Il 26 luglio è stato inaugurato il campo da tennis, il 15 settembre sarà la volta del pontile galleggiante che servirà per salire e scendere dalle imbarcazioni adibite al corso di vela per persone con disabilità. Dove? In un ospedale. Non stiamo parlando infatti di un’innovativa struttura sportiva, ma delle nuove dotazioni dell’IRCCS San Camillo di Venezia, all’avanguardia nell’integrazione delle persone con disabilità nella vita sociale. Una riabilitazione che passa anche dallo sport.
Certo, l’intuizione non basta, occorrono menti e mani che si mettano in moto per costruire le strutture adatte a praticare le attività sportive.
Artefice di entrambi i progetti attivati quest’estate è Giovanni Galifi, quarantatreenne di Conegliano Veneto (Treviso), da dieci anni in sedia a rotelle per un incidente stradale. È lui – con il contributo della famiglia Russo del Lido di Venezia, che si è offerta di sponsorizzare l’investimento per il ripristino del manto – che ha di fatto rimesso a nuovo un vecchio campo, rendendolo completamente accessibile e funzionale per la riabilitazione neuromotoria. «Infatti – spiega – l’ospedale ospita persone con diverse disabilità, dalla paraplegia alla SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e utilizza lo sport per ridare “abilità” a chi le ha perse. Qui, all’interno dell’ospedale a carattere scientifico, c’è la possibilità di praticare vela, tiro con l’arco, ping-pong, bocce, calcio-balilla e ora anche tennis».
Galifi trascorre ogni anno due mesi estivi presso il San Camillo per un periodo di riabilitazione e questo è il suo modo per “restituire”, dando speranza a chi deve ricominciare: «Sarà un’opportunità di inclusione sociale – continua – perché il fatto che qui si possa fare riabilitazione divertendosi è un valore aggiunto: lo sport è una grande leva motivazionale».
A questo poi si aggiunge l’accordo tra il San Camillo e il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), che permette ai più promettenti di iniziare una carriera sportiva agonistica. E in questa chiave vanno anche i lavori per realizzare il già citato pontile galleggiante, che verrà collocato in località Bassanello di Malamocco, per facilitare “l’ingresso” sull’Access 303, barca studiata specificamente per la conduzione da parte di persone con disabilità.
La nascita dell’attività velistica è del 2014, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Ospedale San Camillo e la Sezione veneziana della Lega Navale Italiana, ed è stata chiamata Vela per tutti. Mancava però un pontile adatto. Almeno fino al 15 settembre. Costo dei lavori? 70.000 euro.
Testo già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Tennis e vela, all’ospedale di Venezia la riabilitazione passa dallo sport”). Viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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