È lungo, ma rende molto bene azzeccato l’idea il titolo di un’iniziativa di cui ci informa l’ARIS (Associazione Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani), promossa a Palermo da due persone non vedenti dalla nascita, Santo Graziano e Peppino Re, nell’àmbito di Manifesta 12 Palermo, nota come la “Biennale nomade europea”, evento nato nei primi Anni Novanta, in risposta al cambiamento politico, economico e culturale avviatosi alla fine della guerra fredda e con le conseguenti iniziative volte a facilitare l’integrazione sociale in Europa.
Il nome dell’iniziativa, infatti, è Un mio caro e vecchio amico non vedente ha da tanti anni un bravissimo cane, che ha perduto anche lui la vista, e ora si guidano a vicenda e consiste in una serie di visite guidate della sezione Garden of Flows (“Giardino dei flussi”) di Manifesta 12, esposta nell’Orto Botanico del capoluogo siciliano.
«A guidare il pubblico lungo il percorso espositivo – scrivono dall’ARIS – sono Santo Graziano e Peppino Re, due professori di filosofia siciliani, non vedenti dalla nascita e per questo privi, oltre che della vista, di una memoria visiva del mondo. Sono loro ad offrire il proprio punto di vista speciale su Manifesta 12 e sulle opere esposte, aiutando i visitatori a riflettere sullo stato dell’arte contemporanea e sulla percezione di essa. L’intento è sia quello di offrire una migliore fruibilità della mostra ad altri non vedenti, sia quello di proporre a tutti una lettura non canonica delle opere esposte».
Il percorso – che prevede domani, 3 novembre, un nuovo appuntamento (ore 12.30-14) – è parte del progetto La città negata, Blind Walk, nato da una collaborazione iniziata dodici anni fa tra Ottonella Mocellin, Nicola Pellegrini e gli stessi Graziano e Re, di cui è ancora visitabile a Palermo la deriva sonora, con partenza in Piazza Magione (a questo link).
«Si tratta – spiegano dall’ARIS – di un racconto audio in quattro capitoli, da ascoltare percorrendo un tragitto tra il Teatro Garibaldi e le case private dei protagonisti. In sostanza, Blind Walk affronta il tema della cecità in relazione alla percezione del mondo, sia essa legata all’esperienza del quotidiano o a quella dell’arte della memoria e del sogno. Attraverso le loro parole, Graziano e Re svelano una Palermo personale e fuori dagli schemi, dove i ricordi della vita universitaria e della lotta politica si sovrappongono all’esperienza del quotidiano; dove la percezione dell’arte si mescola a quella della notte; dove la lettura dell’umore altrui avviene attraverso il rumore dei passi o il tono della voce e dove, soprattutto, il problema dell’assenza della vista si risolve nella presenza di una ricchezza di stimoli e codici attraverso i quali è possibile comprendere il mondo che ci circonda». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteriaarispalermo@gmail.com.
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