Fare la spesa da soli: una piccola grande conquista di autonomia

di Anna Maria Gioria*
A Fontanellato (Parma), mentre si fa la spesa in alcuni negozi, è facile incontrare clienti con disabilità cognitiva intenti a fare acquisti in modo autonomo: sono ospiti del Centro Riabilitativo Cardinal Ferrari Santo Stefano, che si occupa di gravi cerebrolesioni acquisite o congenite. «È un conforto - scrive Anna Maria Gioria - constatare che oggi anche in Italia esistono strutture capaci di affermare il rispetto delle persone con disabilità e della loro libertà. Le “campane di vetro”, infatti, non servono, se non ad alimentare sentimenti iperprotettivi e alla fine pietistici»

Persona fotografata da dietro mentre spinge un carrello al supermercatoA Fontanellato (Parma), in alcuni negozi – soprattutto in quelli di genere alimentare – mentre si fa la spesa è facile incontrare clienti con disabilità cognitiva intenti a fare acquisti in modo autonomo.
Sono ospiti del Centro Riabilitativo Cardinal Ferrari Santo Stefano, uno dei luoghi d’eccellenza italiani nella riabilitazione per gravi cerebrolesioni acquisite o congenite. Qui seguono il programma di terapia occupazionale, metodo che mette in campo tutte le strategie disponibili per consentire il miglior recupero adattivo della persona, soprattutto in termini di autonomia, e per il suo migliore inserimento possibile nei vari contesti: familiare, sociale e lavorativo.

Per raggiungere questi scopi sono stati concepiti vari tipi di attività che, per lo più, vengono svolti all’esterno del Centro. Una delle più importanti è proprio la spesa in autonomia. L’équipe del Cardinal Ferrari si è accordata con i proprietari dei negozi in modo tale che non aiutino i pazienti in modo particolare, trattandoli piuttosto come comuni clienti. Un modo per uscire da un mondo protetto, di mettersi in gioco autoresponsabilizzandosi. Raggiungere i negozi da soli, appuntarsi cosa serve comprare, scegliere i prodotti e infine pagare: sono azioni che costituiscono piccole vittorie quotidiane.

La collaborazione con le realtà esterne è per altro una delle strategie adottate per la riabilitazione dal Centro: ecco così, oltre alla spesa in autonomia, l’ortoterapia (vasche sopraelevate favoriscono chi è in carrozzina), realizzata con il sostegno del vicino Parco della Carreggia; la montagnaterapia in collaborazione con il Club Alpino Italiano (CAI); l’arteterapia con lezioni di docenti esterni; e l’attività teatrale sul palcoscenico cittadino, con l’apporto di attori e registi professionisti.
Infine, in questo riappropriarsi della vita quotidiana, anche lo sport ha la sua parte, dallo sci al ping pong, dal tiro all’ippoterapia. Mentre un altro particolare progetto è il Ritorno alla guida in sicurezza, grazie al quale dal 2006 ad oggi un centinaio di degenti è tornato a guidare.

Pensando alla terapia occupazionale, su cui si è tenuto un importante convegno a Matera nello scorso mese di maggio [se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.], rivivo la mia infanzia, durante la quale ho imparato in modo casalingo a vestirmi, lavarmi, mangiare senza aiuti, per contrastare la mia tetraparesi spastica perinatale.
A 18 anni ho avuto la fortuna di potermi permettere un periodo di riabilitazione in un istituto svizzero, dove ho sperimentato l’ergoterapia. Lo spirito di fondo era proprio la conquista dell’autonomia. A incominciare appunto dall’andare a fare la spesa da sola.
È un conforto constatare che oggi anche in Italia esistono strutture capaci di affermare concetti nuovi: il rispetto delle persone con disabilità è anche il rispetto della loro libertà e le “campane di vetro” non servono, se non ad alimentare sentimenti iperprotettivi e alla fine pietistici.

Il presente testo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Terapia occupazionale, la piccola grande conquista del fare la spesa da soli”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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