Obiettivi del Millennio: basta perdere tempo!

Qual è stato l'esito del Summit delle Nazioni Unite svoltosi nei giorni scorsi a New York e convocato per fare il punto della situazione a cinque anni dalla scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con i quali ci si propose nel 2000 di sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo, riducendo la mortalità infantile e l'impatto delle malattie, oltre che lavorando in favore dell'istruzione, della salute materna e dell'uguaglianza di genere tra i sessi? Come aveva già dichiarato nel proprio discorso inaugurale il segretario generale dell'ONU Ban ki-moon, gli Obiettivi potrebbero ancora essere raggiunti, ma il lavoro da fare è ancora enorme e le parole non bastano più. In tal senso i 40 miliardi di dollari promessi in cinque anni per la salute materno-infantile, sono un ottimo inizio, ma «i conti - come spiegano qui di seguito gli esponenti della Coalizione Italiana contro la Povertà - devono tornare anche con i fatti». Per questo un particolare richiamo va fatto proprio al nostro Paese, che risulta essere uno tra i principali responsabili degli impegni finanziari finora mancati. In chiusura presentiamo anche un ampio resoconto dei risultati del Summit, grazie alla disponibilità del Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite. Si tratta di temi universali, decisivi per il futuro dell'umanità, che non possono non coinvolgere direttamente gli oltre 600 milioni di disabili del mondo, quasi sempre "i più poveri tra i poveri"

Da New York, Laura Ciacci e Sergio Marelli, portavoce della Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP) – organizzazione nata nel 2005 e composta da decine di associazioni, sindacati e movimenti della società civile italiana e internazionale, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – hanno inviato la seguente nota di commento al Summit delle Nazioni Unite svoltosi nei giorni scorsi, che aveva l’obiettivo di fare il punto sullo stato di raggiungimento degli otto  Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals), campagna globale lanciata dall’ONU nel 2000 che ha fissato nel 2015 la fine del proprio percorso [si legga nel nostro sito anche il discorso inaugurale pronunciato dal segretario generale dell’ONU Ban ki-moon, cliccando qui].

Una giovane cambogiana con disabilitàPer recuperare il ritardo nel mantenimento degli impegni mancati, i Paesi “ricchi” hanno provato a New York a promuovere una bella e importante proposta in più, quella cioè di una tassa sulle transazioni finanziarie, rilanciata all’inizio del Summit dal presidente francese Sarkozy, immediatamente appoggiato dal premier spagnolo Zapatero.
Si è trattato di una proposta che ha ripreso e ridato slancio alle richieste sulle quali la società civile di tutto il mondo insiste da dieci anni e che hanno trovato nella sede delle Nazioni Unite il riscontro più importante che gli Stati potessero dare. Ciò che tuttavia va soprattutto registrato è la grande iniziativa dell’ONU per la salute materno-infantile: 40 miliardi di dollari in cinque anni per tentare di salvare 16 milioni di vite.
Purtroppo i conti tornano con le promesse, ma non con i fatti. Le grandi promesse di questi ultimi anni, infatti, sono state, tra le altre, i 50 miliardi di dollari all’anno per la lotta alla povertà dal G8 di Gleneagles del 2005, i 22 miliardi dell’iniziativa sulla Sicurezza Alimentare dal G8 dell’Aquila del 2009. Aggiungendo i 40 miliardi di adesso – senza dimenticare il Fondo Globale per la lotta all’AIDS e alle altre pandemie – dovremmo avere i fondi necessari a dimezzare la povertà entro il 2015. Fino ad oggi, però, questi impegni finanziari non sono stati mantenuti e l’Italia è uno dei responsabili principali.
Nel corso dell’ultimo G8, ad esempio [25-26 giugno 2010, Huntsville, Canada, N.d.R.], il Governo italiano si è impegnato a contribuire all’Iniziativa Muskoka (Muskoka Initiative) sulla salute materno-infantile varata dalla Presidenza canadese, ma, unico tra i donatori, non ha mai annunciato pubblicamente l’ammontare dell’impegno quantitativo assunto e al Summit di New York si è addirittura “chiamata fuori” dal gruppo dei Paesi donatori per la salute materno-infantile.
La chiusura del Summit con il monito del presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stata significativa: «Facciamola finita con le finte promesse!». L’Italia ha dunque una grande possibilità: è un governo sempre attento ad accogliere gli inviti ad entrare in gioco sullo scenario internazionale che provengono dagli Stati Uniti e quindi adesso ci aspettiamo che accolga al volo tale invito e che recuperi la credibilità che mai come questa volta abbiamo visto così tenue. Un primo banco di prova per il nostro Paese sarà l’incontro per il rifinanziamento del Fondo Globale che si terrà ai primi di ottobre. In quell’occasione l’Italia dovrà rispondere di due anni di arretrati e annunciare gli impegni finanziari futuri.
Di contro, va certamente sottolineata in modo positivo l’iniziativa condotta dal nostro Paese insieme all’Egitto per arrivare a una Risoluzione ONU contro le mutilazioni genitali femminili, che ha visto nei giorni scorsi a New York l’appoggio di un gruppo consistente di Paesi africani.
Dal canto suo la Coalizione Italiana contro la Povertà rafforzerà il proprio lavoro con i parlamentari italiani che stanno dimostrando una crescente attenzione e impegno sul tema perché essi rappresentino con forza la volontà dei nostri concittadini a rimettere il nostro Paese al posto che merita sulla scena internazionale. Un posto che può essere riconquistato ridando spessore, strumenti e forza alla cooperazione italiana, che in questo modo sta scomparendo e non riceve adeguata attenzione da parte del Governo.

