Le giornate del 2 e 3 dicembre sono state, almeno a parole, molto positive per la lotta che stiamo conducendo a livello regionale per l’affermazione dei progetti di Vita Indipendente. Alcuni incontri, infatti, sono serviti per discutere sulla proposta del nuovo Piano Sociale Regionale 2011-2013 con le diverse Associazioni abruzzesi, con gli Ambiti Sociali, i Comuni e i Sindacati.
Positivo, innanzitutto, è stato l’incontro del 2 dicembre con l’assessore regionale alle Politiche Sociali Paolo Gatti, che si è formalmente impegnato a far sì che anche in Abruzzo si affermi la filosofia della Vita Indipendente, consentendo alle persone con grave disabilità di condurre una vita più dignitosa e assistita, facendole rimanere nel loro ambiente e magari fornendo loro un lavoro, ove sia possibile, in modo da favorirne la piena inclusione nella società come soggetti attivi. Senza per altro dimenticare il notevole risparmio economico che tutto ciò comporterebbe.
A tale proposito, a fronte della scarsità dei fondi – in quanto il Governo Nazionale, com’è noto, ha azzerato il Fondo per la Non Autosufficienza – abbiamo appunto dimostrato il cospicuo risparmio che si otterrebbe, suggerendo all’assessore una soluzione concreta: quella cioè di attuare una ricognizione nei vari istituti di tutte quelle persone ricoverate che – con un progetto di Vita Indipendente mirato alla persona e dopo un’attenta valutazione – potrebbero rientrare nel loro ambiente familliare. Una soluzione che tra l’altro sarebbe in linea con i dettami legislativi, ovvero con la Legge 328/00 (Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), finora sostanzialmente inapplicata.
Si pensi che una persona con disabilità grave, in un istituto, ha un costo che si aggira intorno ai 300, 500 euro al giorno (molti di più, per quelli gravissimi). Ne consegue che con il costo di un solo disabile in istituto, si potrebbero assistere circa dieci disabili gravi a casa e, date anche le condizioni di assistenza di alcuni istituti (tralasciamo di descrivere, ad esempio, come alcuni pazienti aspettino anche più di dodici ore per un cambio di pannolone o per essere lavati…), tutti possono comprendere quale sarebbe il miglioramento della qualità e delle condizioni di vita.
Altro importante effetto positivo verrebbe dall’incremento dell’occupazione, con tutta una serie di favorevoli ricadute sociali, perché per ogni disabile si assumerebbe – con tanto di contratto e relativa contribuzione – un assistente personale. Vale qui la pena ricordare che il rapporto di assistenza negli istituti è, in media, di uno a 15, cioè ogni 15 disabili un assistente…
Con tali premesse, dunque, si spera che la nostra Regione si avvii a diventare anch’essa più civilizzata e rispettosa delle leggi vigenti, della Costituzione Italiana e della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia all’inizio del 2009 [con la Legge 18/09, N.d.R.]
Sempre in chiave di Vita Indipendente, ritengo poi molto positivo anche l’incontro del 3 dicembre con la consigliera regionale Marinella Sclocco (Partito Democratico), con una partecipazione più ampia e anche numerose osservazioni espresse dasi presenti. Tanto che vorrei tranquillamente concludere che queste due giornate sono certamente servite alla nostra causa per mettere tutti d’accordo su un fatto: che cioè i progetti di Vita Indipendente sono utili e necessari e che dovrebbero essere attivati e messi a regime anche dalla nostra Regione, soprattutto in previsione di una legge che stiamo ormai aspettando da oltre quattro anni. E naturalmente, dopo le belle parole, ci aspettiamo ora di vedere, finalmente, anche qualche fatto concreto.
*Responsabile Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo. Componente del Consiglio dell’AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Lanciano (Chieti).