Qual è stato l’esito della rassegna culturale Vite Abilmente Diverse, ideata a Treviso dal “suggenitore” Agostino Squeglia, all’interno del CartaCarbone Festival, e da noi ampiamente presentata a suo tempo? Ottimo, a giudicare dall’entusiasmo del pubblico presente per i vari eventi organizzati.
Prima però di entrare nel dettaglio di questi ultimi, vale la pena ricordare da dove derivi il neologismo “suggenitore”, termine coniato dallo stesso Squeglia, genitore di una persona con disabilità, per definire il proprio impegno nel diffondere una nuova cultura sulla disabilità, soprattutto tramite lo strumento della letteratura. Così lo aveva spiegato, ad esempio, presentando nei mesi scorsi Ci riguarda, un progetto già arrivato in alcune scuole e università (Padova, Udine), ad esempio nei corsi di formazione per docenti di sostegno. «Nel progetto proposto – scriveva – io sono il “suggenitore”, il genitore di una persona con disabilità che suggerisce emozioni, leggendo le pagine della letteratura italiana sull’argomento nei consessi di formazione e ovunque sia necessario».
Tornando a Vite Abilmente Diverse, ospitata dalla Casa Albergo Salce di Treviso, il primo evento ha avuto per protagonisti il noto pedagogista e formatore Mario Paolini e Gerardo Favaretto, vicepresidente della SIP (Società Italiana di Psichiatria), che hanno presentato, con parole e immagini, un vero e proprio “scavo nella memoria” di alcune persone che furono rinchiuse nel Manicomio Sant’Artemio di Treviso.
Tante le emozioni suscitate, in particolare grazie al brano interpretato dal “suggenitore” Squeglia, tratto dal Sogno di Basaglia di Peppe Dell’Acqua, testo riepilogativo sull’importanza della cosiddetta “Legge Basaglia”, che riformò radicalmente il sistema psichiatrico italiano, a quarant’anni dalla sua approvazione, e in coincidenza anche con il settantenale della nostra Costituzione.
Nella giornata successiva, la narrazione si è spostata sul libro Le regole dei motoneuroni, pubblicato da Alberto Fontana, già a lungo presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), oltreché della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e oggi presidente della rete dei Centri Clinici NEMO (NeuroMuscular Omnicentre).
Il suo testo – del quale anche «Superando.it» si è occupato al momento dell’uscita – è stato presentato da Matteo Schianchi, storico della disabilità e responsabile della mediateca di LEDHA.
In serata, quindi, la tavola rotonda Discorso sulla disabilità con spunti di cinema e letteratura ha visto per protagonisti, oltre ai già citati Fontana e Schianchi, anche il giovane scrittore trevigiano Luca Gubernale, il regista Fulvio Wetzl, autore, tra l’altro, dei film Prima la musica, poi le parole e di Non voltarmi le spalle, dedicato, quest’ultimo, all’inclusione scolastica di una ragazza sorda e uscito sottotitolato, oltreché con ampio uso della Lingua Italiana dei Segni.
Insieme a loro l’assistente sociale Maria Grazia Susanna, che ha promosso Genitori, film di Alberto Fasulo, con una delle protagoniste di quest’ultimo, Caterina “Kati” Lenarduzzi.
«Si è trattato di un incontro molto emozionante – racconta Squeglia, che lo ha moderato -, con le parole dei protagonisti che si sono soffermate sull’importanza delle narrazioni, sia al cinema che in letteratura, e sulla conoscenza delle situazioni, utili in tutti gli àmbiti, anche per un’efficace attuazione dei diritti».
Un’altra giornata e un altro tema, quello cioè della genitorialità, con la partecipazione di colui che è certamente tra i più conosciuti genitori di una persona con disabilità in Italia, vale a dire il giornalista Gianluca Nicoletti, che per l’occasione ha presentato il suo ultimo libro Io, figlio di mio figlio, in una sala gremita di pubblico e suscitando numerose domande da parte dei presenti.
Quindi, nel pomeriggio, ampio spazio all’inclusione scolastica dei ragazzi con disabilità, con il libro Come quando la piscina dorme, pubblicato da Stefania Nanni e Maria Ghiddi, rispettivamente madre di Luca, giovane con disabilità, e vicepreside dell’istituto da lui frequentato. A dare vita a una ricca conversazione sul tema è stata Marina Santi, docente di Didattica e Pedagogia Speciale all’Università di Padova.
E da ultimo, ma non ultimo, nella giornata conclusiva, un incontro con la grande letteratura, insieme a Umberto Piersanti e alla sua poesia, attraversata anche dalle parole dedicate al figlio con grave autismo, alcune delle quali recitate dallo stesso poeta.
E ancora, il romanzo La notte ha la mia voce di Alessandra Sarchi, centrato sulla vicenda di una giovane donna che perde l’uso delle gambe dopo un incidente, fino ad incontrare la “Donnagatto”, anche lei in carrozzina, ciò che cambia il suo modo di guardare a se stessa e agli altri.
«Rassegna culturale necessaria e inedita nel Paese – annota in conclusione Squeglia -, questa prima edizione di Vite Abilmente Diverse è stata una bella opportunità, un momento di preziosa conoscenza e riflessione, che ha ottenuto un grande plauso di pubblico e vari consensi. Non vediamo l’ora che arrivi la seconda edizione! Per il momento, però, vorrei ricordare che questa è stata dedicata a Clara Sereni, grande scrittrice italiana recentemente scomparsa, madre di persona con disabilità e donna politicamente e socialmente impegnata, con cui sono stato personalmente in contatto fino a pochi mesi addietro». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: agosqueglia@gmail.com.
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