Sergio Marelli e Laura Ciacci – portavoce della Coailizione Italiana contro la Povertà (GCAP).

Le decisioni del Summit*
Il Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) si è concluso con l‘adozione di un piano d’azione globale per raggiungere gli Otto Obiettivi destinati a sconfiggere la povertà entro il 2015 e con l’annuncio di nuovi e maggiori impegni a favore della salute di donne e bambini, e di altre iniziative contro povertà, fame e malattie.
Il documento finale della tre giorni di vertice (Mantieni la Promessa: Uniti per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio) conferma l’impegno dei leader mondiali sugli Obiettivi  e definisce un programma di azione concreto per il raggiungimento degli stessi entro il 2015.
Sulla base di esempi di successo e di lezioni apprese nel corso degli ultimi dieci anni, il documento precisa le misure specifiche da adottare da tutte le parti interessate, per accelerare il progresso in ciascuno degli otto Obiettivi. Inoltre esso afferma che – nonostante le battute d’arresto a causa della crisi economico-finanziaria – un notevole progresso è stato conseguito nella lotta alla povertà, incrementando l’iscrizione scolastica, e migliorando lo stato di salute in molti Paesi. Gli Obiettivi restano dunque realizzabili.
Un’ulteriore spinta per accelerare il miglioramento delle condizioni di salute delle donne e dei bambini è pervenuta poi da un certo numero di capi di Stato e di Governo di Paesi sviluppati e non – insieme al settore privato, fondazioni, organizzazioni internazionali, società civile e organizzazioni di ricerca – che hanno promesso più di 40 miliardi dollari in risorse nei prossimi cinque anni.
La Strategia Globale per la Salute di Donne e Bambini – uno sforzo mondiale collettivo avviato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon – ha il potenziale per salvare la vita di oltre 16 milioni di donne e bambini, prevenire 33 milioni di gravidanze indesiderate, proteggere 120 milioni di bambini dalla polmonite e 88 milioni di bambini da ritardi nella crescita a causa della malnutrizione, aumentando il controllo di malattie mortali come la malaria e l’HIV/AIDS e garantendo a donne e bambini l’accesso a strutture sanitarie di qualità e a operatori sanitari qualificati. «Sappiamo ciò che funziona per salvare la vita di donne e bambini – ha dichiarato in tal senso Ban ki-moon – e sappiamo che ciò è fondamentale in tutti i Millennium Development Goals. Oggi noi siamo testimoni del tipo di leadership di cui avevamo bisogno da tempo».
Ulteriori impegni significativi su ciascuno degli otto Obiettivi sono stati presi poi dai Governi, dalle organizzazioni internazionali e dai partner, nonché dai rappresentanti delle imprese del settore privato, in occasione del Forum organizzato dal Global Compact delle Nazioni Unite.
Qui di seguito ne proponiamo una selezione:

