Nel primo pomeriggio di oggi, 5 febbraio, presso la sala Odeion del Museo dell’Arte Classica della Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma si terrà il convegno intitolato Medicina, arte e legislazione nella storia della Shoah, evento patrocinato dalla Fondazione Museo della Shoah.
A inaugurare i lavori saranno Eugenio Gaudio, rettore della Sapienza e Noemi di Segni, presidente dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane). Interverranno per l’occasione Paul Weindling dell’Università di Oxford, Marcello Barbanera e Mario Toscano dell’Università ospitante.
L’iniziativa è stata promossa dai docenti che da anni svolgono attività di ricerca e di didattica sui rapporti tra medicina e politiche razziali nel nazifascismo, e che hanno contribuito alla realizzazione del libro Medicina eugenica e Shoah. Ricordare il male e promuovere la bioetica, volume che verrà pubblicamente presentato durante il convegno.
Al termine dei lavori, inoltre, verrà inaugurata la mostra Medicina e Shoah. Dalle sperimentazioni naziste alla bioetica, realizzata dai docenti del corso Medicina e Shoah e finanziata dall’UCEI, grazie all’8 per mille.
A proposito del libro Medicina eugenica e Shoah. Ricordare il male e promuovere la bioetica, il nostro giornale se n’è già ampiamente occupato qualche settimana fa, in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio, ricordando che esso « raccoglie numerosi saggi riguardanti le sperimentazioni mediche effettuate sui detenuti dei lager nazisti e non solo, offrendo un’analisi delle procedure giuridico-tecniche di annientamento di un numero enorme di vittime, anche non ebree. Non solo camere a gas, non solo forni crematori, come si tende a semplificare, ma anche un capillare sistema volto al mantenimento di vere e proprie “cavie”, per esperimenti riguardanti sia la “purificazione della razza”, la cosiddetta “eugenetica nazista”, fulcro dello sterminio delle persone con disabilità, sia l’acquisizione di nuovi dati empirici per potenziare la preparazione bellica nazista».
Tra i vari contributi proposti da Medicina eugenica e Shoah, vi è anche quello di Silvia Cutrera, presidente dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita indipendente), una delle principali esperte italiane e non solo dell’Olocausto delle persone con disabilità, tema di cui il nostro giornale «Superando.it» – come si può leggere anche nel box in calce – si è occupato regolarmente in questi anni, ritenendo fondamentale conoscere bene quello sterminio che coincise con il cosiddetto Programma Aktion T4.
Si parla in totale dell’uccisione di circa 300.000 persone affette da malattie ereditarie, tra le quali moltissimi bambini, un vero “Olocausto parallelo” tenuto seminascosto per quasi mezzo secolo, e soltanto recentemente venuto alla luce, grazie soprattutto alle iniziative promosse in occasione del Giorno della Memoria.
Prima della cosiddetta “soluzione finale”, infatti, che portò alla morte milioni di persone, il regime nazista letteralmente si “esercitò” sulle persone con disabilità, ritenute “indegne di vivere”, un peso economico per la società e un pericolo per la salvaguardia della popolazione “sana”. Fu un accanimento organizzato, iniziato nel 1939 e chiuso ufficialmente due anni dopo, ma in realtà proseguito fino al termine del conflitto, segretamente e – se possibile – in modo ancora più crudele. (S.B.)
Segnaliamo che accedendo all’ampia ricognizione storica intitolata Quel primo Olocausto, curata per il nostro giornale da Stefania Delendati, si può anche consultare (nella colonnina a destra del testo) il cospicuo elenco di testi da noi presentati in questi anni sullo sterminio delle persone con disabilità da parte del regime nazista.
A questo link è disponibile il programma completo dell’evento di oggi, 5 febbraio, a Roma. Per ulteriori informazioni: silvia.marinozzi@uniroma1.it.
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