successiva citazione, N.d.R.]».
Dal canto suo, nell’esprimere la propria legittima soddisfazione, l’Associazione Zero Gradini per Tutti fissa ora quale prossimo obiettivo la diffusione di una medesima azione – ottenendo gli stessi risultati – presso tutti i Comuni delle Marche.

Si tratta certamente di un passaggio molto positivo, di cui va dato merito soprattutto al grande lavoro svolto dalle Associazioni citate.
Recentemente, per altro, sempre dalle Marche, ed esattamente dal Comitato Regionale per la Vita Indipendente, avevamo dovuto registrare, su queste stesse pagine, la richiesta, finora inevasa, di «una Legge Regionale che renda la Vita Indipendente un servizio stabile e duraturo, esteso a un numero maggiore di beneficiari, rispetto a quelli attuali», e per ottenere questo, era stato scritto, «dovrà essere una Legge opportunamente finanziata, in modo da fugare l’incertezza sul futuro dell’autonomia di tante persone con disabilità, che vogliono decidere come, dove, quando e con chi vivere».
Proprio di Vita Indipendente si parla nella stessa mozione approvata dal Consiglio Regionale, ricordando appunto che «il progetto Vita Indipendente ha sperimentato percorsi innovativi di autonomia finanziando, in collaborazione con i Comuni di residenza, l’assunzione di personale formato ad hoc direttamente dall’interessato il cui compito principale è quello di garantire la maggior autonomia possibile alla persona con disabilità, facendogli sperimentare anche opportunità e possibilità volte impensabili».

Ebbene, a questo punto è quasi scontato che di fronte a parole e ad atti formali così importanti debbano seguire concreti atti di responsabilità, che portino segnatamente a finanziare nella giusta misura i vari interventi di cui si parla nella mozione e saranno naturalmente questi gli sviluppi sui quali ci auguriamo di potere prossimamente informare i Lettori. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Zero Gradini per Tutti (Pasqualino Virgili), anna.pasquale@libero.it.

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