Obiettivo 1: Sradicare la povertà estrema e la fame
– La Banca Mondiale aumenterà il proprio sostegno al settore agricolo tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari all’anno per i prossimi tre anni, contro i 4,1 miliardi di dollari precedenti al 2008, nell’ambito del suo Piano d’Azione per l’Agricoltura, per contribuire a stimolare i redditi, l’impiego e la sicurezza sul cibo in molte aree a basso reddito.
– La Corea del Sud ha promesso 100 milioni di dollari per sostenere la sicurezza alimentare e l’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo.
– Il Cile ha annunciato l’Ethical Family Income Initiative (un’iniziativa etica di reddito familiare), che sarà lanciata nel 2011 per integrare il reddito delle famiglie più povere e quelle della classe media più vulnerabile.
– Monster.com si impegna ad ampliare l’accesso alle opportunità di lavoro per i giovani delle aree rurali in India, favorendo l’accesso ai Rozgarduniya.com, un portale internet che offre posti di lavoro in 40.000 villaggi di nove Stati dell’India.

Obiettivo 2: Raggiungere l’istruzione primaria universale
– La Banca Mondiale aumenterà il proprio tasso d’interesse zero e il contributo agli investimenti nell’istruzione di base per altri 750 milioni di dollari, rivolgendo un’attenzione particolare ai Paesi che non sono sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi entro il 2015, soprattutto nell’Africa Subsahariana.
– Dell si è impegnato a devolvere 10 milioni dollari destinati a iniziative di istruzione tecnologica.

Obiettivo 3: Promozione dell’uguaglianza di genere ed emancipazione delle donne
– L’Earth Institute (Istituto della Terra), Ericsson e Millennium Promise hanno lanciato Connect to Learn (“Connettere per imparare”), iniziativa globale no-profit per l’educazione, che promuove l’accesso e la qualità dell’educazione secondaria  per i bambini in tutto il mondo e  specialmente per le bambine. Connect to Learn fornisce borse di studio di tre anni che garantiscono la frequenza alla scuola secondaria e il pagamento delle tasse, dei libri, dei grembiuli e anche dell’accesso alle tecnologie a banda larga. Le prime 100 borse di studio saranno fornite nei Millennium Villages in Ghana e Tanzania, entro i prossimi 100 giorni.
– UPS International si è impegnato a donare 2 milioni di dollari alla World Association of Girls Guides and Girl Scout (Associazione Mondiale delle Guide e Bambine Scout), per contribuire all’emancipazione delle donne attraverso programmi di capacità di gestione e sostenibilità ambientale, in 145 Paesi.
– ExxonMobile, insieme ad Ashoka’s Changemakers, l’International Council for Research on Women (Consiglio Internazionale per la Ricerca sulle Donne) e Thunderbird Emerging Market Laboratory hanno promesso un milione di dollari a sostegno delle tecnologie che possono aiutare le donne ad aumentare la propria produttività e a partecipare più efficacemente all’economia. Ci si aspetta che il programma comporti un beneficio diretto a più di 13.500 persone, con effetti indiretti che si estenderanno a 475.000 nei prossimi due anni.

