Sabato scorso la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha scelto di celebrare il 3 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, a Lamezia Terme, in occasione di una ricorrenza altrettanto significativa per la Federazione: i dieci anni dalla costituzione della FISH Calabria.
Prima però di iniziare i lavori della conferenza Esserci: il Sentire della Vita – Nulla su di Noi senza di Noi, promossa appunto per festeggiare il decennale, una delegazione della FISH ha voluto sostanziare ulteriormente la giornata facendo visita ad uno di quei luoghi – non l’unico in Italia, purtroppo – dove la negazione dei diritti si manifesta in tutta la sua crudezza. Lontano cioè dalle sedi istituzionali, ma all’interno di un Istituto.
L’Istituto Giovanni XIII di Serra d’Aiello (Cosenza) [del quale Superando.it si è già occupato approfonditamente, N.d.R.] è collocato in vetta a una stradina di tornanti che attraversa una zona collinare semidisabitata. Una desolazione che, a fronte di una splendida vista mare, contribuisce ad acuire la percezione dell’isolamento di cui una struttura di questo tipo è generalmente portatrice.
Un cancello degno delle migliori cliniche introduce poi in un giardino curato, che si apre dinanzi ad un imponente complesso costituito da tre palazzine.
Dalle finestre gli sguardi degli “ospiti” e quelli ancora più interrogativi di alcuni operatori hanno osservato l’arrivo della delegazione FISH.
Un’avanguardia, formata da chi scrive e dalla presidente della FISH Calabria Nunzia Coppedé, dopo una lunga anticamera viene ricevuta dal vicedirettore sanitario del Centro.
Dopo avere ascoltato i rappresentanti delle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità e le loro motivazioni a celebrare il 3 dicembre facendo visita alle persone ospitate nell’Istituto, il dirigente presenta una serie di scuse a giustificazione del fatto che non può acconsentire a questa visita: motivi di privacy, innanzitutto, e la mancata autorizzazione da parte del presidente dell’Istituto, contattato telefonicamente dallo stesso vicedirettore e piccato per il fatto che la FISH non si fosse curata di avvisare del proprio arrivo i responsabili della struttura.
Anche dopo un acceso confronto telefonico con Nunzia Coppedé, il presidente continua a negare la possibilità di accedere ai reparti.
Che l’evento fosse annunciato a mezzo stampa non sembra infatti giustificare la presenza della Federazione all’interno della struttura. Se la FISH avesse informato l’Istituto delle sue intenzioni per la Giornata Internazionale, il Giovanni XXIII sarebbe stato felice di collaborare, organizzando addirittura un concerto (!) in una sala dell’Istituto, ma stando così le cose l’accesso rimane negato.
E così, è solo dopo l’arrivo del senatore Nuccio Iovine che viene concesso alla delegazione – composta anche da Tommaso Marino (FISH Calabria), Maurizio Ciccarelli (AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla), Anna Petrone (UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e dal vicepresidente della FISH Salvatore Nocera – di accedere ad un piccolo reparto.
In quest’ala sono presenti tre letti per stanza. Un bagno per ogni camera – inaccessibile – letti sfatti e un odore sgradevole. Alla fine del corridoio, una zona adibita ai pasti, che poco si differenzia dal resto del padiglione, non fosse che per i tavoli.
I degenti che incontriamo presentano prevalentemente disabilità intellettive o relazionali e le persone con disabilità motoria che hanno avuto la sfortuna di arrivare qui mostrano (inevitabilmente) difficoltà relazionali.
Su sollecitazione del senatore Iovine e di Nocera, il vicedirettore sanitario “si sbottona” su alcuni dati significativi: in passato l’Istituto è arrivato ad ospitare sino a 1000 persone, per scendere ora alla sempre impressionante cifra di 371 “ospiti”, dei quali almeno 100 provengono da fuori Regione, alcuni addirittura dalla Lombardia, la maggior parte dalla Sicilia.
Infine, la situazione degli operatori di un Istituto che ha rappresentato una sorta di “Fiat” per questa zona, per le opportunità di collocamento che offriva in una terra dove la carenza di lavoro è atavica: le persone impiegate nella struttura stanno aspettando di ricevere il 90% dello stipendio delle prestazioni effettuate nel dicembre 2004…
Questa la cronaca secca. Difficile poi descrivere i volti dei delegati durante la breve visita, impossibile raccontare il loro silenzio all’interno del pulmino durante il viaggio di ritorno verso Lamezia Terme, consci e storditi dalla situazione delle persone che si lasciavano alle spalle.
All’emozione di questo momento dovrà necessariamente seguire una fase di analisi e supporto all’impegno della FISH Calabria su questo fronte e in particolare di Nunzia Coppedè. Un dovere che la Federazione deve assumersi, su tutto il territorio nazionale.
Diritti Umani delle persone con disabilità. Oggi abbiamo dovuto associare questo concetto all’unica definizione che può dare il senso di una vita vissuta all’interno di questi Istituti: “segregazione”.
*Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).