I successi di Pietro Monti, enologo cieco

di Simone Fanti*
Il 23 settembre a Torino, l’enologo Pietro Monti - che perse la vista sette anni fa, dopo un incidente stradale, e che recuperò l’olfatto solo dopo una lunga riabilitazione - riceverà un doppio premio, nell’àmbito del concorso internazionale “Mondial des Vins Extremes”: la medaglia d’argento per il suo vino Langhe Nebbiolo DOC del 2016 e il “CERVIM Futuro 2018”, riconoscimento riservato al viticoltore di età inferiore ai 35 anni che con il suo vino abbia ottenuto il miglior punteggio
Pietro Monti nella sua azienda vinicola
Pietro Monti nella sua azienda vinicola

Il 23 settembre prossimo a Torino, nella prestigiosa cornice di Palazzo Madama, l’enologo cieco Pietro Monti riceverà un doppio premio: la medaglia d’argento, con il punteggio di 85/90, per il suo vino Langhe Nebbiolo DOC del 2016 e il CERVIM Futuro 2018, riconoscimento internazionale riservato al viticoltore di età inferiore ai 35 anni che con il suo vino abbia ottenuto il miglior punteggio.
Una doppia vittoria, dopo avere sbaragliato altre 750 etichette provenienti da 18 Paesi, dalla Macedonia al Cile e al Kazakistan, iscritte al Mondial des Vins Extremes, concorso riservato a vini prodotti con uve di vigneti che presentino almeno una delle seguenti difficoltà strutturali permanenti: coltivazioni ad altitudine superiore a 500 metri sul livello del mare; oppure su declivi con pendenze superiori al 30%; sistemi viticoli disposti su terrazze o gradoni; o ancora viticolture create in piccole isole.

Oggi Pietro ha quasi 33 anni e una lunga storia alle spalle. Nel ’95 papà Renato e mamma Gianfranca acquistano casa e vigneti; nel 2006 nasce l’Azienda Agricola Roccasanta di Perletto (Cuneo). Nel frattempo Pietro si diploma in Agraria e quindi si laurea in Enologia.
Poi l’incidente nella notte del 17 luglio 2011: «L’auto su cui viaggiavo come passeggero – racconta – si è ribaltata e io ho picchiato il volto contro un palo. Sono rimasto in coma e mi è stato ricostruito il viso. Due mesi di ospedale non sono però bastati a recuperare la vista. All’inizio avevo perso anche l’olfatto, ma con una lunga riabilitazione ho insegnato al mio naso a riconoscere certi odori fondamentali per il mio lavoro di enologo».

Un impegno, quello di Pietro, che ha portato la sua azienda a produrre circa 30.000 bottiglie (tra le quali Barbera d’Alba, Langhe Dolcetto, Langhe Chardonnay, Langhe Nebbiolo e il pregiato Barolo), contro le 6.000 degli inizi. Vini che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, come il bollino rosso per un vino eccellente (la Barbera d’Alba superiore), al Merano Wine Festival del 2014 e una medaglia conquistata al concorso enologico Duja d’Or di Asti da uno Chardonnay del 2015. E ora il premio per il Nebbiolo. «Un vino espressione del territorio e delle Langhe – spiega con legittimo orgoglio Monti -, coltivato sui muretti a secco. Fatto riposare in barrique per otto mesi, poi per sei mesi in bottiglia. Ricco di profumi, morbido e con una bella struttura».
Complimenti e… salute!

Testo già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “L’enologo cieco e il nebbiolo premiato ai Mondial des Vins Extremes”). Viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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