Per la prima volta in Abruzzo tante associazioni unite nella protesta

Una protesta che vivrà il 27 maggio a Pescara il suo momento centrale, quando stampelle, bende, tappi per orecchie, passeggini e carrozzine vuote verranno portati davanti alla sede della Regione, perché «chi è responsabile delle decisioni politiche deve rendersi conto che le stesse influiranno su un'imponente fetta della popolazione abruzzese portatrice di handicap». Le richieste sono precise e passano dall'applicazione di leggi nazionali e regionali, oltre che dal ripristino di una serie di risorse "tagliate"

Persone con disabilità e altre nella strada di una cittàStampelle, bende, tappi per orecchie, passeggini e carrozzine vuote: li porteranno venerdì 27 maggio a Pescara, davanti alla sede della Regione Abruzzo, le numerose associazioni che hanno proclamato nei giorni scorsi lo stato di mobilitazione contro i tagli al sociale, per far vivere simbolicamente ai politici regionali le difficoltà create dalle barriere architettoniche a mamme con bimbi piccoli, ad anziani, a persone con disabilità visiva, ai sordi e a tutti coloro che hanno problemi motori temporanei o permanenti.
In tal senso si può considerare certamente come una “data storica”, per l’Abruzzo, quella del 24 maggio, dove per la prima volta nella Regione decine di associazioni si sono unite in una protesta comune, annunciando i propri intendimenti nel corso di una conferenza stampa a Pescara (presentata nel nostro sito con il testo disponibile cliccando qui).

Subito dopo la conferenza stampa, è stato prodotto un comunicato stampa congiunto, ove si scrive tra l’altro che. «l’annullamento da parte della Regione Abruzzo dei fondi previsti dalla Legge Nazionale 13/89 [“Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”, N.d.R.] è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso poiché è, di fatto, un’ulteriore offesa alle persone con disabilità, che va ad aggiungersi ai consistenti tagli riguardanti le politiche sociali e la riabilitazione psicofisica, ma anche al fallimento della Legge 68/99 sul collocamento obbligatorio, a un Nomenclatore Tariffario che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale di cui manca la revisione da dodici anni, a pensioni di invalidità che ammontano a circa 260 euro al mese – somma che non permette di vivere in maniera indipendente e dignitosa – e alla mancata applicazione del cosiddetto “modello bio-psicosociale”, attraverso il quale i medici dovrebbero occuparsi non solo dei problemi di funzioni e organi, ma rivolgere l’attenzione agli aspetti psicologici, sociali e familiari della persona, fra loro interagenti e in grado di influenzare l’evoluzione della malattia».
«A tutto ciò – proseguono le organizzazioni abruzzesi – si aggiunge che la nostra è l’unica Regione italiana a non avere la Consulta Regionale sui Problemi dell’Handicap perché la Legge che dovrebbe regolarne il funzionamento e le attività (Legge Regionale 53/95) non è mai stata applicata né sono mai stati nominati i rappresentanti che dovrebbero farne parte. Tutto ciò ha fatto proclamare uno stato di mobilitazione a livello regionale al quale sono chiamati a partecipare le persone con disabilità, le famiglie, gli operatori socio-sanitari, i volontari e i singoli cittadini».

Successivamente il comunicato elenca alcune precise richieste, formulate «ad alta voce»: «1. Il ripristino delle risorse a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, a partire dal Fondo Regionale sulle Politiche Sociali. 2. Il ripristino immediato dei contributi previsti dalla Legge 13/89. 3. L’attivazione tempestiva della Commissione preposta alla verifica delle violazioni (articolo 4, comma 2) sulla Legge Regionale 1/08, che «riconosce la necessità di un maggiore impegno da parte degli Enti locali e degli Enti di Trasporto regionali nell’applicazione della normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche, in gran parte disattesa, e fissa per l’accesso a qualsiasi contributo regionale il criterio generale del rispetto della vigente normativa in materia». 4. La piena ottemperanza della Legge Regionale 53/95, circa l’istituzione del Comitato Regionale per le Politiche dell’Handicap, già esistente e mai applicata. 5. L’istituzione di un Tavolo Tecnico per la proposta del Movimento per la Vita Indipendente di creare una legge ad hoc che qualifichi la dignità e la vita della persona con disabilità, generando oltretutto un risparmio della spesa assistenziale e un aumento dei posti di lavoro».

Rispetto infine alla protesta annunciata per il 27 maggio a Pescara, davanti alla sede della Regione Abruzzo, si dichiara che «una simile provocazione offrirà una visione alternativa della città agli amministratori regionali e servirà a sensibilizzarli alle difficoltà materiali che si incontrano giornalmente quando non ci si può muovere liberamente. Questo perché chi è responsabile delle decisioni politiche deve rendersi conto che le stesse influiranno su un’imponente fetta della popolazione abruzzese portatrice di handicap».
«Se le associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità non otterranno quanto dovuto dalle Istituzioni – si conclude – metteranno in atto un sit-in di protesta all’interno di una manifestazione regionale nel mese di luglio davanti alla sede della Regione Abruzzo, per esigere che vengano rispettati i propri diritti, già tutelati da leggi internazionali, nazionali e regionali, ma costantemente calpestati dalle Amministrazioni Pubbliche locali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, tel. 335 309534, carrozzinedeterminate@hotmail.com.
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