«Il nostro obiettivo è di coinvolgere otto Paesi e 200 membri entro la fine del 2021: siamo fiduciosi, visto il successo finora conseguito»: è una fiducia ben riposta, quella di Paola Vulterini, responsabile del progetto europeo Valueable, perché i numeri esibiti dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – capofila di questa iniziativa, seguita sin dagli inizi anche dal nostro giornale, e voluta per promuovere e favorire l’inserimento professionale di lavoratori con disabilità intellettive all’interno di aziende dell’ospitalità – sono davvero importanti.
Grazie infatti anche al sostegno dell’Unione Europea e del programma Erasmus+, oltreché al lavoro di tante persone e all’ottima risposta del mondo imprenditoriale, la rete di Valueable, dopo le prime due edizioni del progetto (2014-2017 e 2017-2019), conta oggi su 103 aziende dei sei Paesi coinvolti (Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Turchia e Ungheria), per un totale di circa 400 persone con disabilità intellettiva che lavorano in alberghi, ristoranti, bed and breakfast, bar, fast food, come tirocinanti o come occupati a tutti gli effetti.
E del resto anche le Nazioni Unite, nel marzo dello scorso anno, avevano potuto constatare l’importanza di Valuable, quando era stato presentato a New York come chiaro esempio di buona prassi di inclusione lavorativa di persone con disabilità intellettive.
Ora quegli obiettivi di cui parla Vulterini si sostanzieranno nella terza stagione del progetto, partita ufficialmente il 15 settembre scorso e che si chiuderà il 15 gennaio 2022, sempre con l’AIPD a fare da capofila, affiancata da partner prestigiosi dei vari Paesi coinvolti (Associazioni, Università e altri Enti Formativi. A questo link ne è disponibile l’elenco completo). E gli sviluppi non mancheranno, come vedremo poco oltre.
Qui, però, va subito ricordato che Valuable (Handing Opportunities) è innanzitutto un marchio, una certificazione internazionale destinata appunto alle aziende del mondo dell’ospitalità che offrono alle persone con disabilità intellettiva opportunità di sviluppo professionale.
Si tratta di un marchio registrato presso l’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale, che viene rilasciato per due anni, in tre possibili versioni, a seconda dell’impegno assunto dall’impresa: quello di bronzo va a chi ospita tirocini, quello d’argento richiede un contratto a tempo determinato di un minimo di tre mesi o indeterminato per almeno un lavoratore, quello d’oro, infine, viene concesso a chi assume almeno un lavoratore e agisce come “Ambasciatore del marchio Valueable”. Tutti impegni, questi, contenuti in un codice di condotta sottoscritto dai soci.
Si parlava di sviluppi ed è quindi il momento di vedere le caratteristiche della terza edizione di Valuable, partita nei giorni scorsi.
In continuità con gli anni precedenti, verranno utilizzati ancora gli strumenti del marchio, di una app promossa per rendere più indipendenti sul lavoro tirocinanti e lavoratori con disabilità, dei video tutorial per la formazione del personale delle aziende e di un corso di formazione a distanza per i manager.
In più, però, ci saranno quattro nuovi strumenti, vale a dire un protocollo rivolto a catene alberghiere e ristoranti; un protocollo di accreditamento per le agenzie formative che intenderanno operare all’interno di Valueable; un corso HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point, ovvero “Analisi dei rischi e punti critici di controllo”) in linguaggio ad alta comprensibilità; un corso di formazione a distanza per i tutor delle agenzie formative che vorranno accreditarsi per operare all’interno di Valueable e della banca dati delle risorse multimediali.
Al fine inoltre di sperimentare i quattro nuovi strumenti, il progetto prevede tirocini nel proprio Paese e all’estero, presso membri della rete.
«L’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down conviene all’azienda! – commentano convinti dall’AIPD – e le ragioni sono varie: la prima è di natura economica, visto che in Italia l’impresa che assume una persona con disabilità riceve un rimborso del 70% della retribuzione lorda imponibile per cinque anni. Secondo quanto riferito da alcuni datori di lavoro “con marchio Valueable”, tuttavia , il vantaggio è anche di natura produttiva e relazionale: i lavoratori con sindrome di Down, infatti, sono affidabili, costanti, molto presenti e assidui, perché per loro il lavoro ha un valore che va ben oltre il contratto. Inoltre, giovano allo stesso gruppo di lavoro, rendendolo più compatto, meno conflittuale, più solidale, collaborativo e affiatato». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com.
Articolo raccolto e pubblicato in relazione al progetto “JobLab – laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità” (Progetto finanziato ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117. Annualità 2017.)
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