L’hanno chiamata la “Casa dei sogni di famiglia”

Sono sei giovani con sindrome di Down, tra i 23 e i 30 anni, che da qualche tempo vivono dal venerdì al martedì senza i genitori, insieme a due educatori che li supportano nelle attività quotidiane, in un appartamento di cento metri quadrati, a pochi passi dal centro storico di Firenze, e che loro stessi hanno chiamato “Casa dei sogni di famiglia”. Sono felici della loro “vita normale” in una “casa normale” e sperano di potervisi presto trasferire definitivamente per tutti i giorni della settimana
Firenze, Via Gioberti, "Casa dei sogni di famiglia"
I sei giovani che dal venerdì al martedì vivono a Firenze nella “Casa dei sogni di famiglia” di Via Gioberti

Alcuni lavorano, Francesca in un noto fast food, Laura in un bar, Edoardo come addetto alle pulizie in un centro per anziani. Matteo, poi, è impegnato in uno stage all’interno di una pelletteria e Lorenzo partecipa a un corso presso un centro professionale, mentre Aude è ospite presso un Centro Diurno.
Sono sei giovani con sindrome di Down tra i 23 e i 30 anni, che da qualche tempo vivono dal venerdì al martedì senza i genitori, insieme a due educatori che li supportano nelle attività quotidiane, in un appartamento di Via Gioberti, a pochi passi dal centro storico di Firenze, che loro stessi hanno chiamato “Casa dei sogni di famiglia” e ove sperano di potersi presto trasferire definitivamente per tutti i giorni della settimana.

Questa bella esperienza è stata avviata all’inizio dello scorso anno, nell’àmbito dell’accoglienza pluriennale di numerosi ragazzi con disabilità da parte dell’Associazione Cinque Pani e Due Pesci di San Casciano Val di Pesa (Firenze) e, in particolare, di padre Stefano Casamassima, che ha incoraggiato e ospitato i giovani nelle prime settimane di convivenza nella Parrocchia di Pieve di San Pancrazio. In seguito i Salesiani hanno voluto condividere il progetto a Firenze, mettendo gratuitamente a disposizione l’appartamento di Via Gioberti e favorendo l’integrazione dei giovani stessi con la comunità.
Nel mese di febbraio scorso, quindi, l’inaugurazione della struttura alla presenza di Dario Nardella, sindaco di Firenze e di Stefania Saccardi, assessora al Diritto alla Salute, al Welfare, all’Integrazione Socio-Sanitaria e allo Sport della Regione Toscana.

Così Jacopo Storni, in un articolo del «Corriere della Sera» ha raccontato «la nuova vita» dei sei giovani con sindrome di Down, in quell’appartamento di cento metri quadrati: «Matteo, Laura, Edoardo, Lorenzo, Aude, Francesca sono felici di vivere da soli. Svolgono le mansioni di casa. Apparecchiano, cucinano, fanno le pulizie, rifanno i letti, pagano le bollette, fanno la spesa. Due stanze con tre letti ciascuna, una per i maschi e un’altra per le femmine, una grande sala da pranzo e una spaziosa cucina. Una casa normale, una vita normale. I libri sul comodino, l’aranciata nel frigorifero, i vestiti nell’armadio. Sulle pareti i fogli coi turni settimanali. Poi le foto di famiglia che costellano muri e mensole. E la grande scritta colorata “Casa dei sogni di famiglia”. “È bello vivere in autonomia, questa è la nostra famiglia, voglio vivere qui per sempre”, dice Laura. Lei ama disegnare, trascorre il tempo libero colorando coi pennarelli. Anche Edoardo ha esaudito finalmente il suo sogno: “Sono felice di vivere coi miei amici”. Lui è bravo in cucina. “Mi piace cucinare per tutti. La mia specialità? Pasta al pesto e couscous”. Come in qualsiasi convivenza, ci sono le regole da rispettare: “Quando si litiga si chiede scusa e si fa la pace”, oppure “quando si va a letto si dorme”, e ancora “si parla uno alla volta”». (S.B.)

Ringraziamo per la segnalazione Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa).

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