È accaduto l’8 agosto a una famiglia residente a Milano, lungo la linea ferroviaria jonica all’altezza di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. «Secondo quanto ricostruito – leggiamo sul “Corriere della Sera.it” – la bambina, Giulia, affetta da una forma di autismo, sarebbe sfuggita di mano alla madre, forse eccitata dall’essere finalmente giunta in spiaggia. È stato per primo il fratellino, Lorenzo, a inseguirla per farla allontanare dalle rotaie; poi è accorsa anche la madre, proprio mentre arrivava il treno a 130 km/h. Inutile il tentativo in extremis del macchinista di fermare il mezzo e azionare la sirena per segnalare il pericolo: entrambi i piccoli sono deceduti sul colpo per la violenza dell’impatto, mentre la donna è stata presa di striscio, riportando gravissime ferite».
«Questa tragedia familiare ci colpisce e ci addolora – commenta Benedetta Demartis , presidente nazionale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) -; l’autismo è un disturbo del neurosviluppo che causa disabilità sociale. Ecco perché le persone con autismo non hanno il senso del pericolo e spesso fanno fughe incontrollate. Qualche volta la causa può essere nota, come un rumore o qualcosa che hanno visto, oppure è solo la voglia di fuggire. Di solito si riesce a intercettarle tempestivamente, ma purtroppo non sempre è così e se attraversano una strada trafficata o vanno in una zona pericolosa con dirupi e baratri, ecco che potrebbe succedere l’irreparabile».
«Questi bambini con autismo – sottolinea ancora Demartis – hanno una disabilità invisibile, dal momento che il loro aspetto e la loro vivacità sono ingannevoli. In genere chi li vede non immagina minimamente il carico che richiede la loro assistenza. Le stesse Commissioni per la certificazione della disabilità faticano a riconoscere la loro gravità, proprio perché per molti di loro la capacità di movimento e di rispondere in modo routinario è intatta. Alcune famiglie, inoltre, lamentano che in molti Comuni non venga riconosciuto il contrassegno per il parcheggio disabili. Eppure queste persone che possono fare fughe incontrollate o letteralmente bloccarsi, costringendoti a trascinarle a forza, comportano dei veri tour de force per i familiari. Alle nostre famiglie non serve andare in palestra, hanno il loro “personal trainer” a casa!».
«Da parte nostra – conclude la Presidente dell’ANGSA – non possiamo fare altro che esprimere tutta la nostra vicinanza e disponibilità a quella mamma». (S.B.)
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