«Le battaglie servono!», scrive Marco Espa, consigliere regionale della Sardegna, una delle figure istituzionali più impegnate, nelle scorse settimane, contro i tagli contenuti nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 34/30, riguardanti i Piani Personalizzati di Sostegno per le persone con disabilità grave (come da Legge Nazionale 162/98). Battaglie – va ricordato – che il nostro sito sta seguendo giorno dopo giorno e che ha visto coinvolte in manifestazioni, assemblee e altre iniziative numerose associazioni, persone con disabilità e loro familiari dell’isola, oltre a portare a due mozioni parallele, proposte da ben 45 consiglieri regionali su 81, sia da parte dell’opposizione che della maggioranza (il nostro ultimo contributo è disponibile cliccando qui).
L’Ordine del Giorno approvato il 18 novembre in Consiglio Regionale – sul quale cediamo qui di seguito la parola a Marco Espa – sembra dunque far segnare un importante passo avanti, anche se, per alcuni aspetti, resta ancora parecchio lavoro da fare. (S.B.)
Esprimo soddisfazione per i primi passi in avanti che oggi [18 novembre, N.d.R.] il Consiglio Regionale ha effettuato con l’approvazione dell’Ordine del Giorno in favore delle persone con disabilità grave: aver recuperato i 25 milioni di euro mancanti è un primo grande risultato; aver deciso e impegnato la Giunta, con il sì dell’Assessore Liori [l’assessoreregionale all’Igiene, alla Sanità e all’Assistenza Sociale Antonello Liori, N.d.R.], a rivedere i criteri iniqui che tagliavano le risorse ai singoli piani dei disabili è quello che avevamo chiesto nella nostra mozione.
Vigiliamo, ovviamente, e attendiamo in Commissione Sanità i nuovi criteri sull’attuazione della Legge 162, che devono rimediare al pericolo dei tagli a migliaia di vere persone con disabilità grave e gravissima, attestate dalle Commissioni Mediche.
Se infatti non cambiassero i criteri della Delibera di Giunta del 18 ottobre scorso, l’85% delle 28.351 persone in situazione di gravità avrebbe perso un consistente punteggio, con la conseguente diminuzione del finanziamento alle famiglie che al loro interno hanno un figlio o un familiare con disabilità.
Se non cambiassero i criteri, migliaia di donne, non più sostenute dai finanziamenti ai progetti, ritornerebbero agli “arresti domiciliari”, senza avere commesso alcun reato, perche senza sostegno sopratuttto a esse toccherebbero i compiti di cura. Con la Legge 162, infatti, non è più cosi!
Le stesse famiglie hanno sollecitato attenti controlli per fare emergere gli abusivi che immeritatamente sono riusciti ad accedere al Progetto Personalizzato in base alla Legge 162 e le stesse famiglie dei veri disabili chiedono maggior rigore nell’assegnazione della gravità e certificazioni.
Sono state infatti proprio le famiglie a sollecitare le Istituzioni e gli Uffici dell’Assessorato che oggi [il 18 novembre, N.d.R.], finalmente, ha dato importanti segnali di apertura verso quelli che sono semplicemente diritti di cui da dieci anni le persone sarde con disabilità in situazione di gravità hanno goduto, come vero e proprio sostegno insostituibile e insurrogabile.
Insomma, si tratta di un primo passo, su cui continueremo a vigilare, ma oggi si può parlare di una bella pagina per il Consiglio Regionale. Consiglio che – credo – debba anche ringraziare le persone con disabilità e le loro famiglie, con le loro organizzazioni – mamme e papà in prima linea – mobilitatesi per i diritti civili e umani, non certo per un po’ di buon cuore.
*Consigliere Regionale della Sardegna. Vicepresidente della Commissione Consiliare Sanità e Politiche Sociali.