Obiettivo 4: Riduzione della mortalità infantile e Obiettivo 5: Miglioramento delle condizioni di salute materna
– Si faccia qui riferimento alla lista di impegni, per 40 miliardi di dollari, in risorse promesse per la Strategia Globale del Segretario Generale per la Salute delle Donne e dei Bambini (indirizzo www.un.org/sg/globalstrategy).
– Il Canada ha riaffermato il proprio impegno per la raccolta di più di 10 miliardi di dollari, nei prossimi cinque anni, da parte dei leader del G8 e non, finanziatori importanti e fondazioni private, attraverso l’Iniziativa Muskoka, adottata durante lo scorso vertice G8 [25-26 giugno 2010, Huntsville, Canada, N.d.R.], a favore della salute di madri, neonati e bambini.
– Trinidad e Tobago hanno annunciato il lancio del proprio Fondo per la Vita dei Bambini che fornisca cure mediche di emergenza e chirurgiche ai bambini stessi, per procedure al momento non accessibili nel Paese caraibico.
– Gli Ospedali LigeSpring si sono impegnati a fornire a circa 82.000 donne indiane e alle loro famiglie l’accesso a cure mediche di qualità. Nei prossimi cinque anni, LifeSpring aumenterà il numero di ospedali – da 9 a 200 – in modo tale da aiutare madri e bambini in tutta l’India. Ciò favorirà il miglioramento del livello delle cure e ridurrà il tasso di mortalità materna e infantile.

Obiettivo 6: Debellare HIV/AID, malaria e altre malattie
– La Francia ha annunciato finanziamenti pari a 1,4 miliardi di dollari da devolvere al Fondo Globale per la Lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria nel periodo 2011-2013, con un aumento del 20%. Questo è il primo di una serie di impegni, in attesa dell’incontro di raccolta fondi del 4 e 5 ottobre prossimi (Nota Bene: il 46% di questi impegni, ovvero la porzione direttamente destinata alla salute di donne e bambini, è compreso nei 40 miliardi di dollari destinati alla Strategia Globale per la Salute di Donne e Bambini).
– Il Regno Unito ha annunciato che triplicherà i suoi contributi finanziari nella lotta alla malaria, aumentando i fondi da 150 milioni di sterline annue a 500 milioni di sterline entro il 2014.
– La Banca Mondiale ha annunciato un allargamento del raggio d’azione dei propri programmi sanitari per un importo superiore a 600 milioni di dollari fino al 2015, per aumentare i servizi sanitari essenziali e di nutrizione e per rafforzare il sistema sanitario presente in 35 Paesi, in particolare nel Sudest asiatico e nell’Africa Subsahariana.
– Sumitomo Chemical si è impegnato a devolvere 400.000 delle sue reti Olyset contro la malaria a ogni Millennium Village dal 2010 al 2011. Ciò fa seguito alle donazioni del 2006 di 330.000 reti.

Obiettivo 7: Assicurare la sostenibilità ambientale
– Gli Stati Uniti hanno annunciato un impegno pari a 50,82 milioni di dollari nei prossimi cinque anni a favore di Global Alliance for Clean Cookstoves (“Alleanza globale per cucine pulite”), un’associazione tra pubblico e privato guidata dalla Fondazione delle Nazioni Unite, il cui scopo è quello di installare 100 milioni di cucine a emissioni pulite in tutto il mondo.
– Il Camerun ha annunciato il proprio Programma per lo Sviluppo del Settore Energetico, per duplicare la produzione di energia entro il 2015 e triplicarla entro il 2020.
– WaterHealth International si è impegnata alla costruzione di 75 impianti di purificazione dell’acqua in Bangladesh e all’espansione della rete già esistente di impianti di purificazione in altri 100 villaggi dell’India, assicurando l’accesso all’acqua potabile a 175.000 persone in comunità poco sviluppate del Bangladesh e dell’India.
– PepsiCo ha promesso di assicurare l’accesso all’acqua potabile a 3 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2015.

Obiettivo 8: Partnership globale per lo sviluppo
– L’Unione Europea ha offerto finanziamenti per un ammontare di 1 miliardo di euro a favore dei Paesi più impegnati e bisognosi per progredire verso il conseguimento degli Obiettivi che sono ancora lontani dal raggiungimento.
– Il Belgio ha promesso 400.000 euro a favore della Quarta Conferenza delle Nazioni Unite per i Paesi Meno Sviluppati, che si svolgerà a Istanbul, in Turchia, nel 2011.

*A cura del Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite. Si ringrazia per la collaborazione Fabio Graziosi, referente ufficiale per l’informazione sulle Nazioni Unite rivolta a Italia, Città del Vaticano, Malta e San Marino.

Per ulteriori informazioni (in inglese) sul Summit di New York, accedere al portale delle Nazioni Unite, cliccare qui.

Share the Post: