Le persone con disabilità e il diritto all’eleganza

«Aumentare l’informazione e la sensibilizzazione sul tema dell’inclusione sociale della persona con disabilità, per affermare il diritto di quest’ultima ad esprimere se stessa anche attraverso la cura di sé, lo stile e la scelta dei capi da indossare»: è nato da questi presupposti il progetto “Il diritto all’eleganza”, promosso dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), la cui seconda edizione si è recentemente conclusa, dopo avere coinvolto sei scuole di moda nazionali e ottanta studenti, con la valutazione di quindici abiti indossati da altrettante modelle con disabilità
Progetto UILDM "Diritto all'eleganza", Lignano Sabbiadoro (Udine), maggio 2019
Le donne con disabilità che hanno indossato a Lignano Sabbiadoro (Udine) gli abiti preparati nell’àmbito del progetto “Diritto all’eleganza”

«È stata una bellissima esperienza lavorare con gli studenti, dar loro la possibilità di liberare ingegno e creatività per diffondere la cultura dell’inclusione. Ci auguriamo che questa iniziativa abbia aiutato giovani, docenti e familiari a prendere coscienza di questo tema, stimolando l’abbattimento delle barriere culturali».
A cosa si riferisce Stefania Pedroni, vicepresidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)? Alla seconda edizione del progetto Diritto all’eleganza, di cui Pedroni è responsabile, promosso dalla UILDM Nazionale e che ha vissuto recentemente il suo momento conclusivo a Lignano Sabbiadoro (Udine), in occasione delle Manifestazioni Nazionali dell’Associazione, durante le quali quindici abiti indossati da altrettante modelle con disabilità sono stati valutati da un’apposita giuria composta da soci UILDM, giornalisti ed esperti del settore.

«L’iniziativa – spiegano dalla UILDM – è nata dalla concreta necessità di aumentare l’informazione e la sensibilizzazione rispetto al tema dell’inclusione sociale della persona con disabilità, per affermarne il diritto ad esprimere se stessa attraverso la cura di sé, lo stile e la scelta dei capi da indossare. Ancora oggi, infatti, nonostante l’abbigliamento rappresenti uno dei tasselli fondamentali nella costruzione dell’identità sociale e culturale di ognuno, le persone con disabilità faticano a trovare abiti alla moda, perché è carente l’offerta di abbigliamento elegante e su misura. Questo perché, ancora troppo spesso, quando c’è una disabilità si sacrifica l’eleganza in nome della comodità, con la disabilità che diviene dunque un elemento preponderante, assumendo caratteristiche principalmente legate alla dimensione medico-riabilitativa della persona vista come “bisognosa di cure”, piuttosto che come una persona con una propria vita e le proprie scelte personali. Pertanto, a partire da questi presupposti, l’iniziativa ha coinvolto sei scuole di moda nazionali, e ha visto gli studenti disegnare e realizzare degli abiti in base alle esigenze di vestibilità di persone in carrozzina, modificati nel taglio e in accorgimenti quali cerniere e bottoni, per facilitare al massimo chi li indossa e consentire la massima autonomia anche a chi ha limitazioni di movimento».

Queste le scuole partecipanti: Apro Formazione di Alba (Cuneo); l’Istituto Castigliano di Asti; l’Istituto Duchessa di Galliera di Genova; l’Istituto de’ Medici di Ottaviano (Napoli); l’IPSIA Cremona di Pavia; l’Accademia Italiana di Moda e Couture di Torino.
In totale sono stati ottanta gli studenti convolti e oltre alle scuole il progetto ha potuto contare anche sull’apporto della stilista di Bologna Haydée Lara Espinoza.
Dal canto loro, le Sezioni locali della UILDM sono entrate nelle classi e dopo alcuni incontri preliminari di sensibilizzazione per spiegare la realtà dell’Associazione e l’idea di una moda accessibile, è stato appunto chiesto agli studenti di disegnare abiti che coniugassero eleganza e accessibilità. Hanno così preso forma vestiti dai colori sgargianti, in tessuti preziosi e con inserti luccicanti, che sono stati presentati e confezionati per la speciale sfilata evento tenutasi, come detto, durante le Manifestazioni Nazionali UILDM di Lignano Sabbiadoro.

Ad aggiudicarsi il premio per l’abito migliore – consistente in tagli di tessuto offerti dalla Fondazione Miroglio, prestigiosa azienda italiana di abbigliamento e di tessuti – è stata l’Accademia Italiana di Moda e Couture di Torino.
Il lavoro vincitore, realizzato dagli studenti sotto la guida della docente Claudine Vincent, consiste in un abito composto da due pezzi, top e gonna in satin bordeaux con inserti in chiffon tono su tono e fiori di tessuto realizzati a mano e ricamati. L’outfit è completato da un fascinator in ecopelle platino decorato con fiori di chiffon, perle e ramificazioni di seta e borsa astuccio in ecopelle platino.
A indossarlo è stata Sharon Paolicelli, ventinovenne di Varese con l’atrofia muscolare spinale (SMA), che ha sfilato alla scorsa Milano Fashion Week.
L’IPSIA Cremona di Pavia, invece, si è aggiudicato il premio della giuria popolare, composta dagli spettatori della sfilata, con l’abito indossato dalla socia UILDM Federica Leo. Si tratta di un capo leggero, comodo ed elegante dalle linee semplici che danno l’idea della freschezza, con i colori che ricordano l’aurora boreale, il suo cielo e un vento che accarezza le foglie.
Per questo vestito è stata scelta una stampa a fiori dai toni del rosa high tech con sovrapposizione di leggera e trasparente georgette. (A.I. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Irace (irace@secrp.com); uildmcomunicazione@uildm.it.

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