Sabato 20 novembre sarà la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, perché proprio il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite promulgò la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che è diventato in seguito il Trattato finora più ratificato nella storia dell’umanità. L’Italia lo ha fatto nel 1991, con la Legge 176/91 e da quel momento i diritti dei bambini e dei ragazzi sono diventati Legge, obbligo, del nostro Stato.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza rappresenta una delle maggiori conquiste che rendono attuale e operativa la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Con essa, infatti, i bambini – solo perché esistono – sono titolari di diritti a loro ascritti, che nessuno può dare o togliere. Li hanno e basta, in quanto Esseri Umani. E, come «ogni uomo nasce libero e uguale» (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani), ogni bambino e bambina nasce con un bagaglio di diritti “minimi”, uguali per tutti e in tutto il mondo.
Non è possibile distinguere tra bambini di diversa nazionalità, cultura, provenienza culturale, religione della propria famiglia; tutti gli adulti devono agire – nell’ambito delle proprie competenze – in modo da far sì che i diritti dei bambini – i quali non votando non hanno rappresentanza politica diretta né la possono avere – siano rispettati. Tutti gli adulti, inoltre, devono agire per proteggere i bambini e i ragazzi e ogni scelta, senza alcuna esclusione, dev’essere presa pensando al loro superiore interesse. E ancora, tutti i bambini e i ragazzi devono poter avere voce in capitolo nelle scelte che li riguardano: in famiglia, a scuola, nelle città. Con la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, infine, i bambini e i ragazzi sono protagonisti dei loro diritti e devono essere nel contempo tutelati, accompagnati e protetti dagli adulti. Un compito non facile per questi ultimi, ma niente di più e niente di meno che essere educatori, come adulti educanti e come comunità educanti.
Il compito di promuovere e tutelare i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza cade quindi in primo luogo sugli adulti, sulle Istituzioni e sulla Società Civile. Il Terzo Settore esprime da sempre un grande impegno per attuare i diritti dei bambini e dei ragazzi, ogni giorno e nella quotidianità delle nostre città: sia con la promozione della socialità, sia con i servizi di base e con quelli sociali, sia con il lavoro in favore dei diritti, sia con il sostegno diretto e indiretto a loro e alle loro famiglie. Associazionismo, Volontariato e Cooperazione Sociale rappresentano l’anima operativa e attiva – sul fronte della Società Civile – in cui centinaia di migliaia di uomini e donne lavorano per e con i bambini e i ragazzi.
Dal canto suo, anche il Forum del Terzo Settore è impegnato con forza, insieme alle organizzazioni delle nostre comunità, per promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: nel sistema dei servizi in città, seguendo con attenzione l’attuazione delle Leggi Regionali per bambini, ragazzi e famiglie, sostenendo un’adeguata ed equilibrata ripartizione delle risorse nel sistema di welfare, supportando la cooperazione internazionale, l’integrazione, l’accoglienza e contrastando ogni giorno l’esclusione sociale, la povertà materiale e culturale e ogni condizione di sfavore che renda impossibile l’esercizio di quei diritti sanciti per legge, ma ancora lontani dall’essere realtà di ogni giorno, come invece dovrebbe succedere per i più piccoli e giovani Cittadini.
Per questo il Forum segue con attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione italiana, in cui ogni giorno si rinnova l’evidenza di una vera e propria emergenza educativa, cui le politiche e le prassi nazionali e locali dovrebbero far fronte. E invece si assiste alla progressiva erosione delle risorse per il settore sociale, educativo e culturale, con scelte che rischiano di essere miopi se non considerano i bambini, i ragazzi e il loro benessere, il loro sviluppo come un investimento non solo per il futuro, ma anche per il presente del nostro Paese. (Paola Scarsi)
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