Non è solo una questione di cambio di prospettiva. Volare, guardare il mondo dall’alto, è un’esperienza che mette in gioco molte emozioni, dalla paura che – una volta affrontata – si può trasformare in fiducia nelle proprie risorse, alla meraviglia per lo spettacolo di case, alberi, strade e persone in miniatura, fino al senso di libertà respirato in una condizione senza limiti.
Per una persona che non cammina, poi, l’esperienza del volo può acquistare una connotazione specifica in più, perché in volo le gambe non servono. Almeno per Luciano e Marta, si è trattato di un momento indimenticabile.
Cominciamo da Luciano Ghislotti, 37 anni, socio della UILDM di Milano (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che a volare non ci pensava proprio finché non ricevette una telefonata del presidente nazionale di tale Associazione Alberto Fontana. Erano i giorni della Sesta Giornata Nazionale UILDM, nel marzo del 2010, e Alle falde del Kilimangiaro, la trasmissione RAI condotta da Licia Colò, si era resa disponibile a promuovere l’iniziativa.
Aveva deciso di farlo abbinando un altro servizio incentrato sul sogno del pesarese Paolo Alessandrini, pilota di deltaplano da ormai quasi trent’anni. Quest’ultimo aveva scritto alla redazione del programma, raccontando il proprio desiderio di far volare persone con disabilità motoria. A tale scopo aveva anche fondato l’Associazione Dalle ruote alle ali (tel. 338 1201721, dalleruotealleali@alice.it), che organizza voli gratuiti per persone con disabilità motoria, mettendole in contatto con i piloti di ultraleggeri disponibili.
La trasmissione mise in contatto il pilota con la UILDM e immortalò con le telecamere il battesimo dell’aria di Luciano Ghislotti. «L’emozione che ho provato prima di decollare – racconta egli stesso – è stata grandissima. Avevo paura. Poi il decollo è stato indescrivibile».
Avevi mai pensato a volare prima?
«Mai. La telefonata di Alberto Fontana che cercava un volontario è stata inaspettata e ho detto, perché no?».
Ti ricordi com’è stato?
«Me lo ricordo come fosse ieri, tanto è stato forte. Un’esperienza unica. Mi sentivo abbastanza libero nell’aria e il panorama era bello da vedere. Sentivo il motore del deltaplano, immagino che in un aliante senza motore l’esperienza debba essere ancora più incredibile».
L’idea di Alessandrini è bella, eppure fatica a concretizzarsi perché si tratta di un’attività sportiva certo non di massa e non sono molte le persone con disabilità che lo contattano e ancor meno i piloti che si mettono a disposizione.
Dopo la partecipazione televisiva dell’anno scorso, però, il pilota ci racconta di essere stato contattato da circa una trentina di aspiranti volatori e da una ventina di esperti. Bisogna parlarne, di questa pratica, e spiegare che le condizioni di sicurezza sono elevate e che è adatta anche a persone con scarsa mobilità. «Di solito – spiega Alessandrini – si guarda gli altri volare finché non ci si sente pronti. Poi si comincia progressivamente. La prima volta anche solo quindici minuti e poi fino a mezz’ora. Occorre prendere familiarità con delle sensazioni nuove, legate soprattutto al fatto che sotto a chi vola non c’è nulla, c’è il vuoto. Bisogna imparare a conoscere la dimensione alto-basso».
Perché i voli proposti avvengono prevalentemente sul mare?
«È l’ambiente ideale per questo tipo di esperienza. È più sicuro perché sopra l’acqua marina non ci sono scossoni e l’atterraggio non trova ostacoli pericolosi e poi permette di volare per gradi, partendo anche a quattro metri dall’acqua».
Come si sono sentite nel volo le persone con disabilità incontrate finora?
«Noto che il loro entusiasmo è spesso più alto della media. Forse dipende dalla disabilità. Gli altri magari non ci fanno neanche caso, ma nel volo il corpo è inerte, le gambe non servono».
Alto è stato senz’altro l’entusiasmo dell’adolescente Marta Migliosi. Quattordicenne, socia della UILDM di Ancona, poetessa, era tra il pubblico della trasmissione della Colò e da allora aveva aspettato che venisse il suo turno per poter volare. Alessandrini l’ha portata insieme alla madre e allo zio, aiutato da altri piloti. «Quando sono partito – ricorda Alessandrini – le ho messo il casco e il suo capo si è reclinato all’indietro. Allora sono atterrato e abbiamo legato il casco con il nastro adesivo al deltaplano. Poi è andato tutto benissimo».
Chiediamo a Marta da dove nasce il suo desiderio di volare.
«Da sempre. Ho anche scritto una poesia intitolata Volare [che riportiamo qui in calce, N.d.R.], pubblicata all’interno della mia raccolta Voli di Farfalla (Loreto, Controvento Edizioni). Ero in ospedale e Roberto Frullini, consigliere nazionale della UILDM, era venuto a trovarmi e mi aveva parlato della trasmissione che si sarebbe fatta di lì a breve. Ho contattato la RAI proponendomi per volare, ma non finanziavano un minorenne. Mi hanno però invitato a Roma e lì ho conosciuto Paolo Alessandrini. Con lui mi sono messa d’accordo per volare d’estate, con il bel tempo.
E com’è andata?
«Benissimo. Siamo partiti alle otto e mezza di sera, aspettando che il vento si calmasse. Paolo temeva che avrei avuto paura, ma non ne avevo per niente. Solo un po’ nella fase di decollo, perché vedi solo cielo e continui a salire, ma poi abbiamo visto Pesaro, ci siamo avvicinati a un fiume. Eravamo tre deltaplani e ci rincorrevamo, giocavamo insieme».
Alessandrini – ricordiamo in conclusione – ha pubblicato anche il volume Il mosaico della vita. Dalle ruote alle ali (Giraldi Editore), in cui costruisce un finto dialogo tra se stesso pilota e un passeggero con disabilità, cui fornisce un’interpretazione spirituale della vita basata soprattutto sui concetti di presenza, non giudizio e padronanza dei propri pensieri.
*Servizio pubblicato dal n. 172 di «DM», periodico nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il medesimo titolo, qui ripreso, con lievi riadattamenti, per gentile concessione.
di Marta Migliosi
Vorrei provare / A volare, / vorrei diventare / da schiava della terra / a regina del cielo, / vorrei inseguire / quelle grosse aquile, / giocare / con le rondini, / vorrei volare / per liberarmi / dalla schiavitù / e diventare regina del cielo.
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