Invalidità civile: una serie di dati dell’INPS

di Andrea Pancaldi
Un recente rapporto prodotto dall’INPS contiene anche i dati riguardanti le prestazioni legate all’invalidità civile e pur con una serie di necessarie precisazioni e distinguo, appare certamente utile esaminarne soprattutto la ripartizione geografica, le prestazioni per target di utenza, la distribuzione per fasce di età e sesso, senza mai dimenticare - come indispensabile punto di riferimento - le troppe affermazioni fuori luogo presenti sugli organi d’informazione, ogniqualvolta si addentrino nel tema dei cosiddetti “falsi invalidi”

Entrata della sede dell'INPS di NapoliL’INPS ha pubblicato nella serie Statistiche in breve (marzo 2017) i dati delle pensioni erogate in Italia. Per quelle di tipo “previdenziale” – che hanno alle spalle quindi dei versamenti di contributi – i dati non includono però i dipendenti pubblici e la gestione ex ENPALS (Settore Sport/Spettacolo). Il rapporto contiene anche il resoconto delle prestazioni legate all’invalidità civile.
A tal proposito, il totale delle prestazioni erogate agli invalidi civili (invalidi civili, ciechi civili, sordi civili) è di 3.060.4901 di cui il 59,6% alle donne che, nella fascia delle persone ultraottantenni, sono più del doppio degli uomini.
Geograficamente sono così ripartite (pagina 11 del rapporto citato): Nord 34,4% (46% della popolazione); Centro 20,7% (20% della popolazione); Sud e Isole 44,8% (34% della popolazione).

In sintesi (pagina 7 del rapporto) le prestazioni per target di utenza sono così suddivise (le diciture sono quelle utilizzate dall’INPS):
– 223.958 a ciechi totali o parziali (7,3%);
– 61.001 a sordomuti (1,99%);
– 2.281.116 a invalidi totali (74,5%) (di cui 1.775.431 sono indennità di accompagnamento, il 58% delle prestazioni totali di invalidità civile erogate);
– 494.415 a invalidi parziali (16,2%).

Ricordiamo che il numero dei percettori, ovvero delle singole persone che ricevono le erogazioni, è inferiore al numero delle prestazioni, in quanto è possibile – se la percentuale e le condizioni reddituali lo consentono – ricevere anche più erogazioni (ad esempio una persona di 45 anni, invalida al 100%, con diritto all’accompagnamento e con un reddito inferiore a 16.532 euro, riceverà sia la pensione per invalidità civile totale che l’indennità di accompagnamento per invalidità civile totale). Il rapporto non ne riporta il numero, che è tuttavia presente nel sito dell’INPS alla voce Osservatori statistici/Prestazioni agli invalidi civili; l’ultimo dato disponibile è segnalato con la dicitura 2017 ed è di 2.629.7732.

Interessante è ancora la distribuzione per fasce di età e sesso, che conferma un’età media di vita più alta per le donne e il crescere dei livelli di non autosufficienza all’aumentare dell’età, con percentuali che si alzano di molto tra gli ultraottantenni (pagina 16 del rapporto):
– uomini (41,4% delle prestazioni di invalidità civile erogate): 12% minori di 20 anni; 50,5% tra 20 e 65 anni; 37,5% ultrasessantacinquenni di cui un 22,7 di uomini ultraottantenni;
– donne (59,6% delle prestazioni di invalidità civile erogate): 5% minori di 20 anni; 34,1% tra 20 e 65 anni; 60,9% ultrasessantacinquenni di cui il 46,3% di donne ultraottantenni.

Ricordiamo infine, facendo riferimento alle tante imprecisioni presenti sui media, che sin troppo spesso confondono tra loro termini di natura diversa (“disabili”, “invalidi”, “handicappati”), che le prestazioni legate all’invalidità civile – rientranti nelle prestazioni “assistenziali” – non vanno confuse con le pensioni INPS erogate come “invalidità previdenziale” a lavoratori che abbiano almeno cinque anni di contribuzione e che nel 2016 (senza contare, lo ricordiamo, i dipendenti pubblici ed ex gestione ENPALS), sono tra lavoratori privati e autonomi un totale di 1.006.999 (pagina 5 del rapporto). Il dato di quelle erogate ai dipendenti pubblici è disponibile nel Bilancio sociale INPS 2015 ed è di 233.672.

Per completare in un certo senso il quadro riferito in generale alla “disabilità” (al di la della tipologia, della data, del motivo di insorgenza e del contesto in cui essa nasce e/o viene certificata), e alle prestazioni economiche ad essa connesse, è necessario aggiungere:
° il numero delle “rendite” erogate dall’INAIL3, a causa di effetti invalidanti dovuti ad infortuni sul lavoro (628.868 nel 2016, di cui l’87,7% a uomini);
° le 383.055 pensioni o assegni sociali, ricompresi anch’essi nelle prestazioni “assistenziali”, che originano (al compimento del sessantaciqnuesimo anno di età), da precedenti prestazioni di invalidità civile (pagina 6 del rapporto);
° le pensioni/assegni erogati agli invalidi per servizio (Forze Armate e Forze di Polizia) che erano 150.000 nel 2015 (fonte: sede nazionale dell’UNMS-Unione Nazionale Mutilati per Servizio);
° le pensioni erogate a mutilati e invalidi di guerra, che al 2014 (ultimo dato disponibile, fornito dalla sede nazionale dell’ANMIG-Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) erano circa 300.000, comprensivi dei militari e delle relative reversibilità a vedove e orfani che per ovvie ragioni ne sono la parte più cospicua, oltreché delle prestazioni analoghe a chi è stato riconosciuto partigiano, alle cosiddette “medaglie” (che siano portatori di una qualche disabilità connessa ad eventi di guerra o meno) e infine alle vittime civili di guerra, sia dell’epoca 1939-45 sia di chi ha subìto danni causati da esplosione di residuati in tempi successivi. Per evidenti ragioni anagrafiche, le categorie di cui ai dati forniti dall’ANMIG diminuiscono sensibilmente di anno in anno: ad esempio, le prestazioni erogate ai soli militari/vedove/orfani erano 229.000 nel 2004 e dieci anni dopo sono scese a 131.000.
Sia per quanto riguarda l’invalidità per servizio che per quella di guerra, il numero di prestazioni e di percettori coincide e il riferimento amministrativo è il Ministero del Tesoro e non l’INPS.
Ci pare di aver “contato” tutti, ma non è escluso che qualcosa ci sia sfuggito4

Da ultimo, ma non ultimo, chi segue da tempo le vicende riferite alla costruzione mediatica del “falso invalido” sa bene le infinite castronerie che si scrivono sui media. A parziale discolpa dei giornalisti va ascritta l’indubbia complessità della materia, figlia di mille leggi, di mille terminologie, di mille database, che a loro volta sono figlie del modello culturale che ha partorito questa impostazione e dei soggetti, pubblici e associativi, che lo hanno incarnato e declinato nel tempo.
Auguri, dunque, all’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.] e alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità!… Nonostante pochi giorni fa il sottoscritto abbia assistito ad una conferenza sui temi delle vaccinazioni alla quale era presente un noto professore universitario di Sociologia della Salute che, parlando delle persone colpite negli Anni Cinquanta da poliomielite, ha usato il termine «sciancati»…

Le fonti:
A questo link c’è la notizia sulle Pensioni 2017 nel sito dell’INPS.
A quest’altro, invece, il report dell’INPS Pensioni vigenti all’1.1.2017 e liquidate nel 2016 erogate dall’Inps.

Note:
1
Come è noto, sono disponibili molteplici basi di dati riferite alle prestazioni, e ai relativi percettori, legate all’invalidità civile, prodotte ora dall’INPS – come i Bilanci Sociali, i Rapporti Annuali e molto altro ancora – ora dall’INPS e dall’ISTAT congiuntamente (come la serie Trattamenti pensionistici e beneficiari, di cui l’ultima disponibile è quella relativa al 2014). A volte i dati, pur essendo riferiti al medesimo anno, differiscono: ciò dipende dal diverso periodo in cui vengono estratti dal Casellario Centrale delle Pensioni. Il dato dell’INPS è una fotografia delle pensioni erogate a dicembre dell’anno che si prende in considerazione e quindi non comprende, ad esempio, quelle pensioni sospese per chi non si fosse presentato alla visita medico-legale di verifica straordinaria, oppure quelle pensioni il cui diritto sia sorto entro il dicembre dell’anno (quindi di competenza di quell’anno), ma la cui erogazione concreta (cassa) sia partita nei primi mesi dell’anno successivo.
La stima INPS-ISTAT, pur inerendo lo stesso anno di riferimento, è elaborata a partire da uno “scarico” del Casellario Centrale delle Pensioni effettuato nel mese di giugno successivo all’anno che si prende in considerazione, e che quindi comprende anche le pensioni che a dicembre erano state sospese e poi sono state “riattivate”, o quelle la cui erogazione non era ancora avviata, ma che di quel periodo erano di competenza. Nel 2014, ultimo anno per cui si hanno a disposizione entrambi le rilevazioni, la differenza è di 347.426 prestazioni (in più nel rapporto INPS-ISTAT) e quindi al dato 2016 di 3.060.490 prestazioni, comunicato dall’INPS, è probabile che nei prossimi mesi vadano ad aggiungersi, con la pubblicazione di ulteriori rapporti, altre 300/350.000 prestazioni.

2Si veda a questo link (invalidi civili per tipologie di importo).

3Si veda a questo link.

4Un particolare ringraziamento va al personale degli uffici di UNMS (Unione Nazionale Mutilati per Servizio) e ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra), per la gentilezza e la sollecita cortesia nella fornitura dei dati e delle molteplici precisazioni ad essi connessi. Analogo ringraziamento va ai funzionari dell’ISTAT di Bologna e Roma, Marco Ricci e Corrado Peperoni, per la collaborazione prestata.

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