Quando comanda il pregiudizio

a cura di Valentina Boscolo*
Ignoranza? Stupidità? Menefreghismo? Quali che ne siano le cause, ci si può certamente spaventare a leggere il bell'elenco qui elaborato, sul tema "Pregiudizi e donne con disabilità" e pensare a quanta strada ancora ci sia da fare. Meglio raccomandare a tutte le donne - disabili e non - ciò che ha detto Mafalda, celebre personaggio dei fumetti creato da Quino, ovvero: «Abbandonatevi, mangiate le cose più buone, baciate, abbracciate, ballate, innamoratevi, rilassatevi, viaggiate, saltate, andate a dormire tardi, alzatevi presto, correte, volate, cantate, fatevi belle, mettetevi comode, ammirate il paesaggio, godetevela e, soprattutto, lasciate che la vita vi spettini!!!»

Un gruppo di donne della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con e senza disabilità (foto di Claudio De Zotti)Etimologicamente il termine pre-giudizio si riferisce a un giudizio precedente all’esperienza, emesso cioè in assenza di dati sufficienti, e quindi potenzialmente errato.
Prendendo spunto dalla nota e recente trasmissione televisiva di successo
Vieni via con me, condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano, che si è avvalsa della “formula delle liste” per trattare svariati temi, riportiamo di seguito una serie di elenchi e considerazioni fatti da donne con disabilità, in merito al tema Pregiudizi sulle donne con disabilità.
Le voci riportate sono state
rilevate attraverso la pagina di Facebook e la casella di posta elettronica del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

La donna disabile:
– È  vista come l’amica perfetta dagli uomini.
– La sua spiccata sensibilità spinge l’uomo a confidarsi e frequentarla anche in maniera abbastanza assidua, senza concepire il fatto che è comunque una donna come le altre e, come tale, potrebbe innamorarsi o prendersi una cotta.
– Per un uomo è quasi inconcepibile l’idea di innamorarsi di una donna disabile.
(Valentina B.)

A seguire una lista dettagliatissima, elaborata da una nostra amica facebookiana.

La donna con disabilità fisica:
– Non è attraente e non è sexy.
– Non ha relazioni sessuali/sentimentali.
– Può avere relazioni sessuali/sentimentali solo con altri disabili.
– Non si sposa.
– Non può avere figli.
– Potrebbe trasmettere la sua infermità ai figli.
– Sentimentalmente soffre di più di una donna sana.
– È debole e sottomessa di carattere.
– Se un uomo avesse una relazione con lei, lo farebbe per interesse, per pietà o perché è un pervertito.
– Se un uomo avesse una relazione con lei, tutti lo giudicherebbero male.
– Se un uomo tocca fisicamente una donna disabile potrebbe farle male.
– Una donna disabile non ha la sensibilità a livello sensoriale, quindi non può avere un orgasmo.
– Una donna disabile si innamora facilmente.
– Una donna disabile è più disponibile sessualmente di una donna sana.
– La donna disabile è bisognosa e sola.
– Se un uomo si mette con lei, non lo lascerà mai e sarà sempre fedele.
– Una donna disabile non ha molte pretese, si deve accontentare.
– Una donna disabile è timida e insicura.
(Helena W.)

Altre indicazioni ci arrivano da molte altre donne:
– La donna disabile si crede debba fare poco o nulla. Spesso ci si meraviglia che abbia studiato e che, conseguentemente, lavori. (Oriana F.)
– La donna con disabilità è vista ancora più fragile, indifesa, vulnerabile rispetto alle altre donne, e persino rispetto agli altri disabili. (Eleonora B.)
– Le donne con disabilità sono viste come mamme peggiori delle altre: come se l’amore e l’affetto dato ad un bambino potesse essere misurato dalle diottrie oculari o dalla mobilità degli arti. (Eleonora B.)
– La donna normodotata pensa che una disabile non potrebbe mai fregarle il fidanzato o il marito. (Cristiana D.)
– Le donne con disabilità anche cognitiva sono asessuate e, in quanto non in grado di autodeterminarsi, non hanno diritti. (Marina C., madre di Claudia)
– La donna disabile è solo un’amica e deve restare solo un’amica. Guai a innamorarsi di un uomo. È asessuata. (Ilenia N.)
– Sei carina ma… se non avessi quel problema… (Ilenia N.)

