Vi trovate nel centro di Roma e avete voglia di andare al cinema? Desiderate guardare un film in lingua originale, ma non sapete a quale cinema fare riferimento? La Multisala Metropolitan, nella centralissima Via del Corso, è quello che fa per voi! Ebbene, pare che questo dal prossimo anno non sarà più possibile. Infatti i locali del Metropolitan sono stati venduti e al loro posto potrebbe subentrare qualche attività commerciale, ciò che sarebbe davvero un duro colpo per gli amanti del cinema in lingua originale.
Purtroppo in Italia il doppiaggio (senza nulla togliere alla professionalità eccellente dei doppiatori) non ha mai favorito la circolazione e la fruizione di pellicole in lingua originale; in questo modo il pubblico italiano si è sempre privato del piacere dell’ascolto della voce di attori di fama internazionale, non ha potuto apprezzarne la bravura, tenendone nel debito rispetto lavoro e professionalità, e non si è mai facilitato l’apprendimento delle lingue straniere. Si è viceversa diffuso un pregiudizio nei confronti dei sottotitoli e la convinzione che durante la visione di un film non si possa contemporaneamente vedere il film e leggere le didascalie. Una pigrizia, questa, tutta italiana, che come persona sorda riscontro tutte le volte che – persino in ambienti culturalmente evoluti – avanzo la richiesta di poter fruire di sottotitoli anche per pellicole in lingua italiana.
Invece, tutti i giorni al Metropolitan, cinema storico della Capitale, si proiettano pellicole in lingua originale con sottotitoli e quasi sempre in tre delle quattro sale di cui dispone.
La notizia ha preso corpo e si è diffusa sul web su iniziativa di una giovanissima studentessa di lingue e letterature straniere, Francesca de Sanctis, che si è sentita deprivata di una risorsa indispensabile alla cultura e ha trovato immediatamente in Paoloreste Gelfo una valida collaborazione.
L’iniziativa ha ricevuto così il sostegno di CUB Informazione (Confederazione Unitaria di Base), la quale ha tuttavia informato che «serve la “collaborazione” delle Istituzioni perché il Metropolitan chiuda e sia destinato ad esercizio commerciale. Infatti, per assecondare tale disegno, dovrebbe essere concesso il cambio di destinazione d’uso dei locali, ma c’è una Delibera che regola questo genere di operazioni: la cosiddetta “Nuovi Cinema Paradiso” (Delibera 168/1995 del Comune di Roma; Piano Regolatore del Comune di Roma, Decreto Legislativo 42/04), che impone ai nuovi proprietari il mantenimento dell’attuale destinazione d’uso culturale, quanto meno per una buona percentuale della cubatura».
È arrivata quindi anche una petizione, denominata Non toccateci il Metropolitan!, che sta già raccogliendo numerose adesioni sia in internet che presso lo stesso cinema interessato. Un’iniziativa, questa, che ha lo scopo di sensibilizzare l’utenza i singoli cittadini, dato che – lamentano i promotori – si è notata una certa latitanza dei media sulla vicenda. Al tempo stesso l’intenzione è quella di sollecitare l’attenzione delle Istituzioni al problema e in tal senso le firme verranno consegnate il 7 maggio a Umberto Croppi, assessore comunale alla Cultura, con tanto di piccolo sit-in a Piazza Campitelli (di fronte all’Assessorato medesimo).
Perché firmare quella petizione? Innanzitutto perché in una capitale come Roma non può mancare una sala per la proiezione di pellicole in lingua originale, ciò che in altre città europee accade normalmente. Segnalo tra l’altro che entro l’anno un altro cinema storico di Roma, il Nuovo Olimpia, chiuderà una delle due sue piccole sale e scomparendo anche il Metropolitan, verrebbe certamente inferto un duro colpo sia agli amanti del cinema in lingua originale, sia agli studiosi di lingue, sia agli stranieri ospiti a Roma (non per nulla la raccolta di firme sta incontrando il sostegno della folta comunità americana che vive in città) e, per quanto mi riguarda personalmente, anche delle persone sorde.
A tal proposito va anche detto non trattarsi di una sala propriamente accessibile per le stesse persone sorde, in quanto si tratta di “sottotitoli per tutti” e non destinati ai non utenti e tuttavia personalmente non ritengo necessario segnalare tutti i rumori o modificare il senso di una frase per rendere più comprensibile il significato di un film a uno specifico pubblico. Insomma, la visione non sarà completa, ma comunque fruibile. E poi non guasterà, in un caso come questo, sostenere i diritti di tutti e non solo di determinati cittadini: inclusione vuol dire anche questo.
Da parte nostra aggiungiamo – rivolgendoci soprattutto a chi potrebbe considerare tale vicenda come un “problema locale” limitato a Roma – che stiamo parlando di un punto di aggregazione culturale tra persone per lo più giovani, che coinvolge anche numerosi stranieri (soprattutto studenti) e – ultimo, ma non certo ultimo – persone sorde. Crediamo quindi che sostituire quella multisala con un ulteriore negozio di abbigliamento o un fast-food sia proprio un “problema di tutti” e per questo anche la nostra redazione aderisce senza riserva alcuna all’iniziativa lanciata per salvare il Metropolitan. (S.B.)
*Consigliere della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi).