«Dovrei parlarvi a favore o contro questo referendum, ma non posso farlo. Non posso perché sono un Cittadino sordo e la RAI, che è un servizio pubblico, ma anche le altre televisioni nazionali, mi impediscono di conoscere le diverse posizioni»: ha esordito così Marco Gobbi – utilizzando la Lingua dei Segni – durante lo spazio concessogli dai Radicali Italiani nella Tribuna dei Referendum del 27 maggio scorso su Raidue (ore 17.15) e ha aggiunto: «Queste tribune politiche, i messaggi autogestiti non sono infatti sottotitolati, né in diretta né in differita. Basterebbe sottotitolare i video con le registrazioni di queste tribune e poi metterli su internet».
Gobbi ha precisato poi di non voler parlare solo per i diritti delle persone sorde, ma per quelli di tutti i Cittadini, rispetto ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno, due dei quali sull’acqua pubblica, gli altri sul nucleare e sul legittimo impedimento: «Se le Istituzioni non si preoccupano di me – ha dichiarato infatti -, del fatto che io possa conoscere per poi votare, allora perché dovrebbero farlo per voi? Anche voi, che non siete sordi, in realtà non potete conoscere. Ad esempio sui referendum: le tribune politiche sono iniziate con molto ritardo e trasmesse in orari di basso ascolto. Il 94% degli italiani voterà o non voterà senza sapere nulla, senza avere ascoltato un dibattito». «Allora – ha concluso mostrando un cartello con la scritta Io sordo, voi sordi alla democrazia, alla legalità, ai referendum – siete sicuri che non trattano anche voi come “sordi”?”. Questa è una questione di democrazia e di legalità». (S.B.)
Articoli Correlati
- Le persone sorde siano protagoniste della loro vita Fa discutere l’opinione espressa su queste pagine da Paolo De Luca, che aveva giudicato come un segno di «regresso culturale» l’assunzione di una persona sorda madrelingua di LIS (Lingua Italiana…
- Sordità tra “carnefici” e “pionieri” «“Diamo un segno” di Donata Chiricò - scrive Giuseppe Gitti - è un bel libro, dove l’Autrice, senza nascondersi dietro frasi fatte e/o luoghi comuni, dice chiaramente che esiste la…
- Un po’ di storia della sordità, per riflettere sul presente «Che la si consideri un retaggio della storia da conservare solo in quanto tale - come scrive Stefania Delendati -, che la si utilizzi ancora per comprendere e farsi comprendere,…