– Si dà per scontato che la donna disabile viva una sessualità inesistente.
– Si dà per scontato che a livello fisico non si abbia capacità amatoria.
– Molto spesso nell’amicizia sono stata trattata come una in cerca di qualcosa, indipendentemente dal fatto che questo ci fosse o no.
– Quando si scherza sul sesso, non si viene prese sul serio.
– Le donne mi hanno discriminato poco a livello sessuale, a parte una volta che una credeva che l’impotenza al femminile corrispondesse ad essere disabile e donna!
(Emanuela P.)

– Le donne disabili sono tutte un po’ acide (perché sono frustrate).
– Le donne disabili sono buone, gentili, generose ed hanno tanta forza d’animo.
– Le donne disabili vogliono un amore per sempre…
(Francesca A.)

Giovane donna in carrozzina alla finestra, insieme a un uomo non disabile– Non sono invidiose tra loro (bugiaaaaaaaa).
– Non si ruberebbero mai il fidanzato a vicenda perché sanno cosa vuol dire essere disabile.
– Sono sempre pronte ad ascoltarti.
– Sono sempre serene e felici.
(Vale B.)

– Le donne disabili non hanno desideri sessuali.
– Le donne disabili hanno uno spiccato senso di empatia verso le madri perché non possono esserlo.
– Le donne disabili sono particolarmente credenti perché confidano nella pietà divina.
– Le donne disabili sono pure e ingenue come il Candido di Voltaire.
– Le donne disabili non conoscono la malizia.
– Le donne disabili non sanno ironizzare sulla loro condizione.
(Irene M.)

– «Sicuramente sei mooolto più pura di tantissime persone… ed apprezzi di più i valori della vita che non molta altra gente…».
(frase rivolta a una donna con disabilità, Vale B.)

– Le donne disabili, fra loro, sono tutte amiche.
(Fulvia R.)

E aggiunge la nostra amica Pela M.:
– Voi handicappati non potete pretendere di eseguire una professione, è meglio che voi donne stiate a casa a badare ai figli.
– Una donna disabile non deve uscire sola con il proprio mezzo (nel mio caso uno scooter quattro ruote).
– Non bisogna lasciar andare in giro da soli gli handicappati, soprattutto se donne.

Il pregiudizio secondo Stefania è frutto di (sintesi attuata dal Coordinamento del Gruppo Donne UILDM, per trasformare il messaggio discorsivo ricevuto in forma di elenco):
– Ignoranza perché si ha paura e non curiosità per quello che non si conosce.
– Stupidità perché le differenze che scorgiamo e che possono creare turbamento, o a volte “disagio”, anziché stimolare desiderio di reciproca comprensione, inducono diffidenza e/o ostilità.
– Menefreghismo, ovvero non ti considero perché non ti ritengo confacente ai miei canoni.

Come si potrà notare, molti pregiudizi sono radicati nel sentire comune, altri invece sono frutto dell’insicurezza personale. E tuttavia ciò offre molti spunti per pensare che vi sia ancora molta strada da fare, per far capire ai cosiddetti “normodotati” che le donne con disabilità hanno pari diritti e doveri delle donne considerate “normali”.
Ecco quindi la nostra raccomandazione a tutte le donne:
«Abbandonatevi, mangiate le cose più buone, baciate, abbracciate, ballate, innamoratevi, rilassatevi, viaggiate, saltate, andate a dormire tardi, alzatevi presto, correte, volate, cantate, fatevi belle, mettetevi comode, ammirate il paesaggio, godetevela e, soprattutto, lasciate che la vita vi spettini!!!» (tratto dal fumetto di Mafalda by Quino).

*Testo già apparso, con il titolo di Femminilità, disabilità e pregiudizi, nel sito  del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti, per gentile concessione della curatrice e dello stesso Gruppo Donne.

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