Proseguendo in un percorso che ha finora portato ad ottenere tanti positivi risultati, con progetti come We Work (“Noi lavoriamo”) e Let’s Start-up (“Iniziamo”), dei quali abbiamo già a suo tempo riferito, grazie a un’attività di formazione mirata, svolta nelle scorse settimane, è stato di fatto formalmente inaugurato a Gaza City, in Palestina, il Centro per l’Autonomia delle Persone con Disabilità, realizzato dall’organizzazione non governativa riminese EducAid, nell’àmbito del nuovo progetto I-CAN (“Io posso”).
Si tratta di un intervento fortemente innovativo, soprattutto alla luce della realtà in cui andrà ad operare, che vede il co-finanziamento della sede di Gerusalemme dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e la partnership della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) e della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) – quest’ultima fa parte degli stessi fondatori della RIDS insieme ad EducAid – oltre al coinvolgimento di altre importanti realtà locali, italiane e internazionali, quali la Società di Riabilitazione El Amal di Rafah in Palestina, l’SDF (Forum per lo Sviluppo Sociale), l’UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite), la Camera di Commercio e dell’Industria di Gaza, la Cooperativa Sociale Centro per L’Autonomia Michele Iacontino-CPA di Roma e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione Giovanni Maria Bertin dell’Università di Bologna.
Sono stati tre gli esperti multidisciplinari del CPA di Roma che hanno trasferito competenze e metodologie di lavoro agli operatori palestinesi, vale a dire Patrizia Sperlongano, assistente sociale e direttore operativo, Mauro Tavarnelli, fisioterapista e coordinatore e Rocco Pappaccogli, architetto e responsabile della progettazione accessibile.
Il Centro, attivo a Roma sin dal 1997, si ispira ai princìpi dei diritti umani, come l’abilitazione delle persone con disabilità a una vita concretamente indipendente, il più possibile autonoma e inclusiva, al di fuori di una visione sanitarizzata o istituzionalizzata.
«La sfida ambiziosa – spiegano da EducAid – è proprio quella di assumere il modello del CPA e di trasferirlo nella Striscia di Gaza, in un contesto reso oltremodo “difficile” a causa del conflitto e dello stigma che le persone con disabilità sono costrette a subire. I dati purtroppo parlano chiaro: a Gaza il 6,9% della popolazione è costituito da persone con disabilità che vivono emarginate dalla realtà. Discriminate, senza potere avere accesso ad una normale vita quotidiana o sociale, in un contesto di relegazione e oppressione dei loro diritti, senza consapevolezza o strumenti per acquisirli. La loro non autonomia, inevitabile sinonimo di perdita di dignità e affrancazione della propria individualità, è strettamente correlata – come ben rappresentato da una serie di nostri studi, svolti tra il 2015 e il 2017 – a un’impossibilità di inclusione ed emancipazione, tanto che il 42,2% delle persone con disabilità sopra i 15 anni residente nella Striscia di Gaza non è iscritta ad alcuna scuola ed il 90,9% non lavora».
«Indipendenza, Competenza, Autonomia, Inclusione: sono dunque queste – concludono da EducAid – le parole d’ordine di I-CAN, all’insegna di un approccio olistico, che consenta di creare percorsi personalizzati individuali e di gruppo, volti a rafforzare l’autostima delle persone con disabilità e a sviluppare la loro consapevolezza (empowerment) socio-economica, per massimizzarne l’indipendenza. Allo stesso tempo ausili e servizi, grazie a un team multidisciplinare di professionisti che opera a stretto contatto con gli utenti e le loro famiglie».
È del resto proprio sull’empowerment delle persone con disabilità, e delle donne in particolare, che si concentra l’attività di EducAid a Gaza e in Cisgiordania, con progetti che, lontani dalla logica assistenzialista, prevedono percorsi personali di emancipazione e corsi di formazione professionale per l’avvio di start up e micro-imprese. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Michela Fabbri (michela.fabbri@educaid.it).
Nella colonnina a destra del nostro articolo intitolato Italiane e Palestinesi insieme, per l’inclusione delle donne con disabilità (a questo link), vi è un elenco dei testi più recenti da noi pubblicati, riguardanti le iniziative di cooperazione in Palestina.
RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo)
La RIDS è un’alleanza strategica avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative – l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e EducAid – insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per occuparsi di cooperazione allo sviluppo delle persone con disabilità, in àmbito internazionale.
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