L’ANMIC sarà parte civile in quel processo per maltrattamenti

Dopo oltre due anni di indagini, si aprirà il 31 gennaio al Tribunale di Pisa quello che con tutta probabilità è il più grande processo finora svoltosi in Italia per maltrattamenti alle persone con disabilità e che vedrà l’Associazione ANMIC costituirsi parte civile. Sono infatti ben diciannove le persone rinviate a giudizio per i fatti accaduti a partire dal 2016 in una struttura per persone con disabilità intellettiva grave di Montalto di Fauglia (Pisa)
Tribunale di Pisa
Il Tribunale di Pisa, dove il 31 gennaio prenderà il via il processo per i maltrattamenti alle persone con disabilità della struttura di Montalto di Fauglia

Si aprirà dopodomani, 31 gennaio, al Tribunale di Pisa, il processo che vede diciannove persone rinviate a giudizio per maltrattamenti nei confronti di persone con disabilità intellettiva grave di una struttura gestita dalla Fondazione Stella Maris a Montalto di Fauglia. E in tale dibattimento l’ANMIC Nazionale (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) si costituirà parte civile.
«L’eventuale risarcimento dei danni – dichiara a tal proposito il presidente dell’Associazione Nazaro Pagano – sarà impiegato a rafforzare la cultura del rispetto e dell’attenzione verso le persone con disabilità, che rappresentano il primo ed essenziale passo perché i terribili episodi di cui si discute nel procedimento penale in questione non si ripetano più».

È la stessa ANMIC, in una nota, a riassumere la vicenda di cui si parla, che ebbe inizio nell’estate del 2016, «quando la madre di un ragazzo, insospettita da lividi e graffi che trovava sul corpo del figlio quando lo portava a casa nel fine settimana, si rivolse ai Carabinieri che aprirono l’indagine istallando telecamere nascoste nei due refettori. Purtroppo i sospetti erano fondati, perché le riprese mostrarono che all’interno della struttura gli ospiti erano soggetti a violenze, aggressività verbale, umiliazione, mortificazione e soprusi continui. Le immagini mostrano ragazzi che mentre mangiano vengono colpiti senza motivo, presi a schiaffi o a calci, strattonati, offesi da molti degli operatori presenti, nella completa indifferenza dei colleghi».
In tutto, quindi, sono risultate essere ventotto le persone maltrattate, ciò che secondo l’ANMIC rende l’imminente processo probabilmente il più grande di questo tipo finora in Italia.

All’emergere dei fatti, spiegano ancora dall’ANMIC, «intervennero il Comune di Fauglia che constatò che i container dove venivano tenuti i ragazzi durante il giorno erano completamente abusivi e non rispettavano le normative, e li fece chiudere. Dal canto suo, la ASL Toscana Nord Ovest inviò la propria Commissione di Vigilanza e furono accertati la mancanza di alcuni bagni per disabili, dell’ascensore e la presenza di numerose barriere, oltre al degrado generale della struttura. E ancora, èstato accertato che molti degli operatori erano privi di titoli o non adeguatamente formati e anche che all’interno della struttura si erano già verificati casi di violenze sui disabili, che la Fondazione Stella Maris aveva preferito non denunciare alle autorità. Quest’ultima, dopo l’inizio delle indagini, aveva licenziato dodici persone e sottoposto a sanzioni disciplinari altri dipendenti. Ora la struttura di Montalto chiuderà e tutti gli ospiti dovrebbero essere trasferiti entro la fine del 2019 a Marina di Pisa, in una struttura in corso di ampliamento e di ristrutturazione».

Al processo, va aggiunto, si costituiranno parte civile anche molti familiari delle persone con disabilità disabili maltrattate, nonché l’AGOSM (Associazione dei Genitori degli Ospiti della Stella Maris), che a quanto pare denunciava da anni il degrado e l’abbandono della struttura di Montalto di Fauglia e che durante le indagini ha sempre tenuto alta l’attenzione, perché fatti come quelli capitati ai propri familiari non succedano mai più né lì né altrove.
«L’AGOSM – sottolinea Annalisa Cecchetti, avvocato e presidente dell’ANMIC di Pisa, cui l’AGOSM stessa è affiliata – è parte doppiamente lesa in questo giudizio, innanzitutto come Associazione che ha come scopo la tutela delle persone con disabilità, e in particolare proprio quelle ricoverate a Montalto di Fauglia, al cui benessere contribuiva anche materialmente con cospicue donazioni annuali per lo svolgimento di attività educative e ludiche, per l’acquisto del pulmino ecc. e che si è sempre prodigata per una gestione più partecipata e consapevole. Ma la lesione è ancora più grave, se si pensa che tale Associazione riunisce proprio quei genitori, quei familiari, che hanno dovuto confrontarsi con il dolore dei propri figli».

Oltre ad attendere la costituzione di parte civile anche del Telefono Viola, altra Associazione Nazionale per la tutela delle persone con disabilità psichica, sempre il 31 gennaio l’ANMIC parteciperà, in parallelo, anche a un’Audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, per l’esame del Disegno di Legge 897/2018, concernente misure per l’installazione di strumenti di videosorveglianza nelle scuole e nelle residenze sanitarie e socio- sanitarie a tutela dei minori e dei disabili.
Per l’occasione, sottolinea Pagano, «evidenzieremo il ruolo delle Associazioni nell’attività di prevenzione e vigilanza e come sia necessaria un’attività di prevenzione, sia attraverso la promozione della cultura della disabilità, sia nella formazione del personale cui è affidata la cura e la custodia delle persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa ANMIC Nazionale (Bernadette Golisano), tempinuovi.bg@tiscali.